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Arriva il Novello! Ma come sta questo vino?

7 Novembre 2011 Monica Sommacampagna
Per legge, da oggi, 6 novembre, è possibile vendere e bere il vino Novello. Si tratta di un prodotto giovane, piacevole e beverino che ben si sposa alla cucina autunnale e che fino a qualche anno fa riscuoteva un grande successo. Oggi, i dati ufficiali emessi dalla Cia, la  Confederazione italiana agricoltori, ci dicono che i consumi e l’appeal sono in calo. Già le ultime stime pubblicate da Civiltà del bere nel 2010 parlavano di numeri in ribasso e di come sempre più viticoltori, anche i big, avessero deciso di abbandonare la produzione. Un sondaggio svolto tra cinque Cantine leader nell'ambito NovelloCavit, Casa Vinicola Zonin, Cantina di Soave, Cielo e Terra e Gruppo Italiano Vini – aveva confermato tale “tendenza al ribasso”. Un altro dato significativo per l’inquadramento del fenomeno, segnalato dalla nostra rivista, riguarda la sopressione, a partire dal 2010, della manifestazione Anteprima Novello, il salone organizzato per vent’anni a Vicenza e a Verona nell’ultimo biennio. È dunque venuto meno un evento nazionale dedicato a questa tipologia; e tuttavia va sottolineato come si sono però moltiplicate le feste locali per festeggiare l’arrivo di questo primo “squillo di tromba” della nuova vendemmia. Tornando all’ulteriore calo previsto per l’anno in corso, il fenomeno ha tutta l’aria di un paradosso: la produzione nazionale, oggi assestata a 5 milioni di bottiglie, è scesa del 20% rispetto al 2010 (nel 2002 raggiungeva quota 18 milioni) anche se la qualità è cresciuta. Quali le ragioni di un decremento che ha portato il Novello a incidere dello 0,2% sulla produzione enologica nazionale dopo il boom degli anni Novanta? In parte sono calati i consumi interni, passati da 55 litri procapite annui nel 1995 ai 43 nel 2010; in parte è cambiato il gusto di uomini e donne che ai vini giovani prediligono rossi più corposi e alcolici. E se in Francia il Novello proviene indiscutibilmente dalla regione del Beaujolais, che ha un giro d’affari di circa 25 milioni di euro, in Italia interessa territori molto differenti; in particolare il 60% delle bottiglie made in Italy proviene dal Nord Italia, e di queste il 12% è diretto all’estero (soprattutto in Germania e Giappone). La Cia fa risalire le prime difficoltà registrate dal Novello al 2006, quando la produzione è scesa a 15,5 milioni di bottiglie. Una tendenza proseguita negli anni successivi, fino al calo drastico dell’anno scorso, quando è stato sfiorato il -30%. Quale il bilancio per un vino tradizionalmente associato all’autunno e alle castagne e con oltre 30 etichette Doc o Igt? Se la produzione cala e il favore degli italiani idem, comunque la qualità nel tempo è cresciuta. E i volti del Novello oggi restano comunque tanti, a testimonianza di un vino che può piacere o non piacere ma che ancora, almeno in parte, stimola il mondo produttivo vitivinicolo.

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