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Crolla il fatturato della birra artigianale: -90% per Cia e Unionbirrai

Crolla il fatturato della birra artigianale: -90% per Cia e Unionbirrai

La filiera della birra indipendente made in Italy subisce pesantemente i danni della pandemia. Cia e Unionbirrai lanciano l’allarme: -90% di fatturato, a causa delle chiusure dei locali. E serve un codice Ateco specifico per distinguere microbirrifici e multinazionali.

La pandemia sta mettendo a rischio gli oltre 900 microbirrifici artigianali del Paese. Una prima speranza di ripresa per il settore craft arriva da un emendamento alla legge di bilancio, ma sono necessari interventi strutturali per dare nuovo slancio al comparto, a partire dalla costituzione di un codice Ateco specifico che differenzi il mondo artigianale della birra dalle grandi multinazionali. È il messaggio lanciato da Cia-Agricoltori Italiani e Unionbirrai, che si sono confrontate con Giuseppe L’Abbate (sottosegretario alle Politiche agricole) in un recente webinar dedicato alla crisi del settore.

Una speranza dal Bilancio 2021

“La pandemia è piombata su un settore in piena crescita, competitivo e di qualità, causando danni enormi. Dopo i ripetuti appelli a Parlamento e Governo, ora le speranze degli operatori sono riposte nell’emendamento approvato alla legge di bilancio 2021, che prevede un fondo di 10 milioni di euro a sostegno delle filiere agricole minori, tra cui quella della birra”, spiegano hanno detto Dino Scanavino, presidente nazionale di Cia, e Vittorio Ferraris, direttore generale di Unionbirrai. È chiaro, però, che per permettere al settore di rimettersi in moto servono misure strutturali e di lungo periodo.

Altre misure utili per il rilancio (e sul lungo periodo)

I possibili provvedimenti utili al rilancio vanno nella direzione di un allentamento di obblighi fiscali e finanziari. Cia e Unionbirrai forniscono qualche esempio: ridurre l’Iva per il 2021 per la birra artigianale italiana, considerandola come prodotto della filiera agroalimentare; prevedere un credito d’imposta per gli esercenti che hanno acquistato e acquisteranno birra artigianale sfusa, così da aiutare i locali attualmente di nuovo in lockdown e rilanciare la produzione dei birrifici; avviare un dialogo costruttivo con la Gdo per entrare in maniera concorrenziale nei supermercati italiani, puntando sulla qualità.

La birra artigianale italiana in cifre

“Il rischio di chiusure, oggi, è molto elevato. Bisogna dare ossigeno alle aziende per poter imboccare la strada della ripartenza”. La crisi nera di questo settore dal grande potenziale di sviluppo deriva in primis delle chiusure di pub, bar, ristoranti e il blocco di fiere, eventi e sagre. A rischio c’è un comparto che vale il 4% del mercato nazionale, produce in media 500 mila ettolitri l’anno, di cui circa il 20% biologico, fattura oltre 250 milioni di euro e dà lavoro a 7 mila addetti (dati Cia-Unionbirrai).

Un prodotto tipico italiano, soprattutto per i giovani

La birra artigianale è entrata anche nel paniere Istat, a testimonianza del suo successo crescente nelle famiglie, ed è ormai considerata un prodotto nazionale tipico, soprattutto fra i giovani. L’Italia oggi è al quarto posto in Europa per numero di birrifici, dietro Paesi con una grande tradizione brassicola come Regno Unito, Germania e Francia. E il 60% dei millenial italiani si dichiara un conoscitore attento delle varie tipologie di birra artigianale, che considera tipiche quasi quanto il vino.

Foto di Bence Boros – Unsplash

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© Riproduzione riservata - 23/12/2020

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