Carmignano Docg, il vino dei Medici alla Tenuta di Artimino
Non sono molte le aziende che vantano un sito Patrimonio dell’umanità Unesco al loro interno. Così è per la Tenuta di Artimino, borgo di rara bellezza nel cuore della Toscana, a 20 chilometri da Firenze, che comprende anche l’imponente Villa La Ferdinanda, storica residenza di caccia della famiglia Medici. La proprietà produce vino e olio dal XVIII secolo e dal 1989 appartiene alla famiglia Olmo, che ha saputo valorizzarne i gioielli artistici e naturali facendone un luogo di accoglienza di charme e di buona cucina.
Tenuta di Artimino: una storia di famiglia
L’acquisizione è legata a Giuseppe Olmo, imprenditore lungimirante e celebre ciclista che, nel 1935, segnò il record dell’ora al Velodromo Vigorelli di Milano. Oggi la gestione è affidata ai nipoti Annabella Pascale e Francesco Spotorno Olmo, fortemente impegnati nel potenziare la produzione vinicola, che si attesta sulle 500 mila bottiglie. La Tenuta si estende su 700 ettari di cui 80 a vigneto, allevati prevalentemente a Sangiovese, poi Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Gamay e gli autoctoni Cannaiolo, Colorino, Trebbiano e Malvasia bianca. La filosofia aziendale si fonda su una viticoltura rispettosa dell’ambiente, che aiuta la naturale vocazione dei terreni avvalendosi delle più avanzate tecnologie di cantina.
Un terroir anticamente vocato
Le etichette si distinguono per la piacevolezza di beva, la finezza dei profumi e l’eleganza aromatica, raccontando con gentilezza e carattere il blasonato terroir. L’area, infatti, vanta una storia enologica millenaria che affonda le sue radici nel periodo etrusco per trovare un nuovo slancio con la famiglia de’ Medici e in particolare con il granduca di Toscana Cosimo III, promotore del celebre Bando settecentesco che per la prima volta fissò i confini e regolamentò la produzione dei quattro più importanti vini toscani dell’epoca, tra cui il Carmignano e il Chianti.
Carmignano e Chianti, dai Medici a oggi
Tenuta di Artimino produce due grandiose espressioni di Carmignano Docg: l’armonico Poggilarca, blend di Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot, e la strutturata Riserva Grumarello, che include anche il Syrah. Completano la collezione il Ser Biagio, Barco Reale di Carmignano Doc, il Vin Ruspo, Barco Reale di Carmignano Rosato Doc e l’Occhio di Pernice, Vin Santo di Carmignano Doc. Il nuovo corso delineato da Annabella Pascale e Francesco Spotorno Olmo, con l’aiuto dell’agronomo Alessandro Matteoli e dell’enologo Filippo Paoletti, ha visto un forte impegno anche sul fronte del Chianti Docg. Dalle vigne posizionate sul versante che guarda a Firenze, nasce l’intenso Montalbano Chianti Docg, felice unione di Sangiovese, Canaiolo e Colorino.
Per info: www.artimino.com
Tag: Carmignano, Chianti, Patrimonio Unesco, Tenuta di Artimino, ToscanaL’articolo è tratto da Civiltà del bere 3/2018. Per continuare a leggere effettua il login, oppure acquista il numero sul nostro store (anche in digitale) o scrivi a store@civiltadelbere.com
© Riproduzione riservata - 30/08/2018