In Italia In Italia Jessica Bordoni

Colline Teramane Docg da bere tutti i giorni

Colline Teramane Docg da bere tutti i giorni

Il disciplinare promosso dal Consorzio prevede una versione d’annata, con 12 mesi di invecchiamento e nessun obbligo di affinamento in legno, per la produzione di vini freschi e fruttati. Le storie delle Cantine Barba, Di Bonaventura, Fosso Corno e Biagi.

Chi l’ha detto che il Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg è un vino da aprire solo nelle grandi occasioni? Se è vero che la Riserva spicca per le sue doti di struttura e complessità legate al lungo affinamento, la versione d’annata si rivela un prodotto da bere tutti i giorni, grazie a una versatilità fuori dal comune.
L’anima passepartout della Docg è il risultato di una presa di posizione fortemente voluta dal Consorzio di tutela Colline Teramane, che nel 2016 ha promosso lo “snellimento” dell’iter di produzione, prevedendo l’immissione sul mercato del Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Docg dopo un solo anno di invecchiamento e svincolandolo dall’affinamento in legno obbligatorio, così da ottenere rossi giovani, dotati di freschezza di frutto, adatti a un consumo quotidiano, senza però perdere il profondo legame vino-territorio che è la cifra stilistica di quest’eccellenza riconosciuta dalla Garantita.

Un disciplinare severo e rigoroso, non solo per la Riserva

Tra i punti di forza del Colline Teramane Docg c’è l’adozione di un disciplinare rigorosissimo. La resa è per ceppo (mai superiore ai 7 kg) e non per ettaro e pone l’obbligo di vinificazione e imbottigliamento all’interno della zona di produzione. La resa in uva non può superare i 95 quintali per ettaro (contro i 140 consentiti dalla Doc), e il sistema di allevamento a tendone è vietato per i nuovi impianti, la cui densità non deve scendere sotto i 3.300 ceppi. Per la versione “base”, il periodo minimo di invecchiamento è un anno, di cui due mesi di affinamento in bottiglia; mentre per la Riserva occorrono almeno tre anni, di cui uno in botti di legno e almeno due mesi in vetro.

Questo vino racconta il territorio da cui nasce

Ma aldilà degli obblighi legislativi, l’identità di questo vino è da rintracciare nell’unicità dei luoghi in cui nasce. Le Colline Teramane si trovano lungo la fascia settentrionale dell’Abruzzo, incastonate tra le coste dell’Adriatico e le vette del Gran Sasso e dei monti della Laga. Un habitat incontaminato, che beneficia dell’influsso del mare e della montagna, con brezze marine e forti escursioni termiche giorno-notte. Le aziende socie del Consorzio sono soprattutto realtà di medie e piccole dimensioni. Molte hanno una lunga storia familiare alle spalle. Altre sono più giovani e nascono dalla volontà di investire su un’area fortemente vocata, indiscussa punta d’eccellenza enologica regionale.

Barba e Yang

A Scerne di Pineto ha sede la Casa vinicola Barba. Alla guida ci sono i fratelli Giovanni, Domenico e Vincenzo, che si avvalgono della consulenza dell’enologo Stefano Chioccioli. Il motto aziendale “nel solco della tradizione, la traccia del futuro” chiarisce la filosofia produttiva. «Al centro ci sono i 68 ettari di vigna», spiega Giovanni Barba. «Abbiamo selezionato le piante nel corso di 40 anni. A partire dal 1993 abbiamo sostituito i vecchi tendoni con moderni sistemi a spalliera». Il loro Yang, Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg 2016 rievoca già nel nome l’idea di un vino da bere in gioventù. «Gli appezzamenti sono trattati solo con rame e zolfo. La fermentazione in vasche d’acciaio avviene con lieviti autoctoni. La macerazione dura 18 giorni, con malolattica svolta spontaneamente e permanenza sulle fecce nobili per 12 mesi». Nel calice si esprime un rosso succoso, di bella acidità e freschezza, dal tannino setoso.

Di Bonaventura e Sofì

Ci spostiamo nel comune di Bellante, in frazione Ripattoni, per varcare i cancelli dell’azienda Di Bonaventura. «La nostra storia è cominciata con mio nonno. Poi mio padre, negli anni Settanta, ha creato il marchio Arte Vino», spiega Laura Di Bonaventura. «Nel 2014 io e mio marito Paolo, enologo, abbiamo deciso di “rifondare” il brand, cambiandogli il nome per rendere omaggio alla tradizione familiare». In tutto sei ettari in regime integrato, tra pergola abruzzese e spalliera, con rese intorno agli 80 quintali. Sofì, Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg 2016 è stato prodotto in sole 500 bottiglie. È un rosso armonico, intenso, giustamente tannico. «La macerazione si protrae per 15-20 giorni e la fermentazione avviene in tini di acciaio di piccola capacità. Poi il vino matura in barrique e tonneau per almeno un anno prima di passare in bottiglia».

Fosso Corno e Orsus

Il fascino di queste colline ha spinto anche chi non è originario del Teramano a trasferirsi in zona. È il caso della famiglia veronese Biscardo, che nel 2001 ha acquisito l’azienda Fosso Corno, 30 ettari su un’unica superficie collinare a Roseto degli Abruzzi. «Mio padre ha lavorato per 40 anni al Gruppo Italiano Vini», spiega Marco Biscardo, che dirige la tenuta con la sorella Sabrina. «Quando è andato in pensione, ha cercato un’area vocata per produrre un “superMontepulciano”, da sempre il suo vino del cuore… e così eccoci qui».
I vecchi impianti a tendone sono stati sostituiti con nuove viti a spalliera. La proprietà è stata divisa in 16 lotti, diversi per altimetria, esposizione e tipologia di terreno. Orsus, Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg 2016 è il frutto di un leggero appassimento in pianta del 50% delle uve grazie al taglio del tralcio. «Dopo la fermentazione, con 16 giorni a contatto con le bucce, il vino riposa in vasche d’acciaio. Successivamente affina per circa 12 mesi in tonneau di rovere di Borgogna». Concentrazione, ricchezza e profondità aromatica sono le parole chiave per descriverlo.

Biagi e Ipnosi

La panoramica si conclude a Colonnella dall’azienda Biagi, che produce vino da oltre mezzo secolo. Intorno alla metà degli anni Cinquanta nonno Giovanni diede avvio all’impresa. Oggi è attiva la terza generazione, rappresentata dai fratelli Luca e Fabrizio. «Il 2006 è stato l’anno della svolta: da conferitori, siamo diventati imbottigliatori», spiega Luca Biagi. «Da quel momento tutto è cambiato. Abbiamo deciso di puntare sulla qualità e la valorizzazione del territorio». In tutto 20 ettari di proprietà e altri 35 in affitto, per la maggior parte nel comprensorio Docg. Le uve dell’Ipnosi, Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg 2016 sono sottoposte a una macerazione di circa un mese, durante il quale vengono eseguiti rimontaggi per ottimizzare l’estrazione e la polimerizzazione dei polifenoli. «Le frazioni finali della pressatura, più ricche di tannini astringenti, vengono separate. La malolattica è svolta spontaneamente, mentre l’affinamento avviene in barrique di I, II e III passaggio». Il risultato è un vino di grande eleganza e finezza, ma al tempo stesso piacevolmente immediato.

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 2/2019 . Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la rivista effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare la rivista su store.civiltadelbere.com (l’ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com

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© Riproduzione riservata - 11/05/2019

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