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Michele Chiarlo e Nespolo: una mostra e il Cannubi Path

Michele Chiarlo e Nespolo: una mostra e il Cannubi Path

Inaugurata la mostra nel resort Palás Cerequio e il percorso multisensoriale artistico nella vigna Cannubi. Ideato dal pittore-scultore piemontese Ugo Nespolo e dedicato al fondatore Michele Chiarlo, si potrà visitare liberamente. Una selezione di assaggi nel caveau di Barolo.

La collaborazione tra l’artista Ugo Nespolo e la famiglia Chiarlo inizia nel 2010 con l’ideazione dell’etichetta del Nizza Riserva La Court Vigna Veja. Ed è l’inizio di una feconda amicizia tra Michele Chiarlo, il fondatore della Cantina piemontese scomparso lo scorso anno, e il pittore-scultore che oggi sta progettando il padiglione Italia per Expo 2025 Osaka. L’8 ottobre, a La Morra (Cuneo), l’ultimo capitolo (per ora) di questa collaborazione artistica ha visto l’inaugurazione di una mostra a Palás Cerequio, e del Cannubi Path, un percorso artistico con ciabòt (casotto) nella vigna Cannubi, dedicato a Michele Chiarlo.

La mostra a Palás Cerequio

La mostra “Nespolo & Chiarlo: dal 2010 arte in vigna”, allestita nel caveau del Barolo di Palás Cerequio, il resort con 11 suites con salotto e wellness privato di proprietà della famiglia Chiarlo, è visitabile fino alla fine dell’anno. Qui si può ammirare una raccolta delle opere di Ugo Nespolo in ceramica, vetro e legno, queste ultime decorate con i caratteristici intarsi sua cifra stilistica. In più si possono scoprire bozzetti inediti che raccontano passato, presente e anche futuro della lunga collaborazione con Michele Chiarlo.
Come, per esempio, il progetto per l’etichetta Barolo Cannubi Riserva, che uscirà nel 2025 con l’annata 2019 in tiratura limitata di 100 bottiglie; e il logo della Cantina realizzato da Nespolo in 100 sculture da tavolo che reinterpretano con lo stile del maestro il campanile della borgata Cerequio, oggi sede di Palás Cerequio. «È proprio qui, nel 1996, in occasione di una festa», ricorda Alberto Chiarlo, che oggi con il fratello Stefano conduce l’azienda, «che ci siamo resi conto che dalle nostre vigne non ci bastava più “solo” fare grandi vini, ma volevamo anche portarci la gente e condividerle con loro».

Cannubi Path Chiarlo
Ugo Nespolo e Alberto Chiarlo con l’etichetta artistica del Barolo Cannubi Riserva 2019, che uscirà nel 2025

Cannubi Path: il progetto

Il Cannubi Path è situato nel più antico omonimo cru di Barolo – la cui storia inizia nel 1752 con la prima bottiglia a portarne il nome. La famiglia Chiarlo ne coltiva 1 ettaro, a forte pendenza, nella parte centrale della collina rivolta verso il paese di Barolo, dove nasce anche il prestigioso Barolo Cannubi Riserva che si fregerà dell’etichetta di Nespoli. Il percorso artistico dedicato a Michele Chiarlo sarà visitabile liberamente e si ispira all’Art Park La Court, il parco artistico che la famiglia Chiarlo ha aperto nel 2003 sulle colline del Nizza Docg e che ospita un’altra opera di Nespolo, “La Porta sulle colline”.  
A Cannubi gli spazi sono più raccolti, rispetto ai 2 km del percorso delle “Orme su La Court”, forse a sottolineare l’intimo legame con il fondatore Michele Chiarlo. Anche colori e forme caratteristiche dello stile di Nespolo si integrano sempre più con il territorio, quasi a voler rinsaldare «quel legame tra terra e fatto artistico a cui la famiglia Chiarlo con umanità e intelligenza ha voluto dar vita», commenta Ugo Nespolo.

Cannubi Path: il percorso

L’inizio del Cannubi Path è indicato a bordo strada da un’installazione-segnale. Il percorso prosegue in salita con una serie di pannelli posti a inizio filare, fino ad arrivare al ciabot, antico casotto per il riparo degli attrezzi e dei vignaioli, cosparso di elementi “nespoliani”, al cui interno si trova un’opera ispirata all’arte cinetica di Alexander Calder con elementi appesi nello spazio, luci e suoni. Di fianco da una terrazza con panchina si può godere della vista sui vigneti circostanti e leggere i pannelli esplicativi della storia del cru Cannubi.

I nostri assaggi

Tornati a Palás Cerequio, nel caveau di Barolo, dove i Chiarlo dal 1996 accantonano il 10% della loro produzione (e qualcosa anche da prima) con l’intento di dar vita a un archivio di vecchie annate, abbiamo degustato le ultime uscite sul mercato e qualche campione d’antan. Tra questi, un Gavi che per struttura e finezza è in grado di confrontarsi con i grandi bianchi francesi: Fornaci 2019, da vecchi vigneti nel comune di Tassarolo nati da un clone prefillossera selezionato dall’Università di Piacenza. Il Barolo Cannubi 2006 “maggiorenne” che stupisce ancora per freschezza e balsamicità finale. Il Barbaresco Montestefano Riserva 2019, cru che per speziatura, austerità e tannino ricorda quasi più un Barolo. Il Nizza Riserva La Court 2021 (anteprima assoluta in uscita) che incarna «la nostra idea di Nizza, mantenendo alta l’acidità, che dà eleganza e finezza, lasciando da parte l’opulenza», spiega Stefano Chiarlo.

Foto di apertura: il ciabot di vigna Cannubi reinterpretato da Ugo Nespolo

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© Riproduzione riservata - 22/10/2024

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