Al Planetario di Milano i vini-stella di MonteOliveto di Casà
Una degustazione stellare, è proprio il caso di dirlo. A cominciare dalla location, il suggestivo Planetario Civico Ulrico Hoepli di Milano. In assaggio: le etichette della cantina MonteOliveto di Casà di Monticello d’Alba (Cuneo), che portano i nomi degli astri che formano le Iadi e le Pleiadi.
L’evento, dal titolo Degustando le stelle, si è svolto il 22 giugno a partire dalle 20. Dopo un’ affascinante osservazione del cielo condotta dal direttore dell’istituto Fabio Peri all’interno del planetario alla scoperta di pianeti, gruppi stellari e comete, la serata è proseguita all’aperto, in un’area allestita nei giardini di via Palestro, dove a scintillare erano le bottiglie della Monte Oliveto di Casà, presentate direttamente dai proprietari Gianni e Giacomo Mollo con l’enologo Piero Ballario. Ecco allora le star in questione: Prodice, Nebbiolo d’Alba Doc 2009; Fesila, Barbera d’Alba ’09, Celaeno, Roero Arneis Docg ’09, Atlas, Barolo Docg 2005, Asterope, Alta Langa Doc Millesimato 2005 e infine Polixo, Moscato d’Asti 2010. «Si tratta di prodotti selezionati, frutto di un vero e proprio “culto della vite”», come sottolinea il patron Gianni Mollo, affermato industriale che agli inizi del Duemila, stanco di regalare ai suoi clienti vini che non gli piacevano, decide di fondare una Casa vinicola tutta sua per realizzare etichette di eccellenza, «rivisitando creativamente la tradizione». La produzione si concentra sulle varietà autoctone del Roero, dal Nebbiolo, alla Barbera, all’Arneis, ma anche alla Favorita, al Brachetto del Roero e al Rossese bianco. «Il nostro è un piccolo territorio dove le vigne sono raggruppate in un unico blocco, il che garantisce maggiore omogeneità e l’esposizione più corretta per i singoli vitigni. Vogliamo creare un gioiello della vinificazione locale e produrre vini che sappiano esaltare i vitigni locali e siano destinati alla degustazione».
E l’idea dell’assegnare alle etichette nomi di stelle? «Le costellazioni Iadi e Pleiadi sono un po’ le stelle polari della vinificazione», ci ricorda Giacomo, figlio di Gianni, «costituivano una sorta di calendario segnando i cicli agricoli di lavoro. Abbiamo voluto sottolineare il nostro legame con le tradizioni di ieri, la voglia di ritornare alle radici nel massimo rispetto della natura e dei suoi tempi. I nostri vini si fanno in vigna, lasciando alla cantina un ruolo di minima interferenza».
La superficie complessiva è di circa 15 ettari di cui 7 vitati; per ora le quantità restano limitate (30 mila bottiglie all’anno, ma l’obiettivo è quello di raggiungere le 60 mila) con un mercato già su scala nazionale (soprattutto al Nord Italia) e quote di export in Inghilterra e Stati Uniti. La cantina sperimentale, sempre aperta al pubblico per visite e degustazioni, è stata inaugurata nel 2000 e nel 2014 sarà pronta una cantina ipogea. Da citare anche lo spazio Lounge, teatro di pranzi e cene ma anche incontri ed eventi, e il progetto culturale portato avanti da Giacomo Molla, con la pubblicazione di Tacuinum Vitineum, il primo e unico giornale accademico di filosofia del vino in Italia. Che altro aggiungere? MonteOliveto di Casà sembra proprio essere nata sotto una buona stella.
Tag: Alta Langa, Arneis, Barbera, Barolo, Giacomo Mollo, Gianni Mollo, Monte Oliveto di Casà, Moscato, Nebbiolo, Piero Ballario, Roero© Riproduzione riservata - 23/06/2011