In Italia In Italia Emanuele Pellucci

Le Cantine che hanno fatto l’Italia (3): Nardini

Le Cantine che hanno fatto l’Italia (3): Nardini

Se potrebbe essere azzardato definire la ditta Bortolo Nardinila regina delle grappe”, perché la perfezione non esiste in nessun campo, andiamo invece sul sicuro se la indichiamo come “la grappa della Regina”. Ma quale regina, visto che nel mondo di teste coronate ce ne sono ancora molte? Naturalmente quella con la “erre” maiuscola, cioè la Regina d’Inghilterra! Era infatti il 1953 quando negli uffici della storica distilleria di Bassano del Grappa arrivò da Londra, nientemeno che da Buckingham Palace, l’ordine di acquisto di alcune casse di grappa da servire in occasione dei festeggiamenti per l’incoronazione della giovane Elisabetta II.

Inaugurazione Ponte di Bassano

Un momento dell'inaugurazione del Ponte di Bassano nel 1779

All’epoca la grappa Nardini non era ancora distribuita con i canali che conosciamo oggi, ma evidentemente ai “sommelier” della corte d’Inghilterra era giunta la fama di questo straordinario distillato italiano. E quella non fu la sola occasione in cui la grappa Nardini fu accostata ai reali inglesi, perché molto più tardi, addirittura nel 1987, l’antica distilleria ebbe l’altissimo onore di essere visitata dalla Regina Madre. Ai componenti di casa Windsor, insomma, questa grappa doveva essere di loro pieno gradimento!

ReginaMadre

La Regina Madre in visita alla distilleria nel 1987

Una bella soddisfazione, quindi, per i discendenti di quel Bortolo Nardini che nel lontanissimo 1779 decise di mettere su una distilleria fissa anziché continuare ad andare a distillare vinacce nelle residenze dei committenti. E come sede scelse Bassano, proprio di fronte al celebre ponte. «Da allora», ci ricorda Antonio Guarda Nardini, responsabile commerciale estero dell’azienda, «sette generazioni della nostra famiglia si sono succedute alla guida della distilleria, tutte impegnate nel far convivere tradizione e innovazione per la ricerca della massima qualità. Nel 1848 un altro Bortolo, figlio di Antonio e nipote del fondatore, adottò per primo in Italia l’alambicco a vapore, vera pietra miliare nella storia della distillazione».
Parlare di pionierismo nell’export, nel campo delle grappe, non è come farlo nel settore del vino, e ancora oggi, dopo alcuni decenni di successi di questo prodotto tipicamente italiano, il mercato destinato all’esportazione arriva solo a circa il 13%. «Forse potremmo considerare le nostre prime esportazioni», dice sorridendo Guarda Nardini, «le spedizioni dirette verso la laguna di Venezia attraverso il fi ume Brenta navigabile, in un’epoca in cui l’Italia non era ancora unita».
In realtà le prime vere esportazioni per la Nardini iniziano nel 1969 quando la grappa viene introdotta sul mercato tedesco, cui si aggiungono più tardi quelli inglese, statunitense e canadese. «Personalmente ho cominciato nel 1989 a occuparmi di esportazione, o per meglio dire di importazione, visto che all’epoca vivevo negli Stati Uniti. Lì abbiamo trovato un ottimo partner nella Winebow. Poi nel 1994, ritornato in Italia, sono entrato definitivamente in azienda, cominciando a sviluppare in maniera più capillare i mercati di Germania, Svizzera (dove ci siamo inseriti molto bene nella Grande distribuzione), Paesi scandinavi e Inghilterra. Qui, dopo aver avuto come importatori società come Belloni e Ciborio, impegnate con prodotti agroalimentari italiani, ci siamo poi affidati a un partner specializzato nella distribuzione di superalcolici».

bolle nardini

Le bolle progettate da Massimiliano Fuksas in occasione del 225° anniversario della Nardini

E proprio in Inghilterra la Nardini ha sperimentato un’altra delle potenzialità della propria grappa: quella della miscelabilità, ossia dell’utilizzo per i cocktail. Dice ancora Antonio Guarda Nardini: «Si è sempre creduto che la grappa non fosse un prodotto miscelabile: ebbene, proprio in Inghilterra abbiamo fatto questa operazione coinvolgendo i più noti barman con risultati molto positivi. Si è visto che anche in questa versione la grappa è decisamente superiore a molti altri distillati. Da lì è nata l’idea di creare una serie di cocktail con la grappa Nardini riunendo le ricette in una pubblicazione che poi abbiamo distribuito sui mercati internazionali».
Attualmente Nardini distribuisce la grappa e gli altri prodotti (liquori, aperitivi e amari) in 28 Paesi, in alcuni dei quali anche attraverso i canali della Grande distribuzione. Se il Brasile è l’ultima piazza conquistata in ordine di tempo, dove questi prodotti sono presenti già da oltre sei mesi e con ottimi risultati di vendite, l’azienda è impegnata adesso anche nella riorganizzazione del mercato cinese. Qui, infatti, ci sono stati vari problemi dovuti alla concorrenza di importazioni parallele da parte di altre società, per cui la distribuzione ufficiale dei prodotti Nardini aveva subito non poche difficoltà.
Quando gli chiediamo di riferirci qualche episodio accadutogli durante i suoi tanti viaggi all’estero, Antonio ricorda con

etichetta storica

L'immagine di un'etichetta storica

particolare curiosità quello di un soggiorno in Turchia. «Tutti conoscono il detto ”fumare come turchi”, ma pochi sanno che i turchi bevono come matti, e ciò nonostante le severe leggi sui superalcolici, dove anche per poterli vendere occorre passare varie barriere. Ebbene, la mia prima esperienza in quel Paese fu a dir poco inquietante: i miei interlocutori mi tennero impegnato dalle 10 del mattino alle 4 di notte del giorno dopo. Bevendo, naturalmente. E alla fi ne mi trovai un conto da pagare salatissimo!».
Tra le novità di questi ultimi tempi, al di là dell’impegno nell’export, l’azienda ha effettuato il restyling di tutti i prodotti

NARDINI-RISERVA 15 ANNI

La bottiglia di Acquavite di vinaccia Riserva invecchiata 15 anni prodotta per celebrare i 225 anni della fondazione dell'azienda

ed è occupata a far conoscere l’importanza della grappa nel bere miscelato, senza tuttavia confondere le idee al consumatore finale. La grappa bianca utilizzata in questo caso, infatti, è la stessa di quella che si è soliti bere come aperitivo o a fine pasto. Oltre alla tradizionale grappa bianca, la gamma prodotta da Nardini comprende anche la splendida Acquavite di Vinaccia Riserva invecchiata 15 anni, prodotta per la prima volta nel 2004 per celebrare il traguardo dei 225 anni dalla fondazione dell’azienda.

1779 Bortolo Nardini decide di aprire a Bassano la prima distilleria in pianta fissa.

1848 Il nipote del fondatore, Bortolo di Antonio, inaugura il primo alambicco a vapore in Italia, che servirà a distillare le vinacce.

1953 I reali inglesi acquistano alcune casse di grappa della distilleria Nardini per i festeggiamenti a Buckingham Palace in occasione dell’incoronazione di Elisabetta II. Per la distilleria si tratta di un importante riconoscimento.

1969 L’ex Germania Ovest è il primo mercato dove Nardini esporta la grappa in forma organizzata.

1987 La Regina Madre d’Inghilterra visita la distilleria a Bassano del Grappa.

2004 Esce sul mercato la grappa invecchiata 15 anni per celebrare il traguardo dei 225 anni di fondazione dell’azienda.

OGGI Export: 20% – Bottiglie più esportate: Grappa bianca in Germania e Grappa invecchiata in Svizzera – Primi mercati: Germania, Svizzera, Stati Uniti, Inghilterra e Canada.

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© Riproduzione riservata - 16/09/2011

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