In Italia In Italia Emanuele Pellucci

Addio a Michele Chiarlo, grande produttore e sostenitore del Nizza Docg

Addio a Michele Chiarlo, grande produttore e sostenitore del Nizza Docg

Si è spento il 18 novembre nella sua casa di Calamandrana all’età di 88 anni. Con lui scompare uno dei più importanti protagonisti dell’enologia piemontese, che ha contribuito a rendere famose le Langhe e i suoi vini nel mondo.

Nato il 25 maggio 1935, Michele Chiarlo apparteneva di diritto a una generazione di vignaioli imprenditori che hanno reso famose nel mondo le Langhe e le altre pregevoli aree vinicole circostanti, in particolare le colline del Monferrato e di Gavi. Figlio di viticoltori, alla Scuola enologica di Alba ebbe come compagni di studi, tra gli altri, Renato Ratti, Ezio Rivella, Franco Ziliani, Giuliano Noè e Giacomo Tachis, tutte grandi personalità che avrebbero poi contribuito allo sviluppo dell’enologia italiana.

La ricerca della qualità senza compromessi

Poco più che ventenne, era il 1956, decide di intraprendere la carriera di imprenditore vitivinicolo occupandosi dei vigneti di famiglia e di avviare, con la collaborazione della sorella, un’attività di imbottigliamento. Fin da giovane Michele Chiarlo è stato un convinto sostenitore della tradizione enologica piemontese. Per questo motivo si è sempre impegnato a creare vini di qualità attraverso la minuziosa opera di selezione, e successivamente di acquisizione, dei più vocati appezzamenti di Langhe, Monferrato e Gavi. Sul finire degli anni ’80 acquista la borgata Cerequio a La Morra, dove più tardi avrebbe dato vita al resort Palás Cerequio, e successivamente 2 ettari sulla collina di Cannubi per realizzare il primo vigneto a ciglioni inerbiti delle Langhe, per contribuire a combattere l’erosione e il dissesto idrogeologico. Da notare che l’appezzamento di Cannubi ha una pendenza che sfiora il 50%.

Tenuta La Court, dove convivono vino e cultura

Un’altra “chicca” a cui Michele teneva in maniera particolare era la Tenuta La Court, acquistata nel 1995 a Castelnuovo Calcea, poco distante da Nizza Monferrato, un corpo unico di oltre 20 ettari disposti su due colline. Convinto sostenitore che nel vino si racchiudessero una somma di elementi (storia, cultura, arte, tradizioni, convivialità oltre naturalmente al territorio nel suo complesso), nel 2003 dà vita all’Art Park La Court, il primo esempio di parco artistico tra i filari. Una sorta di museo a cielo aperto con installazioni di artisti di fama internazionale.

La nascita della Docg Nizza

Oltre che dotato di grandi capacità imprenditoriali, Michele Chiarlo ha sempre creduto nel potere della condivisione e del fare squadra per raggiungere obiettivi maggiori e comuni. A lui soprattutto si deve lo sviluppo e la valorizzazione della Docg Nizza, di cui è stato il primo presidente dell’associazione dei produttori, nonché importante esportatore nel mondo di Barolo, Moscato e Barbera.
La sua è stata tra le prime aziende piemontesi a credere nel successo del vino italiano all’estero. Spesso in questi viaggi promozionali Michele Chiarlo partecipava con i suoi vini alle importanti degustazioni promosse dall’Istituto commercio estero e da Civiltà del bere nei mercati di Europa, Nord America e Asia. Oltre che della Docg Nizza, è stato anche presidente negli anni ’80 del Consorzio della Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, nonché tra i fondatori del Consorzio Grandi Vini e dell’Istituto Grandi Marchi.
Persona di estrema gentilezza, era sempre un piacere incontrarlo e sentirlo parlare dei suoi vini con quell’entusiasmo che lo ha caratterizzato per tutta la vita. A continuare il suo appassionato lavoro sono i figli Alberto e Stefano, già da anni in azienda a fianco del padre. Ed è a loro, alla moglie di Michele, Giuseppina, e a tutta la famiglia che vanno le condoglianze di Civiltà del bere.

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© Riproduzione riservata - 21/11/2023

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