Bolgheri Superiore 2020: l’annata e i nostri assaggi a Bolgheri DiVino
Abbiamo degustato in anteprima il millesimo in vendita nei prossimi mesi: alternanza un po’ dicotomica di note molto fresche, a volte erbacee, e maturità talvolta spinta. Qualche nome da scoprire e la conferma di alcune griffes che usciranno con vini già pronti, ma con prospettive di ottima evoluzione. L’evento Bolgheri DiVino è stato – in sintesi – un grande successo.
Il nuovo anno scolastico, ma anche lavorativo nel mondo del vino, è ripartito col botto, ossia con l’assaggio in anteprima dei Bolgheri Superiore 2020, grazie all’evento Bolgheri DiVino organizzato il 2 e il 3 settembre a Castagneto Carduccu. In sintesi, l’astro bolgherese brilla sempre più intensamente e ha raggiunto un successo forse senza precedenti tra le denominazioni nazionali.
Grandi interpreti di un grande territorio
Negli anni Duemila, da nicchia di poche eccellenze è divenuta una delle zone viticole più amate anche dal pubblico degli appassionati, che l’annoverano certamente tra le top five dei grandi vini italiani. Il nome Bolgheri evoca pregio e gusto, andando oltre lo stereotipo che vorrebbe in ribasso i vitigni internazionali, o più precisamente bordolesi.
Sarà l’eccezione che conferma la regola? Crediamo piuttosto che grandi interpreti del territorio, come Cabernet, Merlot & co. guidati da un’enologia sapiente siano in grado di esprime l’essenza di una regione con forte senso di identità e piacevolezza indiscutibili. Non è un caso, a proposito di enologia (e viticoltura) che alcuni degli assaggi più interessanti delle nuove annate siano frutto di indiscutibile know-how e forse anche di un sapiente ausilio della tecnologia. Ma andiamo con ordine.
Cos’è successo? Un successo
Per la prima volta il Consorzio dei vini Bolgheri e Bolgheri Sassicaia Doc non solo ha anticipato l’anteprima (e poi seguirà l’anticipo di Benvenuto Brunello atteso per l’11 novembre), ma ha anche organizzato l’apertura al pubblico, sabato 3, registrando oltre mille ingressi (prezzo del biglietto 100 euro). Appassionati che hanno assaggiato le annate in commercio di grandi bolgheresi in luoghi affascinanti, tra le sale del Castello di Castagneto e il Frantoio di Casa Carducci; 62 aziende espositrici, oltre 150 vini disponibili.
C’era un’ampia scelta il sabato sui banchi, una festa per conoscere il territorio. Il catalogo riportava le storie delle aziende protagoniste e i vini, con ampi spazi per riportare note e punteggi. Molti i Bolgheri Rosso Doc dell’annata 2021 (mediamente molto buoni), con diverse annate anche precedenti disponibili, qualche bianco (sia Vermentini freschi e spensierati sia grandi bianchi, come il Criseo di Guado al Melo)
Ma l’annata 2020?
Per la stampa specializzata (e quindi anche per noi) è stata più che altro l’occasione per assaggiare i vini Bolgheri Superiore (cioè le teste di serie) della nuova annata, che andrà in commercio tra qualche mese, ossia la 2020. Il comunicato stampa riporta la seguente descrizione: “L’inverno è stato mite e piovoso. A marzo in alcune notti le temperature si sono avvicinate alla 0, ma non ci sono stati problemi legati al gelo. La primavera è stata calda con precipitazioni nella norma, garantendo un regolare sviluppo vegetativo fino alla fioritura. A metà giugno ci sono state le ultime grandi piogge prima dell’estate, che è stata calda e asciutta. A fine agosto sono arrivate delle piogge che hanno portato ad un notevole abbassamento delle temperature, risalite poi verso la metà di settembre”.
Se ne deduce, in sintesi, che l’annata è da considerarsi calda, in linea con gli innalzamenti delle temperature che ben conosciamo, con un finale che ha portato freschezza e ristoro. Tuttavia, molti produttori interpellati hanno definito questa 2020 “fresca”, in generale.
La nostra degustazione
Se ci riferiamo alle nostre note di degustazione, possiamo confermare che i campioni assaggiati riflettevano la dicotomia che scaturisce dal commento riportato; alcuni vini esprimevano note erbacee, tipiche di Cabernet e Merlot nei millesimi freschi (o molto caldi, per via dei blocchi vegetativi che rallentano la maturazione delle uve), altri proponevano invece sentori molto maturi, fino a casi di marmellata di frutti di bosco, tendenzialmente surmaturi.
Abbiamo assaggiato tutto alla cieca, per poi guardare successivamente i risultati e ne abbiamo ricavato un’impressione; l’annata deve aver posto, in questa sua dualità caldo-fresco, non pochi problemi, dalla gestione della vigna alle scelte determinanti sui tempi di raccolta, con il risultato che i produttori più navigati, o le aziende assistite da enologi esperti, hanno saputo concertare il tutto restituendo vini di grande piacevolezza ed equilibrio.
I nostri preferiti (note per i Bolgheri lovers)
Vi segnaliamo quindi i Bolgheri Superiore 2020 che ci hanno convinto maggiormente (in ordine di assaggio), tra piacevolezza nell’immediato, o almeno immaginandone l’evoluzione nei prossimi mesi grazie al benefico affinamento in bottiglia, e prospettiva di lunghi invecchiamenti, come prodotti di questo calibro dovrebbero mantenere. Come dicevamo, tra i migliori molte “star”, ma anche piccole aziende da conoscere.
Podere dei Musi – Caravera
Erbaceo e fresco, ma con notevoli frutti d’accompagnamento, come il lampone e le more. Piacevole e snello al sorso, senza rinunciare alla profondità.
Fornacelle – Guarda Boschi
Elegante al naso con sentori di piccoli frutti, in bocca tannino voluminoso, ma ben domato fresco con finale e retrogusto di mora e cassis.
Micheletti – Guardione
Elegante e accattivante, con lampone, mora, vaniglia e zucchero filato. Ottima beva, tannino ben risolto, scattante il finale, di presa ma non eccessivamente potente, con buona acidità.
Campo al Pero – Dorianae
Molte spezie, dolci e non invadenti, tocco di peperone, piccoli frutti neri; stoffa spessa al palato, buona persistenza, avvolgente e piacevole, Cabernet figlio del sole.
Aia Vecchia – Sor Ugo
Domina la tipica, accattivante macchia mediterranea bogherese, con la classica nota balsamica di eucalipto. Il succo è denso, tannino elegante e finale leggermente erbaceo.
Terre del Marchesato – Marchesale
Alternanza tra ricordi di tostature, composta di more, macchia mediterranea. Bocca composta, elegante nonostante il tannino potente, finale di piacevole freschezza.
Grattamacco
Ottimo, con bouquet ampio e tipico: peperone, marmellata di mirtilli, composta di lampone; tannino largo, avvolgente, freschezza al sorso e ottima persistenza.
Guado al Tasso
Balsamico di primo acchito, poi lascia il proscenio a cioccolato bianco e conserva di lampone; in bocca è impeccabile, morbido con equilibrio di tannini severi, ma eleganti, e concentrazione del frutto.
Castello di Bolgheri
Un altro campione impeccabile, tra frutti intensi, rossi e neri, e spezie ben dosate; stretto e lungo al palato, elegante e persistente.
Ornellaia
Un fuoriclasse pensato soprattutto per gli anni a venire, tipica impianto da fine wine da conservare; molto balsamico al naso, macchia mediterranea, eucalipto, con trionfo di piccoli frutti rossi. Al palato è denso, potente con lunghezza gustativa e finale di notevole concentrazione.
Poggio al Tesoro – Sondraia
Uno dei più pronti e godibili ora. Piccoli frutti maturi (lampone, amarena, more), gioiosa freschezza all’ingresso in bocca, su impianto di tannini decisi ma eleganti, con notevole profondità sul finale.
Foto di apertura: i produttori e i giornalisti alla Torre di Donoratico © L. Vukaj
Tag: Aia Vecchia, Bolgheri Divino, Campo al Pero, Castello di Bolgheri, Fornacelle, Grattamacco, Guado al Tasso, Micheletti, Ornellaia, Podere dei Musi, Poggio al Tesoro, Terre del Marchesato© Riproduzione riservata - 08/09/2022