In Italia In Italia Elena Erlicher

130 anni di Andriano festeggiati con le verticali di Andrius e Tor di Lupo

130 anni di Andriano festeggiati con le verticali di Andrius e Tor di Lupo

La Cantina che, dal 2008 si è fusa con Terlano, è la più antica realtà cooperativa altoatesina. In occasione di questo importante anniversario abbiamo degustato cinque annate del Sauvignon Andrius e del suo storico Lagrein Riserva Tor di Lupo, il primo della zona ad essere invecchiato in barrique.

Quando parli di una, spesso non puoi fare a meno di citare l’altra, non fosse altro per il fatto che fanno capo al medesimo direttivo. Ci stiamo riferendo a Cantina Andriano e Terlano, due realtà che si osservano a distanza da una riva all’altra dell’Adige, diversissime tra loro ma unite in un’unica cooperativa. Questa volta, però, l’attenzione si focalizza su Andriano, che ad aprile ha festeggiato i 130 anni di storia. Anche se è questione solo di una manciata di mesi prima che Terlano raggiunga, lei pure, questo importante traguardo. È per questo, che alla degustazione organizzata al Ceresio 7 di Milano, lo scorso 27 aprile, ci siamo concentrati sulle verticali proposte dei vini di Andriano: il Sauvignon Andrius (2020, 2019, 2016, 2015, 2011) e il Lagrein Riserva Tor di Lupo (2017, 2016, 2015, 2014, 2013).

I numeri e il terroir di Andriano

Fondata nel 1893, Andriano è la Cantina sociale più antica dell’Alto Adige. Oggi può contare su una collana di vini che rappresentano 60 viticoltori che insieme coltivano 80 ettari di ripidi vitigni sulla sponda destra del fiume Adige. Al 2008 risale la fusione con Terlano, così da ottimizzare sinergie e potenzialità dei rispettivi territori tanto differenti quanto complementari.
«Vogliamo valorizzare i nostri diversi terroir», spiega l’enologo Rudi Kofler, «dal microclima più fresco, con vigne esposte a est su suoli calcarei, quello di Andriano, più solare, con esposizioni a sud, sud-ovest e terreno di porfido quarzifero, quello di Terlano». Ad Andriano la varietà più coltivata è il Sauvignon blanc, che con lo Chardonnay è il vitigno su cui si sta puntando, insieme ai rossi Lagrein – affinato in barrique fin dagli anni ’70 – Merlot e Pinot nero.

Come nasce il Sauvignon Andrius

Andrius fa parte della linea Selezioni, come Tor di Lupo, e deriva il suo nome dal toponimo storico della Cantina, che e risale ad epoca romana. Negli ultimi 10 anni si privilegia sempre più la pressatura a grappolo intero. La fermentazione avviene in recipienti di acciaio inox, segue la maturazione sui lieviti per 6 mesi, per il 70% in acciaio e per il restante 30% in tonneaux. 

La verticale del Sauvignon Andrius

Se nel 2020 prevalgono le note fruttate (pesca e albicocca) sui sentori floreali di sambuco e salvia, nel 2019 accanto a queste si aggiunge una nota flinty, conservando armonia al palato, corpo e persistenza. La 2016, una buona annata, si distingue per un vino morbido, vivace e ricco di sfaccettature. La 2015, frutto di una vendemmia straordinaria che si ricorderà per molto tempo, ha tutta la delicatezza floreale e delle erbe aromatiche, mantenendo un corpo ricco ed equilibrato. Infine, la 2011, altra ottima annata soprattutto per i bianchi altoatesini, dà eccezionale prova dei suoi 12 anni con note più dolci, di nocciola e di miele di acacia, grande morbidezza in bocca e lunghezza gustativa.

Tor di Lupo, storico Lagrein Riserva

Tor di Lupo è il castello che svetta sui vigneti storici di Andriano. È tra i Lagrein Riserva più rinomati dell’Alto Adige, poiché Andriano fu una delle prime Cantine a intuire il suo potenziale per l’affinamento in barrique. Le uve arrivano dai vigneti di Gries, nel comune di Bolzano, a circa 250 metri di quota, su impianti la cui età oscilla fra i 60 e i 70 anni. Dopo la vendemmia manuale, le uve macerano sulle bucce e vengono vinificate in acciaio; seguono la malolattica e l’affinamento in barrique. 

La verticale del Tor di Lupo

L’ultima annata uscita in commercio, la 2019, è succosa e contraddistinta da un frutto fresco e croccante (amarena), con note floreali e di cioccolato; mentre nella 2018 emergono più i sentori floreali e di erbe aromatiche, con un tannino deciso. Le migliori sono frutto delle vendemmie 2015 e 2013, già balzate agli onori della cronaca per aver dato vita a vini particolarmente freschi e longevi: al naso portano sentori di frutta più matura e in bocca sono ricchi di struttura, morbidi e dai tannini ben integrati. Per finire con la 2011, dove la frutta si fa confettura, emergono le note speziate e un sorso ancora pieno e robusto.

Foto di apertura: le Cantine Andriano e Terlano si trovano sulle rive opposte dell’Adige e sono contraddistinte da terroir differenti

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© Riproduzione riservata - 23/05/2023

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