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Cina primo produttore mondiale di uva (da tavola)

Cina primo produttore mondiale di uva (da tavola)

Da diversi anni la Cina è un player del settore vinicolo da tenere sotto costante e analitica osservazione. È un mercato vasto e ancora poco orientato al consumo di vino, in cui l’export dei principali Paesi produttori ripone molte speranze. Ma è anche la prima nazione al mondo per produzione di uve (soprattutto da tavola).

Se l’Italia si conferma primo produttore di vino al mondo secondo i dati Oiv 2018, la Cina detiene un primato potenzialmente esplosivo. La Repubblica popolare si è distinta negli ultimi anni come massimo produttore d’uva del globo, con oltre 3 milioni di tonnellate di distacco dal secondo Paese classificato (l’Italia) anche nel 2018. In termini assoluti, si parla di 11,7 milioni di tonnellate di uva cinese per 875 mila ettari vitati, un’estensione seconda solo alla Spagna (969 mila ettari) e in costante incremento (+8% dal 2017), mentre la nostra Penisola conta 8,6 milioni di tonnellate di uva e 705 mila ettari (+2%).

La mappa della produzione viticola mondiale evidenzia il primato cinese e la tipologia di uve prodotte (dati Oiv 2018)

Quanto è breve il passo dalla tavola alla bottiglia?

Il dato, come anticipato, è meno eclatante se si considera che l’84,1% delle uve prodotte in Cina sono varietà da tavola, mentre solo il 10,3% è da vino. Una percentuale opposta alla nostra: in Italia i vitigni destinati a produrre vino coprono l’86,5% della produzione viticola complessiva, e solo il 13,5% è riservato al consumo da tavola. Da qui, di conseguenza, la grande distanza fra le quantità di vino prodotto dai due Paesi: 54,8 milioni di ettolitri in Italia (con un balzo del +29% dalla scarsa vendemmia 2017) contro i 9,1 milioni di ettolitri cinesi, con un calo significativo dall’anno precedente (-22%). Ma una domanda sorge spontanea: cosa accadrà quando (e se) in Cina cominceranno ad appassionarsi al vino sul serio?

La produzione vinicola mondiale (dati Oiv 2018)

Il vino cinese soddisferà la domanda interna (con buona pace dell’export)

I consumi di vino in Cina oggi si attestano su 17,6 milioni di ettolitri all’anno (inclusi spumanti e “vini speciali”), contro i 33 milioni degli Usa. Ma se dovessero crescere vertiginosamente, quanto (poco) ci vorrà alla Repubblica popolare cinese per riconvertire gli 875 mila ettari vitati impiantando varietà atte alla produzione di vino? Le speranze dell’export enoico dal resto del mondo potrebbero facilmente capitolare di fronte a una rapida espansione della produzione vitivinicola interna. Che facilmente rappresenterà la prima risposta al diffondersi della domanda di vino in Cina, soprattutto fra le fasce medio-basse di consumo. Se il mercato lo chiederà, non tarderà a diffondersi vino made in China a basso costo (e qualità).

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© Riproduzione riservata - 26/07/2019

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