Il maestro degli orange wines non c'è più. La morte di Stanko Radikon, sconfitto da una lunga malattia, è stata annunciata ieri 11 settembre dal figlio Saša, da tempo al suo fianco nella produzione vinicola di famiglia. Un lutto che dal Collio friulano colpisce tutto il mondo del vino: insieme a Gravner, il nome di Stanko Radikon fa parte a pieno diritto della storia dell'enologia italiana come visionario innovatore del vino "naturale".
Radikon e gli orange wines: una visione radicale
Stanko Radikon, all'anagrafe Stanislao, comincia il suo personale lavoro sperimentale in vigna e in cantina alla fine degli anni Settanta nel territorio goriziano, in quella parte di Friuli al confine con la Slovenia. "Pochi grappoli per pianta raccolti a mano e solo ad ottimale maturazione. Ecco la qualità imprescindibile, l'informazione che la buccia racchiude e le lunghe macerazioni raccolgono": da qui prende le mosse quella filosofia produttiva che lo ha portato a creare le sue etichette più celebri, bianchi (Ribolla gialla, Friulano, Chardonnay, ecc.) dalle macerazioni estreme che lo hanno consacrato fra i grandi dei vini "naturali" e orange. Il figlio Saša Radikon saprà scriverne il futuro.