50 anni di storia del vino: Santa Margherita, il coraggio di tracciare sempre nuove strade
La visione del fondatore Gaetano Marzotto e la crescita di un grande polo produttivo. La produzione del Prosecco e l’intuizione del Pinot grigio vinificato in bianco. La cura per l’ambiente e la natura.
Santa Margherita è, a tutti gli effetti, una storia italiana di passione, lavoro, valori e tradizione, nata nel 1935 dalla visione di Gaetano Marzotto, che crede in un’agricoltura moderna ed efficiente fatta di persone, natura e tecnologia insieme. «Da quell’inizio visionario sono trascorsi ben 89 anni, ma i valori di riferimento sono rimasti immutati e hanno permesso a questo nostro sogno di crescere fino a diventare una delle realtà del vino più importanti d’Italia, capace di stare al passo con i tempi e di leggere i mutamenti negli stili di vita e di consumo, grazie alla capillare presenza in oltre 90 Paesi nei cinque continenti», racconta l’attuale presidente di Santa Margherita e suo nipote Gaetano Marzotto.
Nel 1935 il vasto tratto di pianura compreso fra Fossalta di Portogruaro e la Laguna veneta era in gran parte abbandonato e da bonificare. «Il nonno Gaetano ne intuì il potenziale e decise di realizzarvi un grande polo agricolo a pochi chilometri dal mare in grado, grazie alla sua superficie di 1.000 ettari, di rispondere alla crescente domanda di beni alimentari. Inoltre, venne dato il nome dell’amata consorte, Margherita Lampertico Marzotto, ai propri vini».
La ripresa della tradizionale coltivazione della vite si rivelò infatti una delle scelte fondanti del nuovo polo agricolo, che si dotò di una grande cantina di vinificazione, che da allora in poi venne costantemente aggiornata e sviluppata. «Nel Secondo dopoguerra si iniziò quindi a percorrere con decisione la strada della nascente qualificazione dei vini e in quello stesso periodo si percepì anche il profondo mutamento del gusto e delle abitudini alimentari degli italiani, che iniziavano a non concepire più il vino come alimento ma come simbolo del piacere conviviale, con una forte identità di vitigno e di territorio, di grande versatilità, in grado di accompagnare una cucina via via sempre più leggera e salutistica».
Gli esordi con Prosecco e Pinot grigio
Nel 1952 Santa Margherita credeva fortemente nella spumantizzazione della Glera e nelle virtualità del Prosecco, che in quell’anno, tra l’altro, entrò per la prima volta nel suo portafoglio. Nel 1961 fu la volta del Pinot grigio, dove il gruppo individuò nell’Alto Adige quel territorio dal grande potenziale da valorizzare e nel vitigno il capofila di quella generazione di vini attesi dai consumatori. «Uno solo il suo limite: il colore ramato delle bucce che genera un vino non affascinante per un vasto pubblico». L’intuizione si cela nella tecnica di vinificazione che toglie, in pressatura, ogni contatto fra mosto e bucce: in altre parole, si tratta della vinificazione in bianco. «Dal 1961 infatti è un successo senza interruzioni e, praticamente, senza confini».
Poco dopo arrivarono anche le nuove interpretazioni dello Chardonnay e del Müller Thurgau, proposto nella versione frizzante, mentre nella zona collinare di Treviso, il Prosecco spumante cominciò a diventare, da prodotto locale a campione mondiale.
Nel 1979 fu ancora il Pinot grigio a ergersi protagonista con un risultato a dir poco sorprendente: «Una degustazione alla cieca, a bottiglie coperte, lo incoronò quale miglior bianco d’Italia e gli spalancò le porte del grande mercato statunitense, affermandosi come leader nel settore e diventando un vino icona, alimentando una fedeltà al marchio senza precedenti. Insomma, un vino fresco, dalla grande bevibilità, dalla straordinaria capacità di abbinamento, che proprio da quel periodo diventa il riferimento per decine di altre Cantine italiane».
La nuova sede inaugurata nel 2017
Nel 2011 nel momento di grande esplosione del fenomeno Prosecco, Santa Margherita Gruppo Vinicolo avverte la necessità di focalizzarsi ancora di più sul prodotto e di promuovere le tante anime di questo vino senza banalizzarlo. «Il vigneto-giardino di Refrontolo, nel cuore della Docg Conegliano Valdobbiadene, ma soprattutto una delle 43 Rive, ne è un esempio significativo, per il fatto di essere ubicato su pendii di collina, per le sue obbligatorie lavorazioni a mano e per la sua stessa produzione contingentata da disciplinare».
Infine, il 2017 vede un altro traguardo nella storia dell’azienda, cioè il nuovo centro di imbottigliamento dedicato a Vittorio Emanuele Marzotto: una struttura dislocata su 2.600 metri quadrati, stato dell’arte di tecnologia ed efficienza produttiva. I mercati continuano, infatti, a dare ragione all’azienda veneta, essendo leader a valore e volume nel segmento Pinot grigio da 750 ml in Usa, Canada, Italia e Germania.
Sostenibilità a 360°
L’impegno per la sostenibilità è comunque quotidiano e può essere sintetizzato in alcuni punti, tra cui soprattutto l’approvvigionamento da fonti rinnovabili, il più vasto progetto di carbon neutrality messo in campo da un’azienda italiana da un decennio a questa parte e la promozione di virtuose economie circolari, come il recupero delle bobine (ovvero il recupero degli scarti delle etichette autoadesive generati durante l’imbottigliamento): «Per noi, il vino buono non può che nascere in un ambiente integro, dove la natura stessa è lasciata libera di operare, rispettando le sue leggi senza forzature».
Santa Margherita è stata sin dalla nascita tenuta innovativa e all’avanguardia, in quanto le brillanti intuizioni del fondatore sono tuttora il terreno fertile della stessa impresa: «La nostra mission è sempre quella di rendere l’associazione fra il vino e il cibo un’esperienza coinvolgente, tracciando senza sosta nuove rotte del gusto e del piacere enologico, anche perché la tradizione enologica italiana non sarebbe così grande se non avesse avuto il coraggio di guardare avanti», conclude Gaetano Marzotto.
Foto di apertura: la sede inaugurata nel 2012
SANTA MARGHERITA
via Ita Marzotto 8
Fossalta di Portogruaro (Venezia)
0421.24.61.11
info@santamargherita.com
www.santamargherita.com
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Tag: Conegliano Valdobbiadene Prosecco, Gaetano Marzotto, Glera, Pinot grigio Santa Margherita, Santa MargheritaRealizzato in collaborazione con Santa Margherita
Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 1/2024. Acquista
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© Riproduzione riservata - 20/10/2024