Export in Russia: il vino italiano torna a crescere

Export in Russia: il vino italiano torna a crescere

Torna la fiducia nelle potenzialità di crescita del mercato russo. L’Italia ha saputo mantenere il primato fra gli importatori di vino nel 2016, resistendo alla crisi e incrementando le vendite in valore e quantità (189 milioni di euro, +4,1% sul 2015, per 609 mila ettolitri, +5,2%. Dati Wine Monitor – Nomisma). La vera sorpresa è arrivata nel primo bimestre 2017, quando, a dispetto dell’embargo, il nostro export alimentare in Russia è schizzato addirittura del +50,5% sullo stesso periodo 2016 (elaborazione dati Istat). Un segnale importante, che contestualizza la ripresa del comparto vino in un quadro più generale.

Un’opportunità da cogliere

Sebbene la crisi economica abbia determinato una frenata dei consumi negli ultimi due anni, il 2016 ha visto un recupero delle importazioni di vino in Russia, in quantità (+1%) ma soprattutto in valore (+5,5%), con 660 milioni di euro per 4 milioni e 40 mila ettolitri. Ad approfittare di questa ripresa può essere soprattutto il vino italiano, che domina il mercato con una quota del 29%. Nel 2016 lo Stivale ha mantenuto valori positivi, incrementando il divario con la Francia, che cala dal 23% al 18% raggiungendo la Spagna – terzo partner commerciale della Russia. Georgia e Abcasia, invece, si attestano su quote di mercato più modeste (8% e 6%).

Il nostro asso nella manica è la ristorazione

Gioca un ruolo chiave la presenza diffusa dei nostri prodotti nella ristorazione, soprattutto di cucina italiana, che continua a riscuotere grande successo fra i consumatori russi. È proprio questo settore che, a fronte della crisi, si conferma il principale traino per i consumi di vino. Anche grazie all’apertura di nuovi ristoranti e wine bar a Mosca e a San Pietroburgo. Si registra anche la nuova tendenza di inserire in carta e servire una serie di etichette dal buon rapporto qualità-prezzo, più facilmente consumabili. Un trend che può rappresentare un’ulteriore opportunità di espansione.

Nell’export in Russia il vino italiano batte la Francia

Fiore all’occhiello della produzione italiana sono i vini fermi imbottigliati (che in Russia costituiscono il 70% dell’import di vino in valore). La performance del Bel Paese vale 123 milioni di euro (+4,1%) e corrisponde al 26% del comparto, mentre la Francia cede il passo e si ferma a 86 milioni di euro (+0,1%) con una quota di mercato del 18%. Un trend incoraggiante, considerando che nel 2011 i cugini d’Oltralpe esportavano il 28% dell’imbottigliato in valore, e l’Italia solo il 22%.

La contesa è fra bollicine

La sfida si gioca nel rilancio del comparto spumanti. Anche qui l’Italia si conferma primo fornitore, ma è incalzata dalle bollicine francesi. Il Bel Paese vale il 58% del mercato complessivo, contro il 32% francese e il 6% spagnolo. Mantiene tassi positivi, seppur più modesti (+3,5% in valore con 62 milioni di euro, +2,5% in quantità per 173 mila ettolitri), in un contesto complessivo abbastanza dinamico. L’import totale degli spumanti nel 2016 vale 106 milioni di euro (+11,5%) per 264 mila ettolitri (+9,7%).

Solo Italiano. Il made in Italy protagonista

Questi dati danno il benvenuto all’edizione 2017 di Solo Italiano, l’evento organizzato da Iem (International Exhibition Management) per promuovere e valorizzare il vino del Bel Paese: domani a Mosca e giovedì 8 giugno a San Pietroburgo. Le aziende protagoniste del tour sono al centro di un ricco programma di seminari, degustazioni guidate, conferenze stampa e cene promozionali. Un format ideato per favorire l’incontro diretto tra i produttori italiani e professionisti di settore (importatori, distributori, sommelier, canale horeca), giornalisti, opinion makers e consumatori di alto profilo del mercato russo.

Le aziende partecipanti

A Solo Italiano 2017 partecipano: Azienda Vinicola Gaierhof (Trentino – Alto Adige), Cantine San Marco (Lazio), Coppo (Piemonte), La Pergola (Lombardia), L’Astemia Pentita (Piemonte), Luca Menicucci (Toscana), Ruffino (Toscana), Vigna Traverso (Friuli Venezia Giulia), Villa Mattielli (Veneto), Zeni 1870 (Veneto).

Con il Consorzio Vino Chianti Classico: Bindi Sergardi, Borgo Salcetino, Castello di Meleto, Fattoria della Aiola, Rocca delle Macie, Tenuta Riseccoli, Triacca – La Madoninna, Villa Trasqua.

Con l’Istituto del Vino di Qualità – Grandi Marchi: Marchesi Antinori (Toscana), Argiolas (Sardegna), Ca’ del Bosco (Lombardia), Carpené Malvolti (Veneto), Michele Chiarlo (Piemonte), Jermann (Friuli Venezia Giulia), Masi Agricola (Veneto), Mastroberardino (Campania), Pio Cesare (Piemonte), Tasca d’Almerita (Sicilia), Umani Ronchi (Marche).

Insieme alle Cantine, anche i principali importatori: Caudal, Classica, Dp Trade, Fort, Ladoga Group, Luding, Simple, Wine Discovery.

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© Riproduzione riservata - 05/06/2017

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