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Addio a Giorgio Cecchetto, il padre del Raboso

Addio a Giorgio Cecchetto, il padre del Raboso

Il viticoltore trevigiano ci lascia a soli 61 anni. Uomo visionario e impegnato nel sociale, ha avuto un ruolo chiave nella valorizzazione di questo vitigno autoctono così scontroso e sfidante. 

“Nella vita ci hai insegnato ad essere originali, che non esistono problemi ma soluzioni e che non bisogna mai mollare”. A parlare, dal pulpito della chiesa di San Polo di Piave, è Marco, uno dei tre figli del produttore Giorgio Cecchetto, per tutti il “padre del Raboso”, prematuramente scomparso a 61 anni a causa di una malattia incurabile. Il funerale, che si è tenuto giovedì 14 settembre, ha visto la partecipazione di oltre mille persone. In prima fila per l’ultimo saluto al grande imprenditore, la moglie Cristina, i figli Sara, Marco e Alberto, la mamma Bruna e la sorella Carmen, ma anche il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che dopo la notizia della scomparsa, lunedì 11 settembre, aveva subito espresso parole di stima e riconoscenza. “Se ne va un signore del vino, ma anche un uomo di grande sensibilità sociale”.

Una vita dedicata alla valorizzazione del “suo” Raboso

Visionario e appassionato, Giorgio Cecchetto è stato una figura chiave della viticoltura della Marca trevigiana e del Piave. Con l’azienda di famiglia a Vazzola, in provincia di Treviso, negli anni si è distinto nell’impegno di sperimentazione e valorizzazione dell’autoctono Raboso, riuscendo a dare lustro e considerazione a quest’uva così difficile e sfidante, con etichette iconiche del calibro del Gelsaia. Un impegno confermato dall’adesione nel 1986 come socio-fondatore alla Confraternita del Raboso del Piave, che oggi unisce altre Cantine impegnate in questa stessa direzione.

L’amore per la terra e l’impegno nel sociale

Tra i suoi valori, quello della sostenibilità ambientale, che Giorgio Cecchetto ha portato avanti con scelte produttive green sia in vigna che in cantina. Da ricordare anche l’impegno perla tutela del patrimonio paesaggistico e per il sociale. Come testimonia lo stretto legame creato con l’AIPD, l’Associazione Italiana Persone Down della sezione Marca Trevigiana; dal dal 2015 l’azienda Cecchetto coinvolge i ragazzi diversamente abili in una speciale vendemmia a loro dedicata.
La famiglia, tramite una nota stampa per ringraziare quanti in questi giorni hanno ricordato Giorgio Cecchetto, ha condiviso un suo pensiero che riportiamo per intero: “Tra le botti si entra in contatto con la cultura e la storia di un territorio, nei sapori si riscoprono le origini di grandi vitigni autoctoni e non solo. Il vino con le sue particolarità e qualità deve diventare ambasciatore dell’identità e dell’originalità di una terra antica, che nelle generazioni future troverà la sua consacrazione”.

Da parte della redazione e della direzione di Civiltà del bere le più sentite condoglianze alla moglie Cristina, ai figli Sara, Marco e Alberto e a tutta la sua famiglia.

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© Riproduzione riservata - 18/09/2023

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