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Le grandi famiglie del vino si incontrano a UrVinum

Le grandi famiglie del vino si incontrano a UrVinum

UrVinum, il primo e attesissimo summit dedicato alle famiglie del vino italiano, entra nel vivo. La cerimonia di apertura si è svolta questa mattina al Teatro Sanzio di Urbino con un convegno dal titolo “Le famiglie del vino: la tradizione nel futuro” moderato dal direttore di Civiltà del bere Alessandro Torcoli, alla presenza dell’assessore alle Attività Produttive e Turismo di Urbino Francesca Crespini. In platea c’erano i rappresentanti – junior e senior – di 23 fra le maggiori Case vinicole italiane ad impostazione familiare, chiamate a confrontarsi sul tema del wine family business e sulla delicata questione del cambio di governance.

Il direttore Alessandro Torcoli con l'esperto in gestione dell’impresa familiare Sergio Cimino e il professore Sebastiano Torcivia

Le ricerche di RCE CONSULTING e PRIN – A fornire dati quantitativi e qualitativi sull’argomento sono stati Sergio Cimino di RCE Consulting, specialista in gestione dell’impresa familiare e docente di strategia e organizzazione negli atenei di Perugia e Siena, che ha illustrato  i risultati della ricerca “Le famiglie del Vino, la tradizione del futuro”; e Sebastiano Torciva, ordinario di Economia aziendale dell’Università di Palermo, che ha raccontato il Prin, ovvero il Progetto di rilevante interesse nazionale dal titolo “Modelli di family business nel settore vitivinicolo” realizzato dagli atenei di Palermo, Firenze, Trieste e Milano. Qui sotto qualche brevissima anticpazione dei risultati di questi studi che saranno ampiamente raccontati nel prossimo numero di Civiltà del bere.

SERGIO CIMINO –  «Durante l’avvicendamento generazionale il senior deve porsi come un mentore, un educatore, cercando di vivere il passaggio come un processo e non come un momento di contrapposizione. Il percorso del junior in azienda deve essere formalizzato. I nostri giovani devono essere messi in condizione di fare impresa. Non bisogna affidare loro un compitino, ma un progetto vero e proprio da seguire, che consenta loro di acquisire sicurezza in se stessi e autorevolezza agli occhi degli altri».

SEBASTIANO TORCIVIA«L’unità familiare è vista come un bene supremo da tutelare evitando i contrasti. Tra le famiglie intervistate emergono dati interessanti: ad esempio il fatto che il leader non sempre scelga il figlio primogentico come successore. Il contesto sociale prepara le nuove generazioni ma tutte le nuove leve ci hanno dichiarato che il posto va conquistato con fatica e impegno. Sull’altro versante, la vecchia generazione ha ben presente che il miglior investimento sta proprio nel capitale umano e familiare».

L'intervento del marchese Piero Antinori

A interventi ufficiali conclusi il dibattito in sala si è animato dei racconti e delle esperienze di chi si trova oggi a vivere la gestione del passaggio generazionale. In un clima amichevole e sereno alcuni degli esponenti delle 23 famiglie del vino hanno narrato, non senza un po’ di emozione, le proprie storie. Piero Antinori ha parlato delle “tre P”, per lui importantissime: passione, pazienza e perseveranza; Michele Zonin, ultimogenito di Gianni, ha messo in luce la necessità di gestire questo delicato momento con la giusta calma; Alessandro François del Castello di Querceto ha raccontato dei sette membri della sua famiglia impegnati in azienda; Francesca Argiolas non ha nascosto le divergenze di pensiero tra lei e suo padre Franco, ammettendo però come questo non impedisca loro di guardare nella stessa direzione; Benedetto Renda delle Cantine Pellegrino ha evidenziato come chi abbia il dono della leadership debba saper guidare il resto dei componenti della famiglia; per Teresa Severini Lungarotti le generazioni possono anche essere un ponte, come è stato il suo ruolo tra la figura di Giorgio e quella della sorella Chiara; voce un po’ fuori dal coro quella di Bruno Muratori che ha sottolineato invece la necessità di scindere il più possibile gli obiettivi privati della famiglia con il suo equilibrio, da quelli dell’azienda. Ambrogio Folonari ha narrato della sua esperienza nella fondazione della nuova cantina al fianco del figlio Giovanni; Emilia Nardi delle Tenute Silvio Nardi ha focalizzato la necessità, per chi resta a lavorare in famiglia, della totale dedizione, mentre per Mauro Lunelli delle Cantine Ferrari, finché si va d’accordo si dovrebbero stabilire i patti famigliari. Anselmo Chiarli ha parlato della realtà emiliana e di una famiglia che è sempre stata sinonimo di Lambrusco. Carlotta Pasqua ha messo in evidenza anche l’importanza per la generazione dei figli, d’avere una figura “cuscinetto”, spesso un manager esterno che faccia da tramite con i padri. Massimo Bernetti della Umani Ronchi ci ha detto della necessità di aver fiducia nei figli quando questi meritano di averla; quattro fratelli maschi affiancano oggi Vittorio Fiore del Podere Poggio Scalette e di Castelluccio. Roberto Fiore ci ha raccontato di come si possano mettere d’accordo quattro pensieri diversi. Sintonia totale anche nella famiglia Cotarella come ci ha detto Enrica Cotarella parlando di Riccardo e Renzo e della loro famiglia sempre insieme, 24 ore su 24 in privato e al lavoro. Passaggio naturale e inevitabile data la tanta passione nel muoverlo quello tra Barbara Mottura e suo padre; altrettanto fortunata la sincronia di intenti tra Stefano Gagliardo, il padre e i fratelli, ciascuno con il proprio carattere e il proprio ruolo. Ai suoi primi esordi pubblici, Matteo Livon a Urbino in compagnia dello zio Tonino che, ha detto, «mi ascolta sempre insieme a mio padre Valneo, anche se non sempre mi dà retta».

Il Palazzo Ducale di Urbino, quartier generale della manifestazione

Nel pomeriggio, nelle splendide sale del Castellare del palazzo Ducale, i produttori in persona hanno incontrato il grande pubblico offrendo in assaggio il meglio delle loro produzioni ernologiche. Parallelamente, nelle grandi cucine una ventina di cantine marchigiane hanno presentato le loro etichette. La due giorni urbinate proseguirà domani, domenica 30 settembre con un tour cittadino dedicato alle famiglie del vino e e un altro pomeriggio all’insegna del wine tasting.

LE 23 CANTINE PROTAGONISTE DEL SUMMIT –  Allegrini, Marchesi Antinori, Argiolas, Chiarli, Castello di Querceto, Podere Poggio Scalette, Falesco, Cantine Ferrari, Ambrogio e Giovanni Folonari, Gianni Gagliardo, Tenuta Il Palagio, Livon, Cantine Lungarotti, Mottura, Fratelli Muratori, Pasqua Vigneti e Cantine, Cantine Pellegrino, Tasca d’Almerita, Tenute Silvio Nardi, Tenute de la Custodia, Umani Ronchi, Zenato e Casa Vinicola Zonin.

 

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© Riproduzione riservata - 29/09/2012

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