Censimento delle vecchie vigne: le Marche

Censimento delle vecchie vigne: le Marche

Le vecchie vigne delle Marche sono passate di padre in figlio in aziende che, pur strutturate, conservano l’anima famigliare. Castelli di Jesi e Piceno custodiscono vere e proprie “opere di archeologia viticola”. Per segnalare vecchie vigne di oltre i 30 anni d’età scrivere a redazione@civiltadelbere.com. 

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Il tessuto produttivo marchigiano è ricco di piccole realtà famigliari che gradualmente si sono trasformate in aziende strutturate, conservando però il Dna artigianale. In questo contesto si colloca il fisiologico passaggio di padre in figlio delle vecchie vigne, salvandole così dal probabile espianto. In qualche caso le possiamo definire anche “opere di archeologia viticola” che permettono di ottenere vini esemplari per le rispettive denominazioni. La maggiore presenza si riscontra nel comparto dei Castelli di Jesi, a seguire c’è il Piceno dove, oltre a corpi di Montepulciano e Trebbiano, spicca la vigna Madre di Pecorino, protagonista della riscoperta del vitigno. Qualche altro vigneto “singolare” si trova a Matelica, mentre il resto della regione vanta casi sparuti ma sempre molto interessanti.

Bucci

Villa Bucci, Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Classico Docg

La vigna S. Fortunato di Serra de’ Conti risale ai primi anni Sessanta, ha ceppi disposti a giropoggio con un’esposizione calda, mentre i filari della Villa a Montecarotto, del 1971, spiccano per l’acidità grazie all’orientamento nord-est. Entrambe allignano su suoli argillosi a forte componente calcarea. Dal sapiente blend dei vini ottenuti dalle uve di queste vigne, maturati in vecchissime botti di rovere, nasce il Villa Bucci, un’icona del comparto. Spiccano la finezza aromatica, l’equilibrio della struttura e la capacità evolutiva. Affascina a piccoli sorsi, ti cattura con il tempo.

Umani Ronchi

Vecchie Vigne, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Doc

Le piante innestate in campo nel 1971, in origine vigorose, con il tempo e l’età si sono adattate al suolo e al clima, modificando la fisionomia dei grappoli divenuti più spargoli. I terreni de Le Busche hanno dosi paritarie di argilla, sabbia e limo, sono profondi e agevolano l’accumulo di acqua. Dai filari a doppio e triplo capovolto nascono le uve del Vecchie Vigne, che da giovane è spesso restio ad esprimersi, ma evolve sempre con fascino. I punti di forza sono la freschezza con cui bilancia la struttura, la complessità fruttata e la sapidità, che lo rendono profondo e longevo.

Moroder

Dorico, Conero Riserva Docg

L’escursione termica del monte Conero e le brezze marine della baia di Portonovo, a pochi chilometri in linea d’aria, influenzano le uve di questa vigna di Montepulciano di 4,5 ettari impiantata nel 1968. I filari condotti in biologico e allevati a doppio capovolto, crescono su suoli argillosi molto calcarei. In questo habitat dal 1987 nasce il Dorico, un Montepulciano di razza, capace di unire la robustezza del vitigno e la spiccata salinità che l’ambiente favorisce. Un rosso mascolino nel quale risaltano il frutto polposo, tratti di gradevole austerità e la fitta tannicità con cui incide al palato.

vecchie vigne Marche
Vigna del Cantico di Andrea Felici si trova in area pre appenninica e gode sia di escursioni termiche montane sia di brezze marine

Andrea Felici

Vigna Il Cantico della Figura, Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Classico Docg

Il terroir d’Apiro, a ridosso del pre Appennino, beneficia delle escursioni termiche montane e delle dolci correnti marine. Questa vigna di metà anni Sessanta, condotta a Guyot doppio, esposta a nord-est e gestita in bio, giace su argille blu di origine fluviale e calcare. Il Cantico della Figura a cui dà vita è un condensato di finezza varietale. Nei millesimi freddi mostra l’austerità dei territori di montagna con profili affilati e verticali, mentre nelle annate calde rivela una bella solarità, con sentori fruttati e agrumati. La sapidità lo proietta oltre ogni immaginabile orizzonte temporale.

Tenuta Cocci Grifoni

Guido Cocci Grifoni, Offida Pecorino Docg

Nell’autunno 1982 Guido Cocci Grifoni si recò ad Arquata del Tronto nel vigneto di Cafini, per prelevare le marze di Pecorino con cui, pochi mesi dopo piantò i filari sperimentali sul colle San Basso di Offida. Dopo anni di studi, nel 1987 dai cloni “arquitani” a nord, nacque la vigna Madre e nel 1990 la prima bottiglia di Pecorino delle Marche. Le uve per anni confluite nel Pecorino Colle Vecchio, dal 2013 producono il Guido Cocci Grifoni. Mostra un sorso robusto e pieno, articolato e sapido, in cui risaltano i sentori fruttati, terziari e la complessità. È il portavoce di un vitigno ritrovato.

Saladini Pilastri

Vigna Monteprandone, Rosso Piceno Superiore Doc

Sui declivi di un colle sottostanti un boschetto di querce, vegeta questo vigneto di 3 ettari di circa 50 anni condotto a tendone abruzzese. Un impianto gestito in biologico, che alligna su terre non troppo compatte, capace di assicurare uve di grande equilibrio. Il Vigna Monteprandone prodotto dal 1998, in origine affinava in barrique e mostrava la robustezza del vitigno con un sorso pieno e voluminoso. Oggi matura in botti di 50 ettolitri e rivela una bella fragranza fruttata, ha minore densità aromatica e strutturale e tannini setosi. Il risultato è un Montepulciano varietale ed elegante.

Cantina Cavalieri 

Gegè, Verdicchio di Matelica Doc

Il Fornacione è un magnifico vigneto di 3 ettari di Verdicchio con saldo di Trebbiano, impiantato nel 1962, le cui piante, nel tempo, si sono replicate in campo talvolta per propaggine. Il monte San Vicino alle spalle, esposizione assolata a sud-ovest, terre argillose e fertili: è questo l’habitat da cui si nascono le uve per il Gegè. Prodotto in modo artigianale e senza schematismi, in genere fermenta e affina in cemento e acciaio. È un condensato di robustezza e acidità (valori cardine dei vini di Matelica), ha un sorso teso, il finale energico e sapido, e in bottiglia evolve sempre in modo intrigante.

Foto di apertura: la vigna Madre di Cocci Grifoni nasce da Pecorino selezionato e prelevato ad Arquata del Tronto nel 1982

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© Riproduzione riservata - 04/06/2022

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