Viticoltura eroica

Viticoltura eroica

In un paesino del Canavese, Settimo Vittone, a fine agosto un gruppo di vignaioli riuniti in associazione ha presentato un vino dal nome curioso, Giös, di notevole livello qualitativo ma di prezzo accessibile, allo scopo di ottenere un incremento di reddito per chi lo ha prodotto, incoraggiandolo a non abbandonare la sua vigna. Le uve autoctone da cui è tratto sono infatti coltivate su terrazzamenti sostenuti da muri a secco, di grande suggestione paesaggistica ma di ardua coltivazione e di scarsa redditività economica. Non è quindi esagerata la definizione di “viticoltura eroica” che si legge in etichetta. La scomparsa dei terrazzamenti sarebbe infatti molto grave per la perdita di pezzi di storia del territorio e per il depauperamento della sua cultura, e pericolosa sotto il profilo ambientale, perché aprirebbe la strada al dissesto idrogeologico, compromettendo la stabilità dei versanti montani e mettendo a rischio la sicurezza degli abitati. Eroici, dunque, questi vignaioli. Ma, come suggerisce Bertolt Brecht, un paese civile non dovrebbe aver bisogno di eroi.


© Riproduzione riservata - 15/04/2010

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