Abbiamo visitato colline e borghi, passeggiato nelle vigne, incontrato enologi e viticoltori per comprendere le sottozone del Romagna Sangiovese. La varietà e le differenze di questi rossi di grande stoffa, tra i più pregevoli d’Italia, sono per certi aspetti ancora da svelare, così come i luoghi dove nascono.
Niente ballo liscio né intraprendenti bagnini, vogliamo raccontare un’altra Romagna, senza nulla togliere alla simpatia dell’uno e degli altri. Spalle alla spiaggia, guardiamo alle colline: lassù è custodito un segreto di identità sepolte che il Sangiovese è in grado di evocare. Seguiteci nel viaggio, ne vale la pena. Primo incontro, con Ruenza Santandrea, presidente del Consorzio Vini di Romagna che da sola varrebbe un romanzo. Dopo aver presieduto la Cevico, portandola ad essere oggi una delle principali cooperative italiane, Ruenza mette in pratica al consorzio la sua passione per l’inclusione abbinata all’efficienza che ha caratterizzato il suo lavoro. Chiara la sua idea di Romagna: «Pianura e colline devono essere raccontate separatamente». Messaggio recepito e, infatti, dicevamo: spalle al mare andiamo in collina, toccando quasi i 1000 metri.
Questo contenuto è riservato agli abbonati digitali e premium.
Abbonati ora!
€ 20 per un anno
Acquista
Sei sei già abbonato, accedi per continuare a leggere.
Login