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Sergio Cimino a UrVinum: il cambio generazionale è un’opportunità

28 Settembre 2012 Jessica Bordoni
Siamo ormai alla vigilia di UrVinum, il primo Summit interamente dedicato al wine family business. La cerimonia di apertura è organizzata per sabato 29 settembre alle 10,30 al Teatro Sanzio di Urbino (per il programma completo clicca qui). Durante il convegno "Le famiglie del Vino: la tradizione nel futuro", moderato dal direttore di Civiltà del bere Alessandro Torcoli, salirà sul palco anche  Sergio Cimino, specialista in gestione strategica e operativa dell’impresa familiare. L'esperto di RCE Consulting illustrerà i risultati di una ricerca condotta su un campione di aziende vitivinicole italiane ad impostazione familiare, con particolare attenzione al tema del passaggio generazionale. Lo raggiungiamo telefonicamente per chiedergli qualche anticipazione in merito. - Come si articolerà il suo intervento? «Si svilupperà in tre fasi: la presentazione della ricerca, l'analisi dei maggiori fenomeni che hanno impattato sul mondo del vino negli ultimi anni; e soprattutto la questione dell'avvicendamento generazionale da intendersi come un'opportunità e non una minaccia. I giovani arricchiscono con nuove idee e progetti al passo con i tempi. Sono portatori di un dinamismo ormai indispensabile per fonteggiare la crisi attuale». - Come si compone il campione? «Abbiamo contattato 60 aziende, di cui oltre il 50% con un fatturato annuale superiore ai 5 milioni di euro e in attività da oltre 50 anni. Li abbiamo intervistati telefonicamente e in molti casi siamo andati in visita in azienda». - Ci può fornire qualche dato, entrando nel dettaglio delle "problematiche generazionali"? «Il 90% delle Cantine prese in esame ha superato con successo la prima generazione; il 47% la terza generazione. Il 93% ha gestito poco, sta gestendo o dovrà a breve gestire la fase dell'avvicendamento della governance. Stupisce che per il 67% dei casi si tratta di percorsi non formalizzati con ruoli e mansioni precise bensì un semplice affiancamento». - E per il futuro? «Il 63% degli intervistati si riunisce spesso per parlare del futuro e l'80% farebbe ricorso a manager o altri soci qualora gli eredi non volessero continuare l'attività, ma non rinuncerebbe alla proprietà. E' il segno di un fortissimo attaccamento all'azienda». Su UrVinum leggi anche l'articolo dedicato alle anticipazioni del progetto Prin del professore Sebastiano Torcivia e quello pubblicato il 27 settembre sul Corriere Adriatico: Ecco le grandi dinastie del vino

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