Joska Biondelli apre le porte della cantina per il 1º assaggio del suo Franciacorta Brut
Prima visita ufficiale alla Cantina Biondelli di Bornato, nel cuore della Franciacorta. L’11 settembre l’imprenditore trentenne Joska Biondelli ha aperto le porte dell’azienda di famiglia – 10 ettari a vigneto e una villa cinquecentesca di fronte all’imponente castello medievale – per presentare alla stampa nazionale il suo ambizioso progetto vitivinicolo. Gli ospiti intervenuti hanno avuto il privilegio di degustare in anteprima assoluta l’etichetta con la quale comincia l’avventura vinicola Biondelli: un Franciacorta Docg in versione Brut che sarà disponibile a partire dal prossimo dicembre. L’evento ha coinvolto una quarantina di persone, giornalisti ma anche ristoratori, tra cui il maestro della cucina italiana Gualtiero Marchesi, da molti anni alla guida dell’omonimo locale di Erbusco (Brescia).
UN PERCORSO DI PRESENTAZIONE A TRE TAPPE – La tappa franciacortina è il secondo appuntamento pubblico del giovane Joska Biondelli dopo l’incontro tenutosi all’enoluogo di Civiltà del bere lo scorso giugno, nel corso del quale l’imprenditore aveva spiegato la decisione di impegnarsi nella produzione vinicola per portare sul mercato un’etichetta «accattivante, divertente, piacevole, capace di farsi riconoscere e di colpire per la sua piacevolezza». L’11 settembre è stata la volta della visita alla tenuta con tasting anticipato del “Franciacorta che verrà”, per usare un’espressione coniata apposta per l’evento. Infine, l’11 dicembre il Circolo del Teatro di Brescia ospiterà una grande festa aperta alla cittadinanza durante la quale saranno stappate le prime bottiglie di Brut destinate alle vendite.
STORIA DI UNA FAMIGLIA FRANCIACORTINA DOC – La visita in cantina è cominciata intorno alle 11; Joska Biondelli ha fatto gli onori di casa raccontando la storia della sua famiglia e dei possedimenti di Bornato. «Il cascinale cinquecentesco e i suoi terreni furono acquistati da mio nonno Giuseppe, ambasciatore d’Italia, nell’immediato Dopoguerra. Ci siamo sempre occupati di agricoltura, ma il nostro impegno in viticoltura si limitava a quello di conferitori d’uva, a cui si aggiungeva una piccola produzione uso famiglia». La svolta è avvenuta nei primi anni Duemila, quando Joska e suo padre si trovano a ragionare su che futuro dare alla proprietà. E Joska, grande appassionato di viticoltura, convince il padre a cimentarsi in una produzione di qualità su larga scala. «Stiamo facendo le cose grado per grado. Nel 2003-2004 era pronta la nuova sala di affinamento sotterranea, a 11 metri di profondità, capace di sostenere una produzione di 150 mila bottiglie. Noi per ora però puntiamo a raggiungere il numero di 50 mila, anche perché gli ettari di vigneto attuali sono soltanto 10». Dopo la costruzione della Cantina, si è proceduto con la ristrutturazione della villa, poi l’acquisto della migliore tecnologia di vinificazione e, ancora, la conversione delle vigne al biologico (che sarà ultimata entro il prossimo anno).
OBIETTIVO: ELEGANZA DELLA SEMPLICITÀ – Trentunenne con studi di Economia internazionale e sei anni di esperienza londinese in ambito finanziario, Biondelli non nasconde le difficoltà del momento: «Partiamo in ritardo, e siamo consapevoli di trovarci nel pieno di una crisi economica di portata mondiale e di essere la 107ª azienda iscritta al Consorzio del Franciacorta. Ma, come si dice in questi casi: only the brave. Stiamo intraprendendo questa sfida con grande determinazione e non vediamo l’ora di cominciare con la distribuzione. Ci muove l’amore per le cose semplici e ben fatte. Ordine, eleganza e pulizia nel bicchiere e rispetto per la terra in vigna».
TRA VIGNA E CANTINA – Durante il tour, Joska Biondelli accompagnato dal suo staff – il responsabile commerciale Roberto Ravelli, l’enologo Cesare Ferrari e il vigneron Diego Uberti – ha condotto i giornalisti nell’area che custodisce le vasche termocondizionate di ultima generazione e nel locale sotterraneo dove riposano le bottiglie della vendemmia 2010 e 2011. Poi la visita è proseguita tra le vigne, una sorta di terrazza naturale da cui si domina mezza Franciacorta, con vista sulla valle del Longarone, i comuni di Cazzago San Martino e Calino e i terreni di alcuni colleghi produttori: dai filari dei Conti Bettoni Cazzago a Villa Maggi di Marchesi Antinori, fino a Castel Faglia del gruppo Cavicchioli.
UNA DEGUSTAZIONE ALL’ALTEZZA DELLE ASPETTATIVE – Il momento clou della giornata è stato l’aperitivo in piscina con l’apertura delle prime bottiglie di Franciacorta Brut. Come ha precisato l’enologo Ferrari, «Questo vino non ha ancora raggiunto i 18 mesi previsti dal disciplinare, siamo a quota 15. Per cui l’acidità risulta ancora vivace. Il prodotto è “nature”, completamente senza liqueur d’expedition, assaggiato nella sua veste naturale. Fra tre mesi e con la liqueur le cose saranno diverse». Senza l’aggiunta di zucchero e in anticipo sulla conclusione del suo periodo di affinamento, il vino si è dimostrato un po’ secco ma comunque già molto godibile, equilibrato e promettente. Pienamente in linea con gli obiettivi del progetto Biondelli. Parte delle bottiglie sarà destinata alla vendita nei canali Horeca dal prossimo dicembre. Il resto resterà in cantina per le future versioni Rosé, Satèn e Riserva in programma a partire dal 2013.
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© Riproduzione riservata - 12/09/2012