Vino Israeliano: breve viaggio nel bicchiere

Vino Israeliano: breve viaggio nel bicchiere

Alla scoperta del vino israeliano. Dror Engelstein, laureando in viticoltura ed enologia all’Università di Milano, ci ha fatto un regalo. Complice Andrea Dal Cin, responsabile tecnico di Masi Agricola, con cui Dror ha collaborato sia in Valpolicella sia in Israele, ci siamo riuniti attorno alla tavola dell’enoluogo di Civiltà del bere per farci un’idea del vino israeliano e delle tendenze in corso in un Paese che riserva grandi sorprese anche enologiche.

Oseleta tra Valpolicella e Israele

Per cinque anni Dror ha lavorato a Tzora Vineyards, sui monti della Giudea. Come tutti gli enologi israeliani, o quasi, è poi volato all’estero per imparare. Lui ha scelto l’Italia e ha concluso il suo iter con un tirocinio in Masi. L’azienda veneta, per altro, da anni è impegnata in Israele, così come in altre parti del mondo (vedi Tupungato, Argentina), dove è in corso uno studio sul super autoctono veronese Oseleta, di cui sette anni fa piantarono mezzo ettaro e che si adatta bene ai climi caldi, in presenza di acqua. Engelstein discuterà a breve la tesi sul tema “Comparazione dell’Oseleta in Veneto e in Israele”.

vino israeliano dror engelstein

Dror Engelstein con le 12 bottiglie di vino israeliano degustate

Vino Israeliano nella storia

Ma l’incontro ha scopi più ampi, e abbraccia un ampio panorama enologico. È affascinante aggirarsi con lo spirito del vino in corpo tra Golan, Giudea, Galilea… Si parte con il sunto della storia del vino israeliano, con le sue tappe salienti. Un primo stadio affonda nelle origini: nel 1848 fu costruita la cantina di Zion a Gerusalemme, nella città vecchia, nel 1852 arrivò Teperberg (entrambe Cantine familiari di proprietà ebraica), e nel 1882 fu avviato il progetto più rappresentativo: Carmel Winery. È una cooperativa con un padre nobile: il barone de Rothschild, leggendario banchiere nonché produttore bordolese di origine ebraica, che molto ha sostenuto l’avvio dell’attività agricola in Israele.

Verso la qualità

Erano gli albori di una enologia che puntava soprattutto alla produzione di vini da cerimonia e di vini da tavola, e in questo periodo gli ebrei vivevano in un’area ristretta tra Gerusalemme o Tel Aviv. Un secondo periodo di sviluppo della storia vitivinicola locale è riconducibile agli anni Ottanta del Novecento. Nel 1982 nasce Golan Heights Winery, con una nuova filosofia: l’offerta di vino di qualità, a prezzi accessibili, di ispirazione californiana. Verso i Novanta nascono le prime boutique wineries.

Qualche dato produttivo

Oggi si contano circa 300 aziende con vigneti che coprono circa 6.000 ettari (78% uve rosse e 22% bianche) per 336.000 ettolitri annui di vino. Questi sono consumati prevalentemente in loco, con un 15% destinato all’esportazione. Per quanto piccolo sia il comparto del vino israeliano, presenta una notevole variabilità di zone e climi, con alcune macro aree – Galilea, Samaria, Samson, Colline della Giudea, il deserto del Negev – ciascuna con microclimi molto variabili, anche ogni 2 o 3 chilometri. Le varietà più diffuse sono Cabernet, Carignan e Merlot, che coprono il 50% della produzione.

marawi

Vigne di Marawi

Nuove varietà autoctone: il Marawi

Interessante è la presenza dell’Argaman: considerato ormai varietà locale, ma in realtà incrocio del portoghese Souzão e Carignano. Adatto soprattutto nei blend, per rinforzare  struttura e colore, può essere interessante anche vinificato in purezza, quando proviene da vigne vecchie, e usando la cautela di non estrarre troppi tannini. Una nuova frontiera vede impegnato il ricercatore Shivi Droi, che ha già individuato 12 varietà autoctone da vino. Di queste, sinora l’unico già assurto alla dignità della bottiglie è il Marawi, recentemente presentato dall’enologo della prestigiosa Recanati Winery, Ido Lewinsohn, anch’egli laureato in Italia.

L’assaggio del vino Israeliano

A questo proposito, una nota significativa: la “diaspora” degli enologi di Israele, con relativa “aliá”, ritorno in patria, ha creato un mosaico interessante, per cui lo stile delle Cantine è spesso influenzato dallo stile enologico dei Paesi di formazione. Assaggeremo quindi vino israeliano di ispirazione francese, italiana, americana o australiana. Ovviamente, il timbro territoriale c’è, ed è evidente, con il clima più o meno mediterraneo a portare maturità di frutto e gradazioni importanti. Questo il resoconto degli assaggi.

 

1. Golan Heights Winery – Yarden Blanc de Blancs 2008

Uve: Chardonnay 100% (spumante)
Area viticola: Alture del Golan
Suoli: basalto, tufo
L’azienda è impegnata nella produzione di spumanti da 20 anni, Yarden è uno Chardonnay (Metodo Classico) particolare, prodotto a mille metri di altitudine, che permane 5 anni sulle fecce ed è realizzato solo nelle grandi annate. Ha un naso semplice, fruttato, con un tocco di crosta di pane e fiori di gelsomino. Stupisce la spiccata acidità (pH 2,97 che si sente tutto) per cui risulta poco armonico.
Prezzo indicativo: 35-40 euro
Voto: 82/100

2. Tzora Vineyards – Shoresh Biancoho 2013

Uve: Sauvignon blanc 100% (bianco)
Area viticola: Montagne della Giudea
Suoli: galestro.
Bianco secco e profumato, proveniente dal cru Shoresh, vinificato in barrique uvecchie di 500 litri. Ha un difetto di tappo, ciononostante suggerisce un naso complesso, e al palato offre una sostanza ricca, brillante compatta ed eleganteo.
Prezzo (indicativo): 35 euro
Voto: potenziale 90/100 (ma oggi ingiudicabile)

3. Carmel Winery – Riesling Kayoumi 2013

Uve: Riesling 100% (bianco)
Area viticola: Galilea
Suoli: terra rossa, calcare
Fascia intermedia dell’azienda, al naso convince più che al palato. Note di albicocca e gesso, minerale, ben integrato. Bocca fruttata, di media freschezza. Il finale è un po’ corto e un po’ amaro.
Prezzo indicativo: 15-20 euro
Voto: 82/100

4. Vitkin Winery – Israeli Journey White 2013

Uve: Roussanne, Viognier, Colombard, Gewürztraminer, Grenache blanc (bianco)
Area viticola: Giudea, Carmelo e Galilea
Suoli: vari
Colore tendente al dorato. Vinificato per l’85% acciaio. Grenache blanc e Roussane fermentano in legno (15%). Naso suadente, tropicale, frutto passione, a fronte di un grado alcolico contenuto (12,5 gradi d’alcol). Ancora, al naso, miele di castagno e un tocco medicinale. Al palato, una bella grassezza, con equilibrio,  acidità moderata e un finale leggermente ammandorlato. Mediterraneo.
Prezzo indicativo: 35 euro
Voto: 89/100

5. Golan Heights Winery – Yarden Cabernet Sauvignon “El Rom” 2011

Uve: Cabernet Sauvignon 100% (rosso classico)
Area viticola: Alture del Golan
Suoli: basalo, tufo
È il vino top della Cantina, le cui uve provengono dalla vigna El Rom. Ha profumo intenso, di cioccolato, erbe, spezie. Balsamico con sentori di prugna. Al palato presenta un tannino elastico, morbido. Ha lunga persistenza, e finale clado (15 gradi d’alcol).Fermenta per 18 mesi in barriques nuove.
Prezzo indicativo: 45 euro
Voto: 88/100

6. Domaine du Castel – Grand Vin 2012

Uve: Cabernet Sauvignon, Merlot, Petit Verdot, Cabernet Franc (rosso classico)
Area viticola: montagne della Giudea
È forse il rosso israeliano più famoso all’estero. Ha naso fresco, con tocco vegetale e floreale. Il gusto è abboccato, con sensazione di frutta cotta. I 20 mesi in barrique nuove lasciano il segno, unite a un livello alcolico (15 %vol.) e di maturità decisamente avanzati. Una recente annata ha meritato 92 punti Parker.
Prezzo indicativo: 45 euro
Voto: 86/100

7. Carmel Winery –  Shiraz Kayoumi 2011

Uve: Shiraz 100% (rosso classico)
Area viticola: Galilea
Suoli: terra rossa, calcare
Note polverose al naso unite a picoli frutti neri, inchiostro e tocco speziato. Manca di corpo in bocca. Si colloca nella linea media dell’azienda.
Voto: 79/100

8. Shvo – Rosso 2011

Uve: Syrah 25%, Grenache 25%, Barbera 20%, Mourvèdre 30% (rosso moderno)
Area viticola: Galilea
Piccolo produttore da 30 mila bottiglie. Gaby Sadan è piuttosto popolare, considerato un “crazy boy”, ha studiato in Francia e tornato nell’Alta Galilea si è messo in proprio. Coltiva le uve a 800 metri d’altezza e ottiene vini mediterranei di terroir. Lo spettro aromatico è intrigante, e spazia dalla fragola al pepe, è pungente e generoso. In bocca è morbido, pieno, persistente ed equilibrato.
Prezzo indicativo: 20 euro
Voto: 95/100

9. Lewinsohn – Garage de Papa 2012

Uve: Petit Syrah 40%, Carignan 30%, Syrah 30% (rosso moderno)
Aree viticole: Galilea e Giudea
Suoli: terra rossa in Galilea e pianure argillo-calcaree in Giudea
Prodotto in vasche aperte, ha lo stile di un vino “naturale”, con residuo zuccherino e note di rifermentazione. Putroppo presenta un difetto di tappo ed è ingiudicabile, nonostante se ne colga la stoffa.

10. Vitkin Winery – Carignan 2010

Uve: Carignan 100% (rosso moderno)
Area viticola: Binyamina
Le uve provengono da vecchie viti. Ha fermentato in tini di acciaio per 18 giorni, e poi 14 mesi in barriques. Naso di frutta nera, prugna, fragola. Il palato è leggermente ruvido, erbaceo, ma intrigante.
Voto: 87/100

11. Recanati Winery – Wild Carignan 2013

Uve: Carignan 100% (rosso moderno)
Area viticola: pianure della Giudea
Suolo: argillo-calcareo
Da vecchie vigne ad alberello, ha concentrazione e grado (14,5 %vol.) ma con grande equilibrio. Il profumo è intenso e complesso, di prugna, fragola, spezie, grafite. Il palato è importante. intenso e persistente.
Voto: 94/100

12. T’zora Vineyard – Misty Hills 2012

Uve: Cabernet Sauvignon 57%, Syrah 43% (rosso moderno)
Area viticola: montagne della Giudea, vigneto Shoresh
Suolo: terra rossa e argilla
Fermenta in acciaio e matura per 14 mesi barrique, per lo più usate. Ha straordinaria ricchezza di  aromi: piccoli frutti rossi, fragola e ciliegia, pepe. In bocca è michelangiolesco, imponente, ma con con tannino morbido e levigato, freschezza di stile e finale finale intrigante (pepato), molto persistente. Eleganza, corpo e freschezza.
Prezzo indicativo: 60 euro
Voto: 96/100

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© Riproduzione riservata - 07/07/2016

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