Censimento delle Vecchie Vigne: il Friuli Venezia Giulia
Sono quasi 50 gli ettari rilevati nella nostra ricognizione delle vecchie vigne del Friuli Venezia Giulia. Il Tocai è tra gli impianti più antichi, ma ci sono anche Refosco dal peduncolo rosso, Merlot, Malvasia e un’ultracentenaria Vitovska. Per segnalare vecchie vigne di oltre i 30 anni d’età scrivere a redazione@civiltadelbere.com.
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Passione e conoscenza sono la formula magica che ha consentito ai tre agronomi friulani Enos Costantini, Claudio Mattaloni e Carlo Petrussi di realizzare una ponderosa opera (quasi 900 pagine) dal titolo La vite nella storia e nella cultura del Friuli (Forum editrice, 2007).
Gli 11 indimenticabili
Il primo capitolo è dedicato a “Undici vigneti da non dimenticare”. Vigneti che, spiegano gli autori, “si possono definire storici per almeno uno dei seguenti motivi: sono di impianto antico o abbastanza antico; contengono forme di allevamento non più in uso, o il cui uso va rapidamente scomparendo; riportano esempi di tecniche abbandonate per motivi fitopatologici o per l’avvento della meccanizzazione; contengono varietà autoctone in via di estinzione o comunque di interesse storico; sono esempi di sistemazione del terreno di tipo tradizionale, generalmente molto antiche e in perfetto equilibrio con l’ambiente, tanto dal punto di vista ecologico che estetico-paesaggistico”.
E tuttti gli altri
Con il supporto dei Consorzi di tutela – e qualche preziosa dritta di Carlo Petrussi – siamo andati alla ricerca di altri vigneti impiantati prima degli anni ’80. Compresi i 3,5 ettari rappresentati dagli 11 “indimenticabili”, ne abbiamo rilevati – un po’ in tutto il territorio regionale, ma prevalentemente nella zona collinare del Friuli Orientale – quasi 50 ettari. Qui una selezione.
Conte d’Attimis Maniago di Buttrio ha alle spalle oltre quattro secoli di storia. Degli oltre 100 ettari vitati, una ventina – frazionati in circa 50 particelle – sono stati impiantati tra il 1925 e il 1980. L’età media, oltre i 70 anni, corrisponde all’età dell’impianto, «perché non ricordo di aver fatto mai rimpiazzi nei vigneti, se non nei primi 3-4 anni», spiega Alberto d’Attimis. Tra le chicche, mezzo ettaro di Merlot del 1925 e 2,5 ettari di Tocai del 1928. Non ci sono singoli appezzamenti vinificati in purezza. «Spesso preleviamo materiale dai vecchi filari per i nuovi impianti. Così abbiamo vigneti “giovani” con la storia nel Dna».
Vigneto Storico, Friulano Friuli Colli Orientali Doc
Il Tocai, che dopo la perdita del nome ha ceduto migliaia di ettari al Prosecco e al Pinot grigio, ha invece un posto importante tra le vigne storiche. E si chiama proprio Vigneto Storico il Friulano che Adriano Gigante produce nella sua azienda in località Rocca Bernarda dalla fine del secolo scorso (quando ancora si poteva chiamare Tocai) quando le viti, piantate nel 1947, raggiunsero il mezzo secolo di vita. Un vino che ricorda – com’è giusto – il Tocai di un tempo, ma più di quello elegante e longevo.
Identità, Friuli Colli Orientali Bianco Doc
Sempre a Rocca Bernarda, Specogna utilizza le uve di viti antiche di Friulano insieme a quelle di Malvasia e Ribolla gialla (tutti impianti datati tra il 1950 e il 1960) per realizzare un blend chiamato Identità: fermentato in tonneaux di rovere, affinato in legno per 1 anno, viene imbottigliato dopo altri 6 mesi di riposo in acciaio. «Lo abbiamo chiamato Identità», racconta Cristian Specogna, «perché siamo convinti che sia la miglior espressione della nostra realtà e del nostro territorio».
Friulano, Friuli Colli Orientali Doc
Ancora un Friulano in purezza è quello che imbottiglia a Faedis Federico De Luca (Ronc dai Luchis) assemblando le uve di Tocai provenienti da due diversi impianti, uno di inizio Novecento e l’altro che ha (si fa per dire) solo 60 anni.
Mario Schiopetto,Collio Friulano Doc
Scendendo in Collio, un Friulano “monumentale”, pluripremiato, è quello che Emilio Rotolo produce nell’azienda Schiopetto. Dedicato al fondatore Mario, nasce dalla vigna impiantata dalla Curia di Gorizia (allora proprietaria) nel 1954: Tocai friulano 95%, Riesling 5%.
Ronco della Chiesa, Collio Doc
A Brazzano di Cormòns, Borgo del Tiglio produce il Friulano Ronco della Chiesa dal vigneto omonimo, impiantato a fine anni ’50. Ma nascono da vigneti ultrasessantenni anche il Rosso della Centa (Merlot in purezza) e la Malvasia Italo e Bruno, che prende il nome dai due fratelli proprietari del vigneto poi acquisito dalla famiglia Manferrari.
Merlot, Friuli Grave Doc
Anche se Collio e Colli Orientali sono un vero “giacimento” di perle enologiche, il resto della regione non è da meno. In pianura, a Sacile, località Vistorta, il vigneto Ridiel (mezzo ettaro, 270 piante originarie messe giù nel 1918, nuovi impianti con selezione del materiale genetico originale) e il vigneto Colombera (1,2 ettari anno d’impianto 1965) sono determinanti nella riuscita di quello che la famiglia Brandolini d’Adda definisce senza falsa modestia “The great Italian Merlot”: il Merlot Vistorta.
Refosco dal peduncolo rosso, Friuli Aquileia Doc
Sempre in pianura, a pochi chilometri da Aquileia, nel Parco storico di Villa Chiozza a Scodovacca, vi è un vigneto di Refosco dal peduncolo rosso della bella età di 85 anni (risale, documenti alla mano, al 1936). Da mezzo secolo viene coltivato dalla Cantina Produttori Cormòns, che lo imbottiglia in purezza e lo commercializza: meno di 10 euro (8,30 prezzo nel negozio aziendale, fisico o online) per portarsi a casa un eccellente rosso autoctono e un pezzo di storia dell’enologia friulana.
Stanko Milič
Vitovska
Il tour tra le vecchie vigne si conclude sul Carso, a Sgonico: nella osmiza di Stanko (o Stanislao, come preferite) Milič è possibile degustare la sua Vitovska, figlia di viti impiantate nel 1912, regnante Francesco Giuseppe. Il vigneto è poco distante dalla osmiza (e abitazione di famiglia): 1 ettaro, piante disposte a pergola, sesto d’impianto 0,80 x 4 m. Oltre alla versione ferma, Stanko produce anche una Vitovska spumante, metodo Martinotti: da provare entrambe, magari abbinate ai salumi autoprodotti, dei quali Stanko e famiglia sono orgogliosi, quasi quanto dei loro vini.
Foto di apertura: gli “Undici vigneti da non dimenticare”, schedati da Costantini, Mattaloni e Petrussi hanno forme di allevamento in via d’estinzione © C. Mattaloni
Tag: Censimento delle Vecchie Vigne, Friuli-Venezia Giulia, Vecchie VignePer scoprire le altre Vecchie Vigne d’Italia clicca qui+
© Riproduzione riservata - 13/03/2022