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Occhio a Spagna e Usa! Alla conquista dei mercati di Germania e Canada

16 Aprile 2013 Luigi Pelliccia
Negli Stati Uniti e in Inghilterra, come abbiamo scritto la scorsa settimana (leggi Italia/Francia. Testa a testa per chi esporta di più in Usa e Inghilterra), Italia e Francia sono i Paesi che occupano la quota maggiore dell'import globale. Come vanno, invece, le cose in Germania e in Canada, rispettivamente terzo e quarto importatore mondiale? Per quanto riguarda l’import tedesco, nel 2012 esso cresce in modo marginale (+2,1%), mentre quello canadese mostra una dinamica analoga al mercato degli Usa. Questa volta, col +15,8%, il trend è praticamente fotocopia di quello statunitense (+15,7%). GERMANIA: EXPLOIT DELLA SPAGNA - In Germania i primi due fornitori, l’Italia leader e l’inseguitrice Francia, risultano apparentati da variazioni espansive inferiori al +1%, che non intaccano le loro quote pari, rispettivamente, al 35,7% e al 26,7%. La Spagna invece, con una espansione del +9,4%, evidenzia un deciso processo espansivo e sale a una quota pari al 14,6% dell’import totale. Gli altri fornitori non mostrano spostamenti di rilievo. CANADA: LA RIMONTA DEGLI STATES - Leader del mercato sono Francia e Italia, quasi appaiati, con quote rispettive del 21,8% e del 20,3%. L’Italia tuttavia ha messo a segno un progresso sul 2011 (+17,1%) migliore di quello della Francia (+12,3%), diversamente da quanto accaduto negli Stati Uniti (con il nostro Paese al +8,4% e i cugini d'Oltralpe al +20,5%). Gli Usa, terzo Paese fornitore del Canada, hanno registrato l’evoluzione più significativa. Essi mostrano infatti una spinta vistosa (+28%), che si somma a quelle degli anni precedenti e li porta su una quota dell’import complessivo (18,3%), ormai a ridosso del tandem di testa. È facile intuire come il perdurare di queste dinamiche possa portarli facilmente, sull’arco di due o tre anni, a superare il tandem Italia-Francia e raggiungere la leadership del mercato canadese. Continua a perdere presenza, invece, la quota del quarto fornitore, l’Australia, che cresce solo del +4% e segna una quota del 12,6%. A grande distanza, si pongono i comprimari (Argentina, Spagna, Cile ecc..) che non mostrano nel tempo variazioni significative di quota.

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