Vignetta

Vignetta

Chissà se qualcuno se n’è reso conto, divertendosi ad ammirare gli spiritosi disegni della collezione privata di Vincenzo Buonassisi che la sua compagna, Anna Pesenti, aveva acconsentito ad esporre nella mostra “Vignette di BuonGusto”, allestita in occasione del Simei-Enovitis. Di che cosa bisognava accorgersi? Che la mostra non era affatto fuori luogo, come poteva sembrare, nel salone delle viti da vino, anzi, ne era in perfetta sintonia: vignetta non è il vezzeggiativo della parola vigna? Il vocabolario non conferma che il vocabolo vignetta abbia davvero questo doppio senso, ma lo lascia intuire: nell’arte tipografica, essa era infatti un’incisione ornamentale che riproduceva tralci di vite. Per estensione hanno poi preso questo nome tutti i disegni pubblicati su libri e giornali, ma a conservarlo in esclusiva sono oggi soltanto quelli che illustrano una battuta di spirito. Sono cioè le vignette umoristiche, che non avendone più bisogno hanno perso per strada l’aggettivo. Sarebbe bene lo ritrovassero tutti quelli che prendono il vino troppo sul serio.


© Riproduzione riservata - 16/04/2010

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