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Il futuro del Cannonau è giovane

20 Maggio 2025 Elena Erlicher
Il futuro del Cannonau è giovane
Mariano Murru, presidente di Assoenologi Sardegna ed enologo della Cantina Argiolas, Sabrina Orrù di Sardegna Ricerche, Gian Franco Satta, assessore regionale dell'Agricoltura, Stevie Kim managing partner di Vinitaly, Elena Lai di Sardegna Ricerche e Vincenzo Russo dello Iulm di Milano

Non solo rosso, ma anche spumante, rosato, passito e liquoroso. È quanto è emerso da un evento organizzato da Sardegna Ricerche e Assoenologi Sardegna, in collaborazione con Vinoway Italia, Università Iulm di Milano e Stevie Kim, managing partner di Vinitaly

Il Cannonau è un vino giovane, adatto ai giovani. Lo conosciamo, generalmente, come rosso sardo corposo, ma abbiamo scoperto, invece, che sa essere anche moderno, fresco e da scoprire in numerose vesti. Non solo rosso, quindi, ma spumante, rosato, passito e liquoroso. È quanto è emerso dall’evento “Cannonau: il futuro è giovane. Riscoprire il territorio, sfatare stereotipi, creare nuove connessioni”, andato in scena allo scorso Vinitaly e organizzato da Sardegna Ricerche e Assoenologi Sardegna, in collaborazione con Vinoway Italia, Università Iulm di Milano e Stevie Kim, managing partner di Vinitaly. L’incontro era parte del progetto più articolato “Cannonau il vino giovane”, pensato per sostenere i produttori del territorio e promuovere le loro eccellenze vinicole.

Un vino che parla alle nuove generazioni

La sfida, infatti, è quella di far conoscere il Cannonau come vino adatto a tutte le occasioni e capace di parlare alle nuove generazioni, con le Cantine che si trasformano da luoghi di mera produzione a “hub esperienziali”. «L’obiettivo per noi è quello di fornire ai produttori strumenti e conoscenze che permettano di ampliare il mercato e intercettare nuove fasce di consumatori», ha spiegato Sabrina Orrù di Sardegna Ricerche. Mentre Mariano Murru, presidente di Assoenologi Sardegna ed enologo della Cantina Argiolas, ha aggiunto: «Crediamo molto in un Cannonau che sia sempre più apprezzato per la sua poliedricità e capacità di dare risultati diversi».

La ricerca dello Iulm

A sostegno del progetto, è stato avviato uno studio del prof. Vincenzo Russo dell’Università Iulm che ha, per ora, elaborato un indicatore che permette di misurare nei giovani il grado di attrattività del Cannonau e delle Cantine che lo producono (Young wine engagement index). E questo con l’obiettivo di comprendere come migliorare la comunicazione delle aziende sarde testate verso le nuove generazioni. In questa prima fase sono stati coinvolti, da un lato, 800 giovani tra i 18 e 25 anni non esperti di vino, di cui il 15% sardi, più gli studenti del master Wine and food communication dello Iulm, dall’altro, 20 Cantine sarde. È emerso, per esempio, che «gli under 25 sono particolarmente attenti al packaging e alle etichette (nonché al tipo di informazioni che esse contengono) e all’esperienza gustolfattiva del vino, considerandoli elementi che creano coinvolgimento e fidelizzazione», ha dichiarato il prof. Russo.  

Il Cannonau nei ristoranti Usa

Una seconda fase della ricerca dello Iulm studierà il rapporto tra Cannonau e social. Ma questa è ancora di là da venire. Per il momento, invece, abbiamo ascoltato i risultati di un rilevamento effettuato da Stevie Kim di Vinitaly sulla presenza del Cannonau nei ristoranti degli Usa. Sembra, infatti, che per il vino sardo ci sia ancora parecchia strada da fare per farsi conoscere Oltreoceano. Su 50.000 carte dei vini di ristoranti analizzate, solo 1.132 contenevano almeno un Cannonau; a fronte di una presenza ben più massiccia di 26.000 Prosecco e 14.000 Barolo. La California è lo Stato in cui il Cannonau è più presente in carta.

Il Cannonau in sei versioni: spumante Metodo Classico, rosato, rosso, rosso riserva, passito e liquoroso

Sei Cannonau che stupiscono

Infine, abbiamo assaggiato sei Cannonau alla cieca – uno spumante, un rosato, un rosso, un rosso riserva, un passito e un liquoroso – per testare nel calice la versatilità di questo vitigno; gli stessi vini degustati da un panel selezionato dei giovani che avevano partecipato allo studio dello Iulm. Ci è stato riferito che i ragazzi sono rimasti sorpresi (e noi non siamo stati da meno), “non immaginando che il Cannonau potesse essere anche questo”. E subito dopo hanno condiviso le foto delle bottiglie su Instagram.

La degustazione al calice: spumante, rosato e rosso

Il Metodo Classico dalla Gallura, che trascorre 36 mesi sui lieviti, crescerà in finezza ed eleganza, ma ha già dato buona prova di sé, con note di frutti rossi e agrumi, ginestra e mimosa, dall’ottima spinta acida e mineralità, classica espressione del territorio granitico gallurese. Dallo stile moderno ma tipico, il Cannonau di Sardegna Rosato Doc 2024 (anche lui gallurese), di color cipria (quasi provenzale), sa di fragolina ed erbe mediterranee, ed è spigliato e dinamico al sorso. Dall’Ogliastra arriva il Cannonau di Sardegna Rosso Doc 2023, che fa solo acciaio. Qui si sentono la vicinanza del mare (salinità) e l’agilità di beva, con tannino sottile. Più classica, ma anche piacevole e rotonda la versione Riserva 2019: il frutto è più evoluto, con note di pepe e chiodo di garofano; al palato il tannino è più presente, ma non dimostra i suoi 15 gradi alcolici.

Le versioni passito e liquoroso

Il Cannonau di Sardegna Rosso Passito Doc 2017 nasce da un piccolo vigneto dalle colline intorno a Cagliari con uve appassite in pianta, ed evolve 12-15 mesi in piccoli fusti di rovere francese e in vasche di cemento. È dolce e anche fresco, con sorso armonioso e acidità che ripulisce il palato. Profuma di erbe mediterranee, mora, amarena sotto spirito e radice di rabarbaro. La versione Liquoroso Riserva 2008, dalla costa nord-ovest (Nurra), è un’interpretazione della tradizione, da uve che appassiscono sui graticci e affinamento che si protrae per 10 anni in botti di rovere. Di color ambra intenso, sa di uvetta, datteri, nocciola, cacao e cannella. In bocca è ricco e suadente con prolungata scia terziaria.

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