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I premiati Masi: Satrapi, Bonotto, Rizzolatti, Sergio Romano e il progetto “Le vigne di Venezia”

23 Luglio 2013 Civiltà del bere
Impegno nel  sociale, impresa, scienza, attualità e vino. Le diverse identità della cultura sono al centro della XXXII edizione del Premio Masi che da oltre trent’anni celebra la vivacità creativa di persone e istituzioni che affermano e promuovono i valori fondanti della società e del vivere civile. Sette i premiati per le tre categorie storiche annunciati oggi dalla Fondazione Masi che sabato 5 ottobre 2013 firmeranno la botte di Amarone Masi a loro dedicata. Il Grosso d’oro Veneziano va a Marjane Satrapi, la scrittrice iraniana autrice del romanzo autobiografico a fumetti “Persepolis”, diventato anche un film d’animazione, per il suo impegno nella difesa dei valori universali di libertà, giustizia e integrità umana, attraverso la denuncia della repressione  del regime in Iran. La Fondazione Masi ha individuato nell’imprenditore vicentino Giovanni Bonotto, nel neuroscienziato friulano Giacomo Rizzolatti e nello scrittore, diplomatico vicentino Sergio Romano le personalità che meglio hanno contribuito ad affermare e trasmettere i valori civili e universali delle Venezie premiandoli con il riconoscimento di Civiltà Veneta. L’imprenditore tessile Giovanni Bonotto, che ha introdotto nel suo settore il concetto di “fabbrica lenta”, recuperando antiche tecniche di produzione del territorio e port ando in tutto il mondo tessuti che hanno il sapore del Veneto e dell’Italia, ha dimostrato che l’artigianato d’arte può garantire un futuro all’imprenditoria italiana; Giacomo Rizzolatti, che è entrato nel gotha degli scienziati con l’individuazione dell’esistenza nel cervello dei neuroni specchio, ha contribuito in modo significativo allo sviluppo delle neuroscienze ponendo le basi scientifiche dell’empatia tra esseri umani; l’imparzialità e la costanza nell’osservare le vicende italiane e internazionali hanno portato il giornalista, storico, scrittore e diplomatico vicentino Sergio Romano, ad essere un interprete di riferimento dell’attualità e della storia passata. Sarà invece il progetto “Le vigne di Venezia”  che riunisce tre “archeologi e pionieri della vite” (Terre di Venezia/ Venissa - Bisol; Orto di Sant’Erasmo - Michel Thoulouze; Associazione La Laguna nel Bicchiere 7Le vigne ritrovate - Flavio Franceschet) ad aggiudicarsi il Premio Internazionale Masi per la Civiltà del Vino per aver recuperato le vigne storiche della città di Venezia e della sua laguna, riallacciando così il legame tra la Serenissima e un dono della natura intriso di cultura e d’arte come il vino, che proprio a Venezia trova un palcoscenico straordinario di visibilità mondiale. Per Isabella Bossi Fedrigotti, presidente della Fondazione Masi: “In un momento di crisi collettiva e di perdita generale di orientamento, il Premio Masi non smette di dare risalto a personalità che difendono il radicamento culturale proponendo nuove prospettive per il futuro e ponendosi ad esempio per la collettività. La cultura deve essere il motore di sviluppo del nostro Paese che, avendola coltivata per lungo tempo, l’ha poi irrimediabilmente trascurata. I premiati della XXXII edizione del Premio Masi sono la testimonianza di un Paese creativo, tenace, intelligente e pieno di risorse e raccontano storie che ci ridanno speranza per il futuro”. “Gli imprenditori devono essere in prima linea nella promozione della cultura”, dice Sandro Boscaini, Vicepresidente della Fondazione Masi, presidente di Masi Agricola e ideatore del Premio: “Il Premio e la Fondazione Masi sono strettamente legati alla nostra storia produttiva e hanno come obiettivo quello di tradurre in valore aggiunto per le nostre comunità il successo di un vino, l’Amarone, espressione d’eccellenza del nostro territorio. In questi trent’anni abbiamo cercato gli interpreti migliori di quei valori che hanno fatto grande la nostra regione e il nostro Paese e sui quali dobbiamo continuare ad investire”.

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