Giappone, Singapore, Vietnam. Il vino italiano in Estremo Oriente
Giappone, Singapore e Vietnam sono mercati profondamente diversi, dove il vino italiano ha ancora un enorme potenziale di crescita. Il Simply Italian Great Wines Asia Tour 2017 di Iem, che da oggi al 23 novembre porta in questi tre Paesi una selezione di produttori italiani di qualità, è l’occasione giusta per fare il punto su questi mercati chiave del Sol Levante, di cui l’evento tocca tre città simbolo: Tokyo, Singapore e Ho Chi Minh.
Giappone: sempre più cultura enologica
«L’import vinicolo complessivo in Giappone, dove il Bel Paese è terzo partner commerciale, vale 1.343 milioni di euro nel 2016 (+1,8% rispetto al 2015). Cresce la domanda di etichette d’alta gamma, aumenta il prezzo medio (5 euro a litro, +6,2%) e si diffonde la cultura enologica, veicolata da ristoranti e winebar», spiega Marina Nedic, managing director di Iem.
Italia vs Cile: il nostro vantaggio è la qualità
Al di là della Francia, che pesa il 53% del mercato, la sfida si gioca tra Italia (165 milioni di euro per 408 mila ettolitri) e Cile (167 milioni di euro per 801 mila ettolitri di vino). «Il nostro vantaggio competitivo risiede nella qualità: riuscendo a comunicare l’eccellenza qualitativa del made in Italy, possiamo intercettare la domanda di vini di fascia medio-alta», prosegue Marina Nedic. Che precisa: «È esattamente l’obiettivo degli eventi Simply Italian».
Singapore: hub strategico per tutta l’Asia
Singapore è un hub commerciale e logistico strategico per raggiungere i mercati del sud-est asiatico, fra i primi 20 importatori mondiali di vino (il comparto nel 2016 valeva 443,2 milioni di euro per 299,6 mila ettolitri). L’elevato potere d’acquisto offre ottimi margini di crescita per le etichette di fascia medio-alta, considerando anche la notevole crescita del consumo pro-capite (+20% tra 2011 e 2015), che proseguirà al ritmo del +4% all’anno fino al 2020.
Puntiamo a rossi Dop e vini d’alta gamma
«L’Italia, terzo Paese importatore dopo l’Australia e la Francia, cresce in valore (19 milioni di euro, +3,3%) e nel prezzo medio (8,17 euro al litro, +3,5%)» spiega la managing director di I.E.M. «In particolare, galoppano i rossi Dop, con tassi di crescita quasi sempre a due cifre».
Vietnam: un mercato in rapida evoluzione
Infine il Vietnam, un mercato giovane, in rapida evoluzione. Qui il consumo enologico ha visto una vera impennata tra 2010 e 2015: +60% in volume e +111% in valore, attestandosi nel 2016 a 21,3 milioni di euro per 92,9 mila ettolitri. Il vino è considerato un prodotto salutare (in particolare il rosso) e uno status symbol, ed è bevuto per lo più nei centri urbani urbani (Ho Chi Minh, Hanoi, Da Nang).
L’Italia cresce a ritmi vertiginosi
«Con 3,7 milioni di euro per 11,6 mila ettolitri nel 2016, l’Italia è il terzo partner commerciale del Paese, dopo Francia (7,1 milioni di euro, +8,5%) e Cile (6,3 milioni di euro, -11,6%). Dobbiamo cogliere l’attimo: siamo l’unico Paese importatore con una crescita del +66% in valore e +36% in quantità. Il prezzo medio del vino made in Italy (3,21 euro al litro, +22%) supera quello di tutti gli altri Paesi, Francia compresa», conclude Marina Nedic.
(dati Wine Monitor – Nomisma)
In foto: Singapore
Tag: Asia, export, export vino italiano, Giappone, Iem, Simply Italian Great Wines, Singapore, Vietnam© Riproduzione riservata - 20/11/2017