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Dati di mercato e assaggi in anteprima: un 2021 effervescente per il Valdobbiadene

Dati di mercato e assaggi in anteprima: un 2021 effervescente per il Valdobbiadene

I numeri del Consorzio del Conegliano Valdobbiadene raccontano il salto di qualità: la crescita in valore (+18%) supera quella in volume (+13,7%). Rinnovato impegno per la sostenibilità ed enoturismo. Le caratteristiche della nuova annata nella nostra degustazione sulle colline venete.

Nei consuntivi tanto quanto in cantina, il 2021 è stata un’annata inebriante per il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg. Lo certificano i numeri del Rapporto Economico, presentati a Vinitaly. Sono 104,7 milioni le bottiglie prodotte con l’importante specificazione di una crescita in valore (+18%, a quota 621,4 milioni di euro) che ha superato quella in volume (+13,7% rispetto al 2020). Lo ribadisce la qualità dei vini assaggiati nell’anteprima promossa dal Consorzio; nelle espressioni delle Rive è concentrata tutta l’unicità di una stagione rara, capace di coniugare nelle uve ottimo tenore zuccherino e alti livelli di acidità.

Conegliano Valdobbiadene
Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio, parla con soddisfazione dell’aumento di valore del Conegliano Valdobbiadene Docg

Crescono horeca ed e-commerce

«I dati parlano di un traguardo raggiunto; quello del deciso aumento di valore del nostro prodotto», ha commentato nella conferenza di presentazione a Vinitaly Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio. «Il risultato positivo del 2021 è il frutto del grande sforzo che la denominazione ha affrontato nel 2020 per mantenere e rinnovare le relazioni con il mercato, tramite la ricerca di nuovi canali di vendita e di innovazioni nelle attività di comunicazione e promozione». A proposito di canali, le centrali d’acquisto hanno ancora la fetta più grossa del mercato italiano: 46,3% in volume e del 40,8% in valore.
«Ma c’è da sottolineare la performance dell’Horeca: 25,8% in volume e 30,3% in valore. Importante anche il consolidamentodell’e-commerce. Il progresso rispetto dal 2020 è del +39,8% in volume e del +52,5% in valore» commenta Eugenio Pomarici, professore ordinario presso l’Università di Padova e responsabile della stesura del Rapporto economico.

Regno Unito primo mercato estero

L’export vale il 41% del totale venduto. Il primo mercato è quello UK, in progresso del 18,2% in volume (9,6 mln di bottiglie) e 50,2 milioni di euro in valore (+7,5%); a seguire la Germania con 7,6 milioni di bottiglie (+10,5%) e 47,2 milioni di euro (+10,4%) e la Svizzera (6,2 milioni di bottiglie, +9,2% e 31,3 milioni di euro in valore, +8,8%). In netta ripresa il mercato statunitense che recupera rispetto al 2020 fortemente condizionato dalla pandemia un +43,5% in volume e +40,6% in valore.

Per Diego Tomasi, direttore del Consorzio, nel 2029 tutte le aziende saranno certificate SQNPI

Sostenibilità ed enoturismo

Altra medaglia al petto sono la gestione sostenibile in vigneto e l’impulso dato all’enoturismo.
«Possiamo vantare 2884 ettari certificati SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata) pari al 33,1% della superficie vitata», conferma Diego Tomasi, direttore del Consorzio. «Il nostro obiettivo è arrivare a fine anno al 45% e alla totalità delle aziende nel 2029. E il ricorso alle energie rinnovabili è cresciuto del +16% rispetto a 12 mesi fa. Nel frattempo, abbiamo attivato il progetto del Bio distretto e altre iniziative in vigneto volte a migliorare la biodiversità tra i filari e più in generale la salute delle nostre colline, dal Plastic free allo zero azoto e la Via delle api».
Nel 2021 si è registrato anche un aumento del +44,5% delle visite in cantina che hanno portato un valore alla denominazione di 25 milioni di euro. La spesa dei visitatori è aumentata del +31,6% sull’anno precedente.

Un’annata tardiva

Seguire in auto i serpeggianti pendii terrazzati svela la bellezza del territorio, dichiarato patrimonio Unesco nel 2019. E spiega la crescita dell’interesse turistico per queste zone viticole. Su queste colline, le “Rive” del dialetto pettinate dai vigneti, il lavoro manuale è ancora prevalente. Un lavoro particolarmente arduo in annate piovose come la scorsa.
«La 2021 è stata un’annata tardiva con caratteristiche poco comuni», ha spiegato Tommasi nella degustazione in anteprima a Villa Brandolini di Solighetto (Soligo). «Un aprile rigido e un maggio molto piovoso hanno ritardato il germogliamento. Le temperature fredde hanno però frenato la diffusione della peronospora, la maggior nemica dei nostri filari. La maturazione è stata lenta e l’epoca della vendemmia ha riportato le lancette indietro di 20 anni. Il risultato sono state uve peculiari, con alte concentrazioni di zuccheri ma anche grandi livelli di acidità». E vini con un profilo aromatico elegante. «Le temperature basse hanno sviluppato meno norisoprenoidi. Quindi nessun sentore di frutta esotica come ananas e banana, ma sono emersi gli aromi più tipici della varietà Glera».

Il fil rouge della freschezza

«Nei vini di quest’annata il contenuto di acido malico è di 0,5/1 g per litro superiore a quella degli ultimi 15 anni», ha specificato Gianfranco Zanon, enologo e responsabile della commissione tecnica del Consorzio. La freschezza è il fil rouge che accompagna prodotti anche con residui zuccherini differenti. Merotto Integral Extra Brut, coi suoi soli 2,7 g/l di zucchero è una versione estrema di una denominazione comunque alla ricerca di espressioni più secche. Nasce dai vigneti storici di Col San Martino. Dopo la fermentazione in autoclave rimane 120 giorni sui propri lieviti. Il risultato è un naso pulito, teso, essenziale, dove primeggiano le note floreali e un palato sapido e asciutto. Nel Col del Forno Rive di Refrontolo Brut di Andreola aumentano gli zuccheri (7 g/l); ma la spinta acida rimane intatta così come le note floreali, dove domina il glicine, e la persistenza gusto-olfattiva, caratteristiche derivate da suoli più argillosi. Più identitario, rotondo e fruttato – e non poteva essere altrimenti visti i 5 g/l di zucchero – il Torre Zecchei Extra Dry. Uno spumante fresco con ottima corrispondenza tra narici e bocca. Così come non si scommetterebbe sui 27 grammi litro di zucchero nel Le Bertole Cartizze Dry; qui l’annata accentua (in senso buono) le asperità e smussa le tipiche note di rosa e macedonia. Un vino alla cui finezza ed eleganza contribuiscono i suoli calcarei delle colline più vocate della denominazione.

Foto di apertura: sulle Rive il lavoro manuale è ancora prevalente

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© Riproduzione riservata - 11/04/2022

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