In Italia In Italia Elena Erlicher

Gli altri spumanti: da Cortese ed Erbaluce in Piemonte

Gli altri spumanti: da Cortese ed Erbaluce in Piemonte

Franciacorta e Trentodoc sono tra le bollicine più conosciute d’Italia, ma non sono le uniche. Ci sono zone meno note dove nascono prodotti di alta qualità. Andiamo alla ricerca di questi territori e continuiamo il nostro viaggio in Piemonte. Dopo gli spumanti da Nebbiolo, ora è la volta di Cortese di Gavi ed Erbaluce di Caluso.

L’Italia delle bollicine più rinomate vanta zone d’elezione come Franciacorta, Trentino, Alta Langa, Asti, Conegliano Valdobbiadene e i luoghi del Lambrusco (di cui parliamo qui). Ci sono altri territori degni di nota, ma meno noti, dove i produttori affiancano alle produzioni tradizionali anche quella di bollicine di qualità, sia da metodo classico sia da Charmat. Dopo una prima puntata dedicata all’Alto Adige, siamo andati in Piemonte a scoprire cosa possono dare, prima, il Nebbiolo se spumantizzato, poi, il Cortese di Gavi e l’Erbaluce di Caluso.

Cortese di Gavi

La sede de La Ghibellina

L’originalità de La Ghibellina

Pur avendo storia relativamente recente (è stata fondata nel 2000), La Ghibellina si è inserita a pieno titolo nel panorama vitivinicolo del territorio. L’azienda si trova a Monterotondo (Gavi, Alessandria), una delle sottozone più vocate alla produzione del Gavi Docg. Certificata biologica dal 2016, l’azienda di Alberto e Marina Ghibellini (da qui il nome) segue pratiche agricole sostenibili e una filosofia produttiva volta alla valorizzazione delle potenzialità del vitigno Cortese, con lunghi affinamenti in bottiglia. Cuvée Marina, Gavi del Comune di Gavi Brut Docg lo conferma con i suoi 48 mesi sui lieviti. Perlage fine e persistente, al naso è armonico, con note di erbe aromatiche, anice stellato e noci. L’attacco in bocca è deciso, gusto secco e morbido insieme. Uno spumante da provare per la sua originalità.

Paola, Francesca e Anna Rosina de La Mesma

La Mesma gentile

Sempre a Monterotondo le tre sorelle Paola, Francesca e Anna Rosina de La Mesma sono accomunate dalla stessa passione per il Gavi, che nel 2001 le ha portate a investire nei vigneti di Cortese, prima quasi per gioco, poi per professione. La filosofia prevede pratiche agricole “gentili”: sovescio, potatura soffice col metodo Simonit e Sirch, nessun diserbo o concime chimico nel rispetto della biodiversità. La produzione è certificata biologica. L’enologo Massimo Azzolini è trentino, con lunga esperienza in Franciacorta. Ottimo il Metodo Classico Gavi Brut Docg Millesimato, che affina 60 mesi sui lieviti. Dalla spiccata vivacità, conserva aromi floreali e fruttati, sostenuto da una gradevole acidità.

Vigneti de La Scolca

La Scolca, custode della tradizione

Da un secolo a questa parte La Scolca di Gavi è sinonimo di rigorosa tradizione e continuità familiare. Da quando venne imbottigliato il primo Gavi nel 1950 ne è stata fatta di strada, confermando anno dopo anno l’eleganza e la complessità di cui questo vino è capace. Nella versione Metodo Classico, l’azienda produce l’elegante e raffinato Soldati Brut, che riposa 24 mesi sui lieviti, e il Brut Millesimato Riserva D’Antan, frutto di un invecchiamento in bottiglia di 10 anni. Una bollicina in cui la sorprendente freschezza si accompagna agli aromi di miele, spezie, frutta secca e una nota di cioccolato.

Le vigne di Villa Sparina

Villa Sparina

Villa Sparina è stata fondata negli anni Settanta del secolo scorso dalla famiglia Moccagatta. Oggi alla guida di questo brand forte e dall’approccio moderno, che contempla, oltre all’azienda vitivinicola, anche un resort e un ristorante (che riapriranno nel 2021), ci sono i fratelli Stefano, Massimo e Tiziana. La vigna di Monterotondo ha piante con più di 50 anni ed è coltivata su terreni argillosi con strati di marna che conferiscono freschezza, sapidità e mineralità ai vini. Il Villa Sparina Metodo Classico Brut Blanc de Blancs – curato nel design e ricco di preziosi dettagli nell’etichetta e nelle finiture – nasce in prevalenza da uve Cortese e viene sboccato dopo almeno 36 mesi sui lieviti. Dal perlage finissimo, al naso ha profumi freschi e tipici; al palato è pieno, intenso e con un buon equilibrio tra acidità e mineralità.

Erbaluce di Caluso

Cieck, storico innovatore

Qui lo spumante è di casa, anche se Cieck produce ottimi Erbaluce pure nelle tipologie bianco fermo e passito. L’azienda di Remo Falconieri, vignaiolo che ha fatto la storia di questo vitigno, oggi è gestita dalla figlia Lia e dal socio Domenico Caretto. La cantina circondata da pergole si trova a San Giorgio Canavese (Torino) con vista sulle montagne della Val d’Aosta, da dove arrivano i venti che influenzano la viticoltura di questo territorio vocato alla coltivazione delle varietà a bacca bianca. Tutti gli spumanti sono di alto livello. Segnaliamo l’Erbaluce di Caluso Metodo Classico Brut San Giorgio, dalle note di frutta bianca e crosta di pane, cui segue una bocca cremosa ma di buona acidità, e il Metodo Classico Pas Dosé Cieck Nature, che sosta 4 anni sui lieviti, acquisendo complessità.

I 5 amici de La Masera

L’intento iniziale era quello di dar vita al Caluso Passito, poi Alessandro, Gian Carlo, Davide, Sergio e Marco – i cinque amici che una quindicina di anni fa hanno creato a Settimo Rottaro (Torino) la Cantina La Masera – hanno ampliato il loro progetto realizzando nove etichette espressione delle uve tipiche del territorio. Tra i cavalli di battaglia c’è l’Erbaluce di Caluso Spumante Masilé, Metodo Classico che riposa sui lieviti per almeno 2 anni. Intenso, complesso, elegante, evidenzia note di crosta di pane, erbe di campo e leggere sfumature tostate. Il palato è fresco, di buon equilibrio e di buon corpo. Buona anche la lunghezza, ammandorlata e lievemente tostata la chiusura.

Orsolani ha l’Erbaluce nel Dna

Gianluigi Orsolani è un convinto sostenitore dell’Erbaluce di Caluso in tutte e tre le tipologie: ferma secca, spumante e passita. È stato attivo presidente del Consorzio di tutela Caluso Docg e viticoltore capace di dar vita a espressioni di massima qualità del vitigno. Il Caluso Metodo Classico Extra Brut Cuvée Tradizione ha perlage fine e al naso evidenzia aromi maturi che ricordano le erbe aromatiche essiccate e un leggero sentore di crosta di pane e menta. In bocca è pieno, appagante, caratterizzato da un’ottima acidità e da un bel finale, su note di agrumi.

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© Riproduzione riservata - 31/08/2020

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