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Il futuro dei Vignaioli Indipendenti: la parola a Matilde Poggi

Il futuro dei Vignaioli Indipendenti: la parola a Matilde Poggi

Alla guida della Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti per i prossimi tre anni, la neoeletta presidente Matilde Poggi è passata subito dalle parole ai fatti. Mercoledì 17 luglio, a una settimana esatta dall’elezione, ha consegnato il Dossier Burocrazia elaborato dalla Fivi al ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo: una proposta concreta per semplificare i vincoli burocratici del mestiere di vignaiolo “eliminando gli elementi normativi o le prassi amministrative che sul campo non hanno dimostrato la propria utilità” (come recita il testo del dossier). Il documento, diffuso in Europa in inglese e francese, è già divenuto testo base di una proposta di legge ora in esame alla Commissione Agricoltura del Senato.

SEMPLIFICARE RAZIONALMENTE – «Il dossier è frutto di un lavoro svolto sul campo, partito “dal basso” grazie all’iniziativa di due consiglieri della Fivi insieme a un gruppo di soci» spiega con orgoglio Matilde Poggi. Il peso della burocrazia si avverte molto nelle micro-aziende: «Diversi membri della federazione appartengono a realtà molto piccole. Il vignaiolo non ha un ufficio amministrativo: sbrigare così tante pratiche burocratiche sottrae tempo prezioso al lavoro in vigna e in cantina. Anche i controlli, ad esempio, andrebbero coordinati e affidati a un’unico ente competente, come la Repressione frodi, mentre oggi le piccole aziende vengono esaminate da tanti diversi organismi, con un dispendio di tempo evitabile».

LA RAPPRESENTANZA NEI CONSORZI DI TUTELA – Oltre a questa proposta, che se approvata darà respiro ai piccoli produttori, quali sono gli obiettivi futuri della federazione? Sicuramente uno dei temi su cui si sta concentrando è la ridefinizione della rappresentatività all’interno dei Consorzi di tutela di Doc e Docg, e il conseguente riequilibrio dei poteri decisionali. Secondo Fivi è importante che i vignaioli, ovvero coloro che hanno in mano l’intera filiera produttiva, dalla vigna alla vendita del vino, siano maggiormente coinvolti nelle decisioni che determinano il loro futuro e possano dare il loro contributo nelle scelte degli enti di tutela.

E IN EUROPA? – «Con Cevi (Confederazione Europea Vignaioli Indipendenti) stiamo lavorando a un dossier sulla vendita a distanza, per modificare la legge sulle accise. Oggi per vendere vino in Unione Europea ci si deve appoggiare necessariamente a un rappresentante fiscale, che di solito coincide con chi trasporta materialmente il vino nel Paese di destinazione. Questo, anche se le accise sono pari a zero, aumenta i costi per il produttore» spiega la neopresidente. «L’Ue è nata per consentire la libera circolazione di merci e persone. Anche l’enoturismo, incentivato dall’Europa, potrebbe sviluppare nuovi flussi di commericio, se la vendita diretta dal produttore italiano al turista comunitario fosse possibile». Intanto, la questione è all’ordine del giorno in Commissione Europea, dove i parlamentari Astrid Lulling (presidente dell’Intergruppo Vino del Parlamento Europeo) e Giancarlo Scottà hanno presentato due interrogazioni sul tema.

CHI E’ MATILDE POGGI – Vignaiola veneta di Cavaion Veronese, nel cuore della zona del Bardolino, Matilde Poggi conduce la Cantina Le Fraghe, vinificando dal 1984 le uve prodotte nei 28 ettari di proprietà. Appartiene alla federazione fin dalla fondazione, nel 2008, e dal 2010 ricopriva la carica di vicepresidente. Eletta al vertice il 10 luglio, al posto di Costantino Charrère, la neopresidente sarà coadiuvata nei tre anni di mandato dai vicepresidenti Leonildo Pieropan e Walter Massa.

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© Riproduzione riservata - 22/07/2013

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