Il passaggio dall’attività d’imbottigliamento del padre a quella di distributore a partire dai distillati. L’esperienza d’insegnamento all’Ais e l’incontro con Veronelli, Khail e Soldati. L’esclusiva dal marchese Incisa nel 1985 e i sogni condivisi con Rivella.
“Signori si nasce”, diceva Totò. Qualcuno lo diventa, come ci ha fatto notare Giuseppe Meregalli, orgoglioso del fatto che dopo essere stato considerato per anni Mr Grandi Vini, grazie a suo figlio Marcello finalmente oggi, dopo 60 anni di carriera, è conosciuto come “il Signor Meregalli”.
Dietro questa osservazione, senza nulla da togliere all’ottimo Marcello, c’è un impasto brianzolo di umiltà e concretezza. E astuzia, perché di intuizioni ne conta parecchie, e crediamo che nessuno l’abbia mai saputo gabbare. Forse nemmeno chi scrive, nonostante la compiacenza di una squadra fortissima (il figlio e il management del gruppo) che ha voluto regalargli questa sorpresa per il suo ottantesimo compleanno: una lunga intervista, che – essendo segreta – si è sviluppata come una chiacchierata un po’ scriteriata sulla via di Gavorrano, in Maremma, ufficialmente in visita alla sua Tenuta Fertuna. Ebbene, non siamo convinti che abbia mangiato la foglia, ma tant’è.
Pensare, desiderare e rispettare
Ne esce un piccolo affresco del Novecento vinicolo. E lui sempre entusiasta. Solo sul finale si lascerà andare a un pensiero lievemente malinconico: «Era bello vedere nascere le cose, ora è tutto complicato. Devi essere più pratico negli affari legali che nel tuo mestiere».
Siamo però certi che l’esempio del suo percorso imprenditoriale possa dare slancio a chiunque abbia idee e voglia realizzarle, nonostante le difficoltà. E tre sono le regole base del metodo Meregalli Giuseppe: pensare fuori dal coro, seguire i desideri e rispettare il prossimo.