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Cavit: coordinare il lavoro e puntare all’eccellenza

Cavit: coordinare il lavoro e puntare all’eccellenza

Il progetto qualità “Il Maso” e la vicinanza ai soci anche attraverso corsi di formazione – L’idea che si può ottenere il meglio se gli obiettivi sono condivisi – L’esempio del Teroldego Maso Cervara

Una cooperativa fortemente legata al suo territorio di produzione, che da sempre si pone come obiettivo la valorizzazione della vitivinicoltura trentina sfruttando le opportunità offerte dalle numerose varietà autoctone e dai microambienti climatici che contraddistinguono i 5.700 ettari di vigneto, coltivati da più di 4.500 viticoltori. Cavit, le cui origini risalgono al 1950, si presenta oggi sul mercato come “una grande realtà aziendale composta da tante piccole realtà artigianali”, in grado di dar vita a una gamma di etichette particolarmente ampia, che spazia dagli spumanti Trento Metodo Classico e Charmat fino a una serie di vini da dessert. «Uno dei maggiori punti di forza di Cavit», sottolinea Adriano Orsi, presidente, «è proprio rappresentato dall’ampiezza della base sociale sul territorio, che consente di utilizzare un bacino ampelografico di produzione rilevante, ma allo stesso tempo differenziato e caratteristico».

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Nella Piana Rotaliana, dove ha sede la Cantina, sono stati individuati i vigneti più vocati

Nello scenario produttivo trentino, da sempre caratterizzato da un’elevata frammentazione della proprietà fondiaria e da uno spiccato individualismo dei produttori, Cavit ha assunto un ruolo sempre più strategico, capace di dare importanti contributi all’elaborazione di una serie di obiettivi condivisi da tutta la filiera. «Per la nostra Cantina», conferma a questo proposito Adriano Orsi, «la valorizzazione del territorio rappresenta un elemento fondamentale. Innanzitutto perché la cooperativa ha una valenza sociale, e in secondo luogo perché il territorio assume grande importanza agli occhi dei consumatori finali». Questa consapevolezza ha portato Cavit ad assistere sempre più da vicino le sue Cantine associate, contribuendo alla formazione dei viticoltori del Trentino, supportandoli nella scelta delle migliori tecniche d’impianto e di coltivazione del vigneto, e fornendo loro indicazioni su come difendere i grappoli da patologie e avversità atmosferiche. Tutto ciò grazie alla presenza di una serie di figure professionali competenti e altamente specializzate, incaricate di seguire ogni specifica fase del processo produttivo. Una fondamentale tappa del percorso intrapreso da Cavit nello studio dell’ambiente viticolo trentino è rappresentata dal progetto qualità “Il Maso”, che è stato condotto in collaborazione con l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige. «L’obiettivo», spiega Adriano Orsi, «è stato quello di individuare i vigneti più idonei a offrire la migliore materia prima, presupposto indispensabile per la realizzazione di prodotti di pregio. “Il Maso” è un progetto di ampio respiro che si inserisce perfettamente nelle nostre strategie aziendali e che riesce a sintetizzare in maniera efficace la filosofia produttiva di Cavit, che consiste nell’avere vini di qualità ma sempre a un prezzo accessibile e ragionevole per il consumatore finale. In questo senso ritengo che il consumatore “post crisi” si sia riconosciuto nei valori dei nostri vini, e il mercato ci ha sempre premiato, anche nell’ultimo periodo».

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Il presidente Adriano Orsi

Emblematico a questo proposito è il Maso Cervara Teroldego Rotaliano Doc, che al naso presenta note aromatiche di piccoli frutti rossi e violette e al palato svela un intenso retrogusto di mora e mirtillo. «Questo Teroldego è uno dei vini maggiormente rappresentativi della nostra azienda», spiega Orsi, «in quanto vitigno/vino più caratteristico del territorio trentino. È per noi anche un particolare motivo d’orgoglio per la qualità che ha raggiunto negli ultimi anni e per gli importanti riconoscimenti che continua a conseguire».

Tra i punti di forza che hanno consentito alla Cantina sociale trentina di raggiungere col tempo l’attuale posizione di leadership non va dimenticata anche una particolare attenzione posta alle fasi di commercializzazione, distribuzione e comunicazione. «Le linee guida di approccio al mercato da parte di Cavit», afferma Adriano Orsi, «non sono mutate nel tempo. Da sempre ci siamo posti nei confronti della grande distribuzione italiana ed estera come un partner affidabile sia per la qualità dei prodotti, sia per la garanzia e il rispetto delle tematiche ambientali e sociali. Cavit, inoltre, ha dimostrato negli anni di essere un partner serio e affidabile anche da un punto di vista commerciale, ponendosi delle soglie di remunerazione che possano garantire il giusto valore al consumatore e a tutta la filiera produttiva».

Ci troviamo dunque di fronte a una Cantina sociale che dimostra di essere riuscita a prepararsi per tempo all’attuale scenario competitivo, gestendo una visione del business di lungo periodo e investendo in maniera cospicua sui mercati esteri. Attualmente Cavit realizza infatti il 75 per cento del proprio fatturato all’estero: negli Usa, dove è stato riconosciuto per il quinto anno consecutivo come primo marchio italiano nella ristorazione, ma anche in Canada, Germania, Europa del Nord, Inghilterra, Svizzera, Belgio, Austria e recentemente in Oriente, Cina e India.

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Il Teroldego Maso Cervara è frutto della collaborazione con l’Istituto di San Michele all’Adige

Formazione delle risorse umane, ricerca e sperimentazione a livello viticolo ed enologico, attenzione ai rapporti con la distribuzione, progressiva penetrazione su più mercati esteri. A queste valenze, che nel loro insieme hanno determinato il successo di Cavit, bisogna infine aggiungere anche la comunicazione, intesa come design delle etichette, relazioni esterne e pubblicità. «Questi sforzi», afferma Adriano Orsi, «hanno consentito alla nostra Cantina di proporre un’immagine moderna di sé anche in importanti contesti internazionali. Senza dimenticare che il concetto stesso di cooperazione può diventare un interessante tema di comunicazione rivolto al mercato finale. La cooperazione, infatti, rispecchia e comunica ai consumatori il rispetto di tutti i valori di responsabilità sociale e sviluppo sostenibile che sempre di più dovranno affermarsi nella nostra società, per non compromettere seriamente l’ambiente, le sue risorse e il benessere delle generazioni future».

Cavit
anno di fondazione: 1950
viticoltori: 4.500
ettari vitati: 5.700

Via del Ponte, 31 – 38123 Trento

Tel 0461.38.17.11
E-mail  cavit@cavit.it – www.cavit.it

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© Riproduzione riservata - 04/01/2011

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