I nostri migliori assaggi a Sicilia en Primeur 2018
Oltre 100 giornalisti accreditati provenienti da 22 Paesi, 53 Cantine con i loro 450 vini in degustazione (di cui una cinquantina in anteprima assoluta) e 5 masterclass tenute da altrettanti Masters of Wine. Sono questi, in sintesi, i numeri di Sicilia en Primeur 2018. La preview dei vini isolani è organizzata da Assovini Sicilia, che oggi riunisce 86 aziende accomunate da tre fattori: il controllo della filiera dal vigneto alla bottiglia, la produzione di vino di qualità imbottigliato e una visione internazionale del mercato.
Un intreccio di culture differenti
La XV edizione si è svolta dal 6 al 7 maggio a Palermo, Capitale della Cultura 2018, nelle sale del Palazzo Belmonte Riso – Museo Regionale d’Arte Contemporanea. Come ha sottolineato Alessio Planeta, intervenuto alla conferenza stampa in qualità di presidente Assovini Sicilia: «L’interesse per il vino siciliano e per il patrimonio enogastronomico dell’intera regione è in continua crescita. Oggi la Sicilia vanta una ricchezza culturale senza uguali, frutto della mescolanza di popoli e tradizioni che hanno attraversato il nostro territorio nel corso dei secoli. La nostra regione è sempre stata aperta all’influsso di culture differenti. Ed è esattamente questa la mentalità che si è respirata durante Sicilia en Primeur di quest’anno. Internazionalità e collaborazione sono valori fondanti della nostra Associazione».
L’intervento del sindaco Orlando
Anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha voluto essere presente alla manifestazione per ricordare le affinità tra il suo comune e l’enologia siciliana. «Questa città, come il settore vinicolo, è riuscita a rinascere dalle sue difficoltà. E oggi, grazie all’impegno di tanti, è diventata la Capitale della Cultura. A Palermo registriamo un cambio culturale, in atto anche nel mondo del vino. Sappiamo stare insieme per dare valore al nostro essere mediterranei. Oggi possiamo dire, per mettere in parallelo le esperienze di Palermo e del vino siciliano, che siamo riusciti a conciliare le radici e le ali. Metafora del rispetto del passato con uno sguardo al futuro».
Cresce la Doc Sicilia. L’analisi di Antonio Rallo
Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia, ha evidenziato i numeri in crescita della Denominazione. Nel 2013 gli ettari rivendicati erano 9.337, nel 2017 sono diventati 21.437, mentre le tonnellate di uva certificata sono passate da 78.388 a 168.273. Brusca impennata anche per il numero di viticoltori: da 2.649 a 7.295. «Ma il dato più significativo riguarda l’imbottigliato: nel 2013 ci aggiravamo intorno ai 16 milioni di bottiglie, mentre nel 2017 abbiamo toccato quota 30 milioni. E la previsione per il 2018 è di 60 milioni, con un incremento del +123% già a marzo di quest’anno».
Vendemmia 2017 in Sicilia al – 25% di produzione
Mattia Filippi, enologo consulente titolare di Uvasapiens, ha illustrato l’andamento climatico dell’annata 2017 in Sicilia, il sesto anno più caldo dal 1800 ad oggi e in assoluto il più secco, con un deficit pluviometrico del -27% che ha messo a dura prova le riserve idriche. Il ricorso all’irrigazione, tuttavia, ha scongiurato grosse perdite. Così come le piogge di settembre e, in alcune zone, anche l’altitudine e l’escursione termica giorno-notte. Il calo di produzione si attesta quindi intorno al -25% rispetto al 2016, il dato più basso degli ultimi 70 anni, ma in linea con quello nazionale.
L’andamento climatico nel dettaglio
Come precisa l’enologo Filippi: «Gennaio è stato caratterizzato da un clima rigido su tutta l’isola, seguito da temperature sopra la norma a febbraio, nel Messinese anche oltre i 25°C. La fine dell’inverno non ha registrato nessuna gelata. L’inizio della primavera ha coinciso con un clima più fresco. Freddi tardivi tra il 20 e 22 aprile hanno segnato -3,2 °C a Piazza Armerina e sull’Etna. A maggio, tuttavia, i valori superiori alla norma hanno permesso un’ottima fioritura. In estate si sono registrate sette ondate di caldo, con temperature anche molto alte, ma senza la presenza dello Scirocco. Questo fatto, insieme all’assenza di pioggia, ha favorito un perfetto stato sanitario delle uve. In autunno le temperature sono state miti, nella norma, garantendo così un’ottima maturazione».
Al top Grillo ed Etna Doc
Entrando nel dettaglio delle varietà, il Grillo della vendemmia 2017 – soprattutto per quanto riguarda la Sicilia occidentale – presenta espressioni aromatiche nette, tipiche ed eleganti. La Sicilia nord-orientale e l’Etna in particolare sono riuscite a contenere le perdite di produzione grazie all’altitudine e alle notti fresche. Con una maturazione delle uve piena e sensibilmente qualitativa: sarà un’annata da ricordare per vini Etna Doc sia bianchi che rossi.
Rossi fruttati e fragranti
Nella parte sudorientale dell’isola, le varietà a bacca nera tardive come Nero d’Avola e Syrah hanno segnato un anticipo di circa 10 giorni della raccolta, avvenuta tra fine agosto e inizio settembre. Offrendo uve molto concentrate, ma anche ricche in termini di acidità. In generale, sul fronte dei rossi, la mancanza di precipitazioni ha limitato la crescita delle bacche favorendo un ottimo rapporto buccia/polpa. Ne risultano vini dalle note fruttate e fragranti ben sviluppate.
Anteprima vendemmia 2017: la nostra selezione
Ecco una selezione di cinque etichette targate 2017 che ci hanno particolarmente colpito.
Baglio del Cristo di Campobello – Lalùci, Grillo Sicilia Doc 2017
Una delle più intense espressioni di questa varietà creata a fine Ottocento dal barone Mendola incrociando Catarratto bianco e Zibibbo. Nasce da viti allevate a spalliera e Guyot (circa 4.000 piante per ettaro) in contrada Cristo, nel comune di Campobello di Licata (Agrigento). Il suolo è prevalentemente calcareo, gessoso, con frazioni di terreni scuri di giacitura collinare. Siamo intorno ai 260 metri di altezza e l’azienda ha scelto di non usare prodotti chimici in campagna. La fermentazione e l’affinamento sono svolti rigorosamente in acciaio.
Al naso intensi profumi di fiori bianchi e gialli lasciano il posto a minerali e note agrumate, di pesca gialla, pera e mela verde. In bocca colpisce per la freschezza e l’acidità, lasciando intravedere la sua interessante capacità di evoluzione.
Feudo Montoni – Fornelli, Inzolia Sicilia Doc 2017
Fornelli è il nome del cru da cui proviene l’uva e fa riferimento ad alcune antichissime fornaci dove veniva cotta l’argilla naturalmente presente nel terreno, realizzando anfore per il vino, ma anche giare per l’olio, vasi e piatti ornamentali. Siamo a 500 metri di altezza a Cammarata, in provincia di Agrigento, con esposizione ad est e terreni argillosi e sabbiosi. Le vigne hanno circa 30 anni e sono allevate a spalliera con 4.400 ceppi per ettaro. La fermentazione avviene in cemento a contatto con le bucce. Segue un affinamento di 6 mesi in cemento sur lies con batonnage.
Bouquet giocato sulla delicatezza floreale di camomilla e ginestra, poi note fruttate di pera e melone e miele. Al palato si offre nella sua verticalità e freschezza, con una spiccata mineralità e un finale assai persistente.
Cottanera – Etna Bianco Doc 2017
Tra le aziende simbolo dell’Etna, Cottanera si trova a Castiglione di Sicilia a 700 metri sul livello del mare, lungo le pareti settentrionali del vulcano. Il patrimonio di terra della famiglia Cambria si aggira sui 100 ettari tutti accorpati, di cui 65 vitati. L’Etna Bianco 2017 è il risultato di un’attenta selezione di uve Carricante. Le piante, a cordone speronato, hanno un’età media di circa 15-20 anni con una resa di 65 quintali per ettaro. Dopo la macerazione a freddo di circa 24 ore, la fermentazione avviene in acciaio a 16 gradi per circa 20-25 giorni. La maturazione prosegue in acciaio sui lieviti per circa 6 mesi.
Al naso sentori eleganti di fiori bianchi, pompelmo e note lievemente vegetali. Al palato la bella struttura è sorretta da un’acidità importante, che regala freschezza e persistenza alla beva.
Caruso e Minini – Naturalmente Bio, Nero d’Avola Sicilia Doc 2017
Il progetto biologico di questa storica azienda di Marsala comprende una serie di etichette certificate dove spicca questo Nero d’Avola in purezza dai vigneti di Contrada Giummarella, a Salemi, posti a 350 metri con suoli argillosi e calcarei. Il sistema di allevamento è a spalliera, con 4.500 piante per ettaro. La fermentazione delle uve diraspate avviene per 15/20 giorni in acciaio inox a 25 gradi con macerazione e malolattica in acciaio. Poi il 50% della massa sosta in barrique per due mesi, il resto in acciaio.
È un rosso dal bouquet intrigante, fruttato e brioso con note di ciliegia e sottobosco. Al palato l’ingresso è morbido, con tannini già ben integrati e sentori di liquirizia. Notevole freschezza e persistenza.
Pietradolce – Etna Rosso Doc 2017
Nerello mascalese in purezza per questa produzione etnea di circa 12 mila bottiglie. L’azienda Pietradolce si trova a Solicchiata, frazione del comune di Castiglione di Sicilia, sul versante nord del vulcano. In tutto 11 ettari che arrivano fino a 900 metri di altezza. Le uve che compongono l’Etna Rosso raggiugono gli 800 metri, da terreni franco sabbiosi con abbondante presenza di scheletro. Le viti sono allevate sia ad alberello che a spalliera. Dopo la raccolta manuale delle uve durante la seconda decade di ottobre, la macerazione si prolunga per 18 giorni. L’affinamento avviene in tonneau di rovere francese a grana fine e tostatura leggera per tre mesi.
Ancora molto giovane, questo rosso ammalia con il suo timbro marcato di frutti rossi, su tutti mora e amarena. In bocca un accenno di tabacco. Bella trama tannica e sapidità con un lungo finale.
Tag: Assovini Sicilia, Sicilia en primeur 2018, vendemmia 2017 in Sicilia© Riproduzione riservata - 11/05/2018