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Villa: il segreto è nei suoli

15 Novembre 2009 Roger Sesto
La Cantina di Alessandro Bianchi, a Monticelli Brusati (Brescia), è solita organizzare verticali a tema; le sue bollicine, Satèn in testa, sono tra le più longeve di Franciacorta e hanno il dono, da noi personalmente sperimentato, di seguitare a migliorare anche dopo diversi anni dalla sboccatura. Proprio di Satèn la cantina ne conserva discreti quantitativi di tutte le annate prodotte e uscite sinora sul mercato, ovvero dal 1995, millesimo d’esordio dell’etichetta e della tipologia, sino al 2005, ultima edizione immessa sul mercato. Fra queste, ci raccontano, le versioni più interessanti sono: 1995, 1998, 2000, 2001 e 2004, che oggi regalano performance organolettiche superiori alle altre. Chiediamo quale sia il segreto della longevità del Satèn. «Sta nelle caratteristiche del terreno», ci raccontano in azienda, «ricco di marne e argille, nonché di fossili e sostanze di nutrimento; nell’età delle viti (oltre i 10 anni); nella conduzione mai forzata del vigneto, con potature corte, inerbimento controllato e uso di sostanze biologiche. La raccolta delle uve – solo di proprietà – è manuale. Attenzione alla vinificazione e lunga sosta sui lieviti completano il quadro, quest’ultimo aspetto poi non solo promuove la durata nel tempo del vino, ma anche la sua finezza e complessità. Naturalmente bisogna anche fare i conti con l’andamento vendemmiale e con le condizioni di conservazione delle bottiglie dopo la sboccatura». Le bollicine di Villa godono di un notevole successo commerciale, tanto che all’uscita della nuova annata la precedente è già finita, nondimeno si ha cura di mantenere una collezione di bottiglie storiche per i clienti prestigiosi. Obiettivo futuro è quello di poter accontentare ancora di più appassionati e collezionisti. Va anche detto che l’azienda in particolari annate produce delle selezioni che escono molto dopo i tempi di normale commercializzazione, come il recente Satèn Millesimato Selezione 2001.

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