In Italia In Italia Jessica Bordoni

I vini Col di Corte a Milano. Tutto il fascino delle stagioni

I vini Col di Corte a Milano. Tutto il fascino delle stagioni

Le stagioni prima di tutto. È questo il motto della giovane azienda Col di Corte: 12 ettari di vigne di proprietà a Montecarotto (Ancona), sulle colline che dividono le vallate dei fiumi Esino e Misa. Siamo nel territorio della Doc Verdicchio dei Castelli di Jesi e il progetto vinicolo è targato 2012. Quattro i soci: Carlo Giudice, Giacomo Rossi, Paolo Marcellino e Marco Menghini. I primi tre professionisti nel settore pubblicitario e cinematografico, il quarto agronomo e consulente scientifico del programma Rai Linea Verde. A unirli, una bella amicizia e la passione per il vino marchigiano, che un paio di anni fa li ha fatti diventare produttori.

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Carlo Giudice, uno dei quattro soci proprietari di Col di Corte

A MILANO IL “VERNISSAGE”  – Nei giorni scorsi lo spazio artistico Garibaldi Connection di Milano ha ospitato la prima presentazione ufficiale delle etichette Col di Corte. «La linea di punta si chiama Anno Zero», racconta Carlo Giudici, «e fa riferimento alla vendemmia 2012, quella d’esordio e attualmente sul mercato. Con l’uscita della vendemmia 2013 muterà nome in Anno Uno, e così via. Per noi è importante sottolineare il ruolo delle stagioni, le peculiarità delle singole annate in relazione all’andamento climatico che ha portato alla raccolta. Per questo abbiamo deciso di scrivere sull’etichetta le parole primavera, estate, autunno e inverno, affiancate dai simboli del sole, delle nuvole, della pioggia, della neve e dal numero di bottiglie prodotte. Vogliamo dare al consumatore la percezione immediata del tipo di prodotto che ha davanti». Una particolare attenzione alla trasparenza, quindi, che si ritrova anche nella scelta di aderire ai principi dell’agricoltura biologica, affidandosi al sistema di potatura di Simonit e riducendo al minimo l’uso di solfiti per vini certificati a residuo zero.

TUTTI I VINI IN ASSAGGIO – Il pubblico di Milano ha potuto assaggiare il Verdicchio dei Castelli di Jesi in versione Classico e Superiore, fiori all’occhiello della Cantina. Se il primo si è dimostrato assai fresco, con lievi note agrumate, il secondo è dotato di maggiore struttura e un carattere già deciso, destinato ad affinarsi con gli anni. Tra le proposte aziendali anche il Rosato, Marche Igt, blend di Lacrima di Morro d’Alba (dai vigneti di proprietà nel comune di Ostra) e Sangiovese, che ha convinto i giurati del Concorso nazionale dei Rosati d’Italia 2014 aggiudicandosi la menzione di merito. Poi spazio ai rossi tra cui il Lacrima di Morro d’Alba Chioma, Marche Igt, floreale e morbido, e l’Anno Zero Montepulciano, ancora giovane ma già di buon corpo ed elegante. Dulcis in fundo, la chicca del Passito, Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc, da grappoli appassiti in pianta con la tecnica della “pinzatura del picciolo”. In bocca, grazie al basso residuo zuccherino, risulta più secco rispetto ai classici passiti, con delicate, seducenti note di miele. Provare per credere!

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© Riproduzione riservata - 13/06/2014

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