Le Cantine che hanno fatto l’Italia (3): Nonino Distillatori
«Una sera a cena nella celebre Brasserie Lipp di Saint-Germain des Pré s a Parigi vedo seduto a un tavolo Marcello Mastroianni. Vado lì e mi presento: “Sono Giannola Nonino, sua grande ammiratrice, vorrei salutarla”. L’attore si alza e mi chiede: “Nonino Grappa?”. “Sì”, gli rispondo emozionata. “Sono io, signora, che m’inchino davanti a lei”, accompagnando le parole con un accenno a inginocchiarsi. “Lei fa una grappa insuperabile, meravigliosa: prometto di venire a trovarla in distilleria!”. Passa un anno, e il giorno dell’assegnazione del Premio Nonino a Tonino Guerra, era il 1987, Marcello Mastroianni arriva senza preavviso: siamo rimasti tutti folgorati!».
È uno dei tanti episodi di cui è costellata la storia e la carriera di Giannola Nonino e della celebre distilleria che ebbe origine nel 1897 per iniziativa di Orazio Nonino. Una storia, quella della generazione di Benito Nonino e di sua moglie Giannola, iniziata il 1° dicembre del 1973 quando, contro l’usanza di distillare le vinacce assemblate e conservate lungamente, furono selezionate le bucce di un singolo vitigno, le vinacce dell’uva Picolit, fermentate in purezza e distillate immediatamente in alambicchi artigianali rigorosamente discontinui. Così, goccia dopo goccia, nacque la prima grappa di singolo vitigno, la Grappa Cru Monovitigno® Picolit, un distillato unico con i profumi e i sapori del vitigno d’origine.
«Per sottolinearne l’unicità e avvicinare il consumatore più esigente», ricorda Giannola, «la presentammo in un’ampolla di vetro soffiato, quasi una reliquia, con un packaging allora rivoluzionario le cui etichette millesimate erano fi rmate da me una per una». Quel giorno è cominciata la rivoluzione della grappa, la sua riscossa alla conquista del mondo, come ha scritto R.W. Apple Jr. molti anni dopo sul The New York Times del 31 dicembre 1997: “Per decenni la grappa è stata poco più che una forma di riscaldamento per i contadini del Nord Italia… Gli italiani più in e la maggior parte degli stranieri la disdegnavano. Ma tutto questo accadeva prima che i Nonino di Percoto salissero alla ribalta…”.
E l’export? «Le prime piccolissime esportazioni iniziano nella seconda metà degli anni Settanta. Gli italiani, con il benessere, scoprono l’emozione della tavola e il cibo diventa cultura. La grappa rimane un distillato grezzo, anche se unico e tipico delle regioni del Nord. È un retaggio della miseria, del freddo, della fame. Alla fi ne Benito e io, consapevoli della qualità che lui riusciva a ottenere con tanta passione dai fumi dei suoi alambicchi, decidiamo di dare alla grappa lo stesso prestigio, lo stesso onore degli altri distillati d’Oltralpe. All’inizio abbiamo avuto molte richieste da parte di personaggi stranieri attratti da questo distillato che veniva decantato da una é lite di consumatori ma che si riusciva ad acquistare soltanto in Italia. Poi, con il grande successo della cucina italiana e grazie anche alle riviste specializzate in enogastronomia, a cominciare da Civiltà del bere di Pino Khail, sono iniziati ad arrivare importatori interessati alla nostra grappa».
Un importante contributo alla conoscenza della grappa Nonino arriva anche dal Premio Nonino Risit D’ Aur, istituito nel 1975 per salvare gli antichi vitigni autoctoni friulani in via di estinzione, e dal Premio Nonino di Letteratura del 1977. Tra i primi vincitori Ermanno Olmi e Leonardo Sciascia. Nel 1983 si aggiunge anche la sezione internazionale del riconoscimento, che porta nel piccolo paese di Percoto scrittori, scienziati, drammaturghi, attori, registi, antropologi, premi Nobel e tanti altri da tutto il mondo. Personaggi che diventano testimonial fantastici della grappa Nonino. «In questo modo», aggiunge Giannola, «abbiamo unito la cultura del loro sapere alla cultura del nostro prodotto, testimoniandone la qualità e l’unicità». Parlando di viaggi all’estero per lavoro, Giannola ammette di aver fatto tanta gavetta, a cominciare dalla Germania, specie per superare la mancanza di conoscenza della grappa. «La distribuzione all’estero della nostra grappa è iniziata negli anni Novanta per merito di Cristina, Antonella ed Elisabetta, le nostre meravigliose e impegnatissime figlie: rigorose, professionali, innamorate del proprio lavoro, grandi e autentiche distillatrici. Sono loro che hanno portato la grappa Nonino nel mondo. Hanno frequentato la New York University e la Sorbona a Parigi dedicando parte del loro tempo, oltre che allo studio, a trasmettere la conoscenza della nostra grappa».
Riferendosi al periodo americano, Giannola ama raccontare una loro bella esperienza. «Mentre Antonella ed Elisabetta studiavano all’università, un importante canale televisivo ha dedicato loro un’intera puntata. Le si vedevano fra i corsi e una pattinata sul ghiaccio al Rockefeller Center, e soprattutto nella più importante enoteca di New York, Sherry-Lehmann, mentre servivano i clienti e facevano fare degustazioni di grappa. Sono loro che hanno trasmesso ai consumatori stranieri più esigenti la cultura indispensabile per distinguere una grappa di alta qualità da una normale».
Giannola è un fiume in piena con i suoi ricordi: dai ristoratori ed enotecari, veri ambasciatori dell’enogastronomia italiana nel mondo, agli incontri con personaggi noti. «Durante uno dei primi viaggi in Germania», racconta, «conobbi Tina Turner; simpatizzammo, ripromettendoci d’incontrarci in Italia. E come dimenticare gli anni Ottanta a New York, dall’indimenticabile “spedizione” di Civiltà del bere nel 1981 per l’inaugurazione dell’enoteca dell’Ice ai successi de Le Cirque di Sirio Maccioni dove ho conosciuto Robert De Niro ed Henry Kissinger. Come pure il Rainbow Room dell’amico Tony May o il Felidia della meravigliosa amica Lidia Bastianich: erano i miei primi passi negli Usa».
Tra i riconoscimenti ottenuti dai suoi distillati, Giannola ricorda la prima pagina dedicata da Wine Spectator nel dicembre 2000 alla grappa di Picolit, come pure il giudizio di Forbes che nel 2009 pone la stessa grappa Nonino fra i tre migliori distillati al mondo. E sempre Forbes, un mese fa, l’ha inserita tra i cinque distillati icona nella selezione Hall of Fame.
1897 Orazio Nonino apre a Percoto una distilleria.
1973 Il 1° dicembre nasce la prima grappa Monovitigno® da vinacce di Picolit.
1975 Benito e Giannola Nonino istituiscono il Premio Risit D’Aur per salvare i vitigni autoctoni friulani.
1977 Nasce il Premio Nonino per la Letteratura, cui segue, nel 1983, la sezione internazionale.
1984 Su richiesta dei Nonino, tre ministeri autorizzano per la prima volta la distillazione da uva intera: nasce l’acquavite d’uva ÙE®.
1998 Il 2 giugno Giannola Nonino viene nominata Cavaliere del Lavoro dall’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Un anno prima la signora della grappa era apparsa con le sue figlie sul The New York Times.
OGGI Export: 40% – Bottiglie più esportate: Grappe Monovitigno® – Quintessentia® – Primi mercati: Germania, Russia, Canada, Usa e Far East (in totale 59 Paesi tra cui anche Sudafrica e Brasile).
Tag: Giannola Nonino, Nonino Distillatori© Riproduzione riservata - 19/09/2011