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Si è dimesso Antonio Rallo, presidente Uiv

20 Luglio 2017 Civiltà del bere

Antonio Rallo lascia la presidenza di Unione italiana vini. L'ha annunciato lui stesso ieri, a sorpresa, al termine dell'assemblea Uiv a Roma. Ragioni personali e impegni famigliari sono alla base della scelta del produttore siciliano, ponderata e meditata, a poco più di un anno dalla sua nomina come presidente. In attesa di eleggere il suo successore alla prossima riunione del consiglio nazionale, il vicepresidente Ernesto Abbona ha assunto temporaneamente le funzioni di presidente. Rallo resta membro del gruppo dirigente come consigliere.

Perché Antonio Rallo lascia la presidenza

«Ho preso questa decisione per ragioni di carattere personale e per l'impossibilità di garantire una piena disponibilità temporale. In cuor mio ho sentito l'esigenza di fermarmi ora, con il rigore che ha sempre contraddistinto ogni mia scelta. Lascio la presidenza Uiv con animo sereno, in quanto sono convinto di aver ottemperato agli obiettivi che ci siamo prefissati», ha dichiarato Rallo. «I nuovi progetti dell’azienda di famiglia (Donnafugata, ndr) che conduco con mia sorella, e la perdita di nostro padre che ne era una colonna portante, mi hanno spinto a prendere una decisione ponderata, con la serenità di chi è consapevole dei propri limiti fisici e "geografici" - le distanze dalla Sicilia contano».

Le prossime tappe di Uiv

«È stato un anno di lavoro intenso, un'esperienza bellissima anche per il valore delle persone con le quali ho condiviso questo percorso di riorganizzazione e rafforzamento di Unione Italiana Vini. Uiv continuerà quanto fatto sinora, per la crescita della rappresentanza del sistema vino italiano. Dopo la recente approvazione del Testo Unico della vite e del vino, e dopo gli accordi internazionali di libero scambio, traguardi ai quali Uiv ha contribuito, confidiamo adesso anche nella nuova legge sull’enoturismo, in corso di approvazione, per completare un disegno importante di riforme da molto tempo atteso ed ormai quasi realizzato» ha concluso Antonio Rallo.

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