In Italia

In Italia

Gli altri spumanti. Da uve autoctone in Campania

12 Ottobre 2020 Elena Erlicher
Gli altri spumanti. Da uve autoctone in Campania

In Campania si preferisce spumantizzare i vitigni autoctoni. Le interpretazioni più interessanti da uve Aglianico, Fiano, Greco e Falanghina. Alla scoperta di vere chicche da Asprinio d’Aversa, Caprettone, Biancazita e Biancatenera.

Se Franciacorta, Trentodoc e Conegliano Valdobbiadene sono le bollicine italiane più conosciute nel mondo, si possono trovare anche nel resto della Penisola più che valide espressioni di qualità. La Campania, che scopriremo in questa sesta puntata, offre la possibilità di andare al di là delle classiche varietà internazionali per la spumantizzazione, come Chardonnay e Pinot nero, per degustare ottime bollicine a base degli autoctoni del territorio. Aglianico, Fiano, Greco e Falanghina fanno da padroni, ma vale la pena guardare anche ai meno noti Asprinio d’Aversa, Caprettone Biancazita e Biancatenera.

Casa di Baal produce un Metodo Classico Dosaggio Zero da uve Fiano

Tre interpretazioni del Fiano

Il Fiano è un vitigno autoctono campano che ben si presta alla spumantizzazione. Tra le interpretazioni che segnaliamo c’è quella del Cilento di Casa di Baal, azienda biologica e biodinamica di Macchia di Montecorvino Rovella (Salerno). Oro di Baal è un Metodo Classico Dosaggio Zero di grande carattere, che punta su mineralità e freschezza. Altra interessante espressione del Fiano cilentano, questa volta Metodo Ancestrale, è La Matta degli architetti Betty Iurio e Pasquale Amitrano, vignaioli per passione di Casebianche a Torchiara (Salerno). Al naso profumi di limone ed erbe aromatiche, vibrante e fresco al palato. Il Brut Contadino di Ciro Picariello, considerato l’artigiano del Fiano di Avellino, è un Metodo Classico; ricco di aromi balsamici e di macchia mediterranea, ha un sorso esuberante ed energico.

La Cantina di Feudi di San Gregorio

Bollicine di Aglianico, il re dei campani

Non è da meno l’Aglianico. Dal Sannio consigliamo il Metodo Classico Principe Lotario di Fontanavecchia a Torrecuso (Benevento), alle falde del Monte Taburno. Vinificato in rosa, nel calice è di un bel colore buccia di cipolla, ha profumi di rosa canina e frutti rossi, e un gusto pieno e polposo. Dall’Irpinia arriva l’Aglianico Dubl di Feudi di San Gregorio, nato da un progetto che punta alla valorizzazione dei vitigni autoctoni. È un Metodo Classico Brut Rosé dai profumi di fragoline di bosco e melograno, con delicate note speziate; al palato lungo ed elegante.

La Falanghina ama lo Charmat, il Greco di Tufo il Metodo Classico

La Falanghina preferisce il Metodo Charmat per la spumantizzazione. Le napoletane Cantine Astroni danno vita ad Astro, spumante brut di Falanghina dei Campi Flegrei dai richiami minerali e i profumi di pesca bianca ed erbe aromatiche, con un sorso succoso e dissetante. Mentre il Greco torna al Metodo Classico con il vivace e minerale Anni Venti, Greco di Tufo, spumante delle storiche Cantine Di Marzo, attive a Tufo (Avellino) da 370 anni.

La prova degli autoctoni minori

Di storica tradizione spumantistica l’Asprinio di Aversa. Noi consigliamo il Brut Terramasca di Drengot. Qui Alberto Verde, titolare dell’azienda, preserva il millenario sistema di coltivazione ad alberata tipico dell’agro Aversano, contribuendo a far conoscere un vino frutto di una sapienza antica.

I vigneti di Tenuta San Francesco nella sottozona di Tramonti

Ai piedi del Vesuvio la piccola azienda Casa Setaro tutela antichi vitigni a piede franco come il Caprettone. Il Pietrafumante Brut Metodo Classico nasce da uve Caprettone in purezza provenienti dalle vigne a 350 metri slm dell’Alto Torrione, dai suoli ricchi di sabbia e lapilli. Al naso ricordi floreali, salmastri, agrumati, con note sulfuree; in bocca si distingue per freschezza e piacevolezza. Dagli autoctoni quasi dimenticati Biancazita e Biancatenera nasce Alta Costa di Tenuta San Francesco. Lo scopo dei proprietari, le famiglie Bove, D’Avino e Giordano, è proprio quello di valorizzare gli antichi vini di Tramonti (Salerno), impervia sottozona della Costa d’Amalfi. Lo spumante brut Metodo Classico sa di agrumi, fiori di campo e pietra bagnata e nel calice rilascia una lunga scia salina.

In apertura: i vigneti vista mare di Casa Setaro

Gli altri spumanti d’Italia: leggi le puntate precedenti+

In Italia

Strategie per affrontare il presente (1): le considerazioni di alcuni produttori a VinoVip al Forte

Durante la terza edizione del summit in Versilia abbiamo intervistato una decina […]

Leggi tutto

Nelle vigne della Tenuta Greppo si cambia tutto perché nulla cambi

Una giornata a tu per tu con il direttore tecnico Federico Radi […]

Leggi tutto

Il Lambrusco (ri)scommette sulla leggerezza

Dopo Matera e Parigi, il terzo World Lambrusco Day organizzato dal Consorzio […]

Leggi tutto

L’università del vino secondo il “premio Khail” Luigi Moio

Al professore dell’ateneo di Napoli e viticoltore in Irpinia quest’anno è andato […]

Leggi tutto

Tenuta Meraviglia, una ex cava ospita il nuovo investimento milionario di Alejandro Bulgheroni

Una cantina moderna e visionaria di 7.000 mq sul confine meridionale della […]

Leggi tutto

Cantine Lvnae lancia il progetto artistico dedicato a Numero Chiuso

In tutto 20 Jeroboam-sculture firmate dal designer Andrea Del Sere per celebrare […]

Leggi tutto

Il talk show di VinoVip al Forte ha acceso i riflettori sui giovani

Al centro dell’incontro tenutosi a Villa Bertelli lo scorso 9 giugno c’erano […]

Leggi tutto

Storia (e la prima verticale) del Carménère San Leonardo

Mai sino ad oggi erano state messe in fila diverse annate (due […]

Leggi tutto

Il “vino naturale”, corsi e ricorsi storici di un movimento che non sa fare sistema

Le polemiche emerse durante l’ultima edizione del Vinitaly hanno radici antiche, se […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati