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Berlucchi ’61 Numero Primo: la nuova identità e il debutto dell’Extra Brut

Berlucchi ’61 Numero Primo: la nuova identità e il debutto dell’Extra Brut

A Milano la famiglia Ziliani ha presentato il nuovo concept e la grafica della storica collezione che ricorda l’anno di nascita del primo Franciacorta. Berlucchi ’61 Numero Primo ha un design contemporaneo e accattivante per esaltare l’unicità di queste bollicine.

L’iconica linea ’61 dedicata ai Franciacorta non vintage della Cantina Guido Berlucchi rinnova la sua identità visuale e concettuale arricchendosi di una nuova referenza, il Berlucchi ’61 Extra Brut, che prende il posto del Brut e rappresenta la chiave di accesso questa affascinante evoluzione.

L’unicità in un numero indivisibile

La nuova immagine si fonda di un’idea forte o meglio un numero forte, il ’61. È l’anno di nascita del Franciacorta, “inventato” proprio nelle Cantine Berlucchi grazie all’intuito di Franco Ziliani e di Guido Berlucchi. Ma è anche un esempio di numero primo, ossia divisibile soltanto per 1 e per se stesso, portatore di una sorta di primato intrinseco che avvalora l’unicità del marchio e della sua storia. Da qui il nuovo nome della collezione; Berlucchi ’61 Numero Primo, che coinvolge tutte le referenze dal Satèn al Rosé passando per la new entry in versione Extra Brut.

Natura e design dialogano in armonia

Il claim del progetto recita “La forza di un’idea, la bellezza della natura, la cura del saper fare”. Sono i tre pilastri su cui la Casa spumantistica di Borgonato (Brescia) ha costruito il suo successo a livello italiano e internazionale, testimoniato da riconoscimenti di primo piano quali il titolo di “Cantina dell’Anno 2022” per il Gambero Rosso e l’inserimento dei Franciacorta aziendali nella blasonata Top 100 mondiale di Wine Spectator.
La nuova brand identity è stata progettata dallo Spazio Di Paolo, importante studio di design d’arte, che ha dato forma e sostanza a nuovi linguaggi visuali, cromatismi e suggestioni in cui la natura ed il design diventano interlocutori privilegiati del marchio. In particolare la natura si fa espressione di una nuova forma di bellezza e arricchimento profondamente legato al concetto di sostenibilità nelle pratiche in vigna e in cantina, che per la Guido Berlucchi è pratica costante e quotidiana da oltre 15 anni.

Emblema della nuova modernità italiana

Il concept celebra il 1961 e la sua epoca. Non un tributo nostalgico bensì il riconoscimento dell’essenza generatrice di quegli anni che hanno rappresentato una straordinaria fase di rinnovamento culturale per il nostro Paese, l’inizio della nuova modernità italiana in molti campi della cultura e della società. L’etichetta dei Berlucchi ‘61 viene attualizza grazie ad un design più incisivo e contemporaneo nelle linee e nella scelta della doppia cromia. La struttura, realizzata con due carte sovrapposte, aggiunge una valenza tattile a quella visiva.

Focus sull’Extra Brut

Il progetto è stato presentato ufficialmente lo scorso settembre a Milano, nello scenario idilliaco di Horto, il nuovo centralissimo ristorante rooftop dello chef tristellato Norbert Niederkofler alla presenza dei fratelli Cristina e Arturo Ziliani. Circa 200 fortunati ospiti hanno potuto degustare in anteprima il Berlucchi ’61 Numero Primo Extra Brut, blend di Chardonnay (85%) e Pinot nero (15%) che prende il posto del Brut in un ottica di riduzione complessiva dei dosaggi della linea dei non millesimati. Fermentazione in tini di acciaio, preparazione della cuvée nella primavera successiva alla vendemmia con l’apporto del 20% di vins de Reserve e affinamento in bottiglia sui propri lieviti per almeno 24 mesi, seguito da altri due mesi di riposo in cantina dopo la sboccatura.
Nel calice perlage finissimo ed elegante, bouquet di frutta a polpa bianca e avvolgenti ricordi di arancia e tiglio. Al palato è morbido, di bella freschezza e perfetto equilibrio con un ritorno agrumato sul finale. Il prezzo medio in enoteca si aggira intorno ai 20-25 euro.

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© Riproduzione riservata - 29/09/2022

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