In Italia In Italia Anita Franzon

Un weekend a Dogliani con l’antico re delle Langhe

Un weekend a Dogliani con l’antico re delle Langhe

Il Nebbiolo regna tra i vini di Langa, ma non sono lontani i tempi in cui era il Dolcetto il vero re di queste colline. Nel comune di Dogliani un’ordinanza vendemmiale del 1593 regolava la raccolta dei “dozzetti”. Da allora, il vitigno dolce solo nel nome, conquistò anche l’area del comune di Diano d’Alba, il Monferrato astigiano e la Liguria: vicino a Ormea e nella zona di Pornassio si iniziò la coltivazione dell’Ormeasco, sinonimo di Dolcetto, per tornare poi in Piemonte raggiungendo le zone del Tortonese, dove viene chiamato Nibiò; è diffuso infine nelle aree di Acqui e Ovada.

Le qualità del vitigno

Rispetto ai conterranei Nebbiolo e Barbera, il Dolcetto può essere coltivato anche in fasce collinari più alte e fresche perché ha un ciclo vegetativo precoce. Il colore profondo dalle sfumature violacee è inconfondibile, così come i delicati profumi di mirtillo e mora e una lieve tannicità accompagnata da un sapore pieno e finale ammandorlato. Considerata la bevanda quotidiana della gente di Langa, questo non significa che il Dolcetto sia un vino semplice o banale, anzi, è capace di raggiungere livelli d’eccellenza in alcune aree ad alta vocazione come a Dogliani e nel Monregalese, la parte più meridionale delle Langhe, dove le distese a perdita d’occhio di filari iniziano a lasciare il posto anche ai boschi e le brezze marine scavalcano volentieri le Alpi e gli Appennini liguri.

Vecchie annate di Quinto Chionetti

Vecchie annate di Quinto Chionetti

Il Dolcetto si abbina ai piatti della tradizione

La consuetudine e la grande affinità con le tavole apparecchiate ha reso nel tempo il Dolcetto un vino molto adatto a numerosi abbinamenti con la cucina tradizionale: dagli antipasti di salumi, ai classici primi piemontesi come gli agnolotti al plin, piccoli, ripieni e chiusi con il pizzicotto. Infine, il coniglio alla ligure che, nonostante il nome che ne indica le chiare origini, è un piatto molto diffuso anche in quest’area piemontese e ben si accompagna al fidato Dolcetto.

Il Dolcetto del Presidente

Sebbene venga prodotto in tutto il comprensorio delle Langhe, a Dogliani il Dolcetto non ha rivali e si è dunque aggiudicato le migliori esposizioni. Non è un caso che il primo portavoce moderno di questo vitigno e del territorio in cui manifesta le migliori qualità, fu il presidente della Repubblica Luigi Einaudi, che nel 1897 acquistò la settecentesca Cascina San Giacomo a Dogliani. Nacque così Poderi Luigi Einaudi, alle cui vendemmie il proprietario non mancò nemmeno nel periodo della presidenza.

Oggi a Poderi Luigi Einaudi

Oggi l’azienda è guidata dalla quarta generazione della medesima famiglia, rappresentata da Matteo Sardagna Einaudi. 13 sono le referenze per un totale di circa 320 mila bottiglie all’anno. Al Dolcetto, si sono recentemente aggiunti nuovi ettari nella sottozona Dardi di Bussia, cru nel comune di Monforte d’Alba, un ultimo importante acquisto per un nuovo Barolo top level (leggi qui la notizia). Gli amanti del Dolcetto non possono lasciarsi sfuggire il Dogliani Superiore Vigna Tecc che proviene dalla selezione dei più vecchi cru della proprietà. La cantina è attrezzata per l’accoglienza e seminari di degustazione, inoltre è possibile soggiornare in totale relax al Relais dei Poderi, antica dimora di famiglia.

Poderi Luigi Einaudi

Poderi Luigi Einaudi

La famiglia Chionetti, ovvero “il” Dolcetto

Quinto Chionetti è un punto di riferimento per questo vitigno. La cascina in San Luigi si trova in una zona particolarmente vocata a Dogliani dove il nonno di Quinto, Giuseppe Chionetti, cominciò la produzione di Dolcetto. Qui si estendono i vigneti da cui si ottengono le etichette San Luigi, Briccolero e La Costa, tre Dogliani Docg. San Luigi esprime il carattere più fresco e la struttura più agile del vitigno, mentre Briccolero deriva da una vigna vecchia di 40 anni su un terreno prevalentemente calcareo, ha una struttura complessa e ricca, è il cru che la famiglia Chionetti definisce: “il carattere Dogliani”.

Solo 3.000 bottiglie del top La Costa

Per l’etichetta La Costa l’uva proviene da vigne vecchie e l’affinamento di 16 mesi in grandi botti di rovere lo innalza a una delle massime espressioni del Dolcetto; ne vengono prodotte solo 3.000 bottiglie. Dal 2013 nonno Quinto ha ceduto al nipote Nicola le redini dell’azienda che continua a rimanere familiare. Inoltre, dal 2015 è stata acquistata una vigna da Barolo a Monforte d’Alba e nel giugno 2016 una seconda in località Parussi a Castiglione Falletto. La conduzione dei vigneti è biologica certificata e l’azienda è aperta alle visite.

Ca'Viola

Ca’Viola

Da Villa Bracco a tutta Italia: Ca’ Viola

Nella dimora ottocentesca di Villa Bracco a Dogliani Beppe Caviola, enologo di successo nonché consulente per diverse cantine in tutta Italia, ha creato Ca’ Viola: un complesso in cui produzione, consulenza e accoglienza turistica coesistono in armonia. Villa Bracco rappresenta, infatti, il cuore dell’attività della famiglia Caviola. Nella raffinata struttura alle porte di Dogliani la moglie Simonetta gestisce il piccolo relais di charme. Cantina e laboratorio di analisi si trovano nello stesso complesso: la volontà è stata quella di riunire tutte le attività in un’unica espressione, quella del territorio e della gente di Langa al servizio del visitatore.

L’origine a Montelupo Albese

Le etichette Ca’ Viola variano dalle Langhe del Barolo nel cru Sottocastello di Novello, a quelle Monregalesi, ma il nucleo originario dell’azienda e la parte più consistente dei vigneti si trova a Montelupo Albese, da dove provengono il Dolcetto d’Alba Barturot, la prima etichetta, il Dolcetto d’Alba Vilot e le due etichette di Barbera d’Alba Bric du Luv e Brichet.

Papà Celso, l’omaggio di Marziano Abbona

La cantina Marziano Abbona è legata ai vini della tradizione. Celso Abbona, figlio di Marziano, fu tra i primi a credere nelle potenzialità del territorio di Dogliani e a valorizzare il vitigno che su queste colline è in grado di raggiungere l’eccellenza: il Dolcetto. A lui è dedicato il vino simbolo dell’azienda, Papà Celso, Dogliani Docg ottenuto dal vigneto di Bricco Doriolo in frazione Santa Lucia, uno dei più prestigiosi cru di Dogliani. Oggi i vigneti della cantina Abbona si estendono per una superficie di 52 ettari sulle migliori esposizioni dei comuni di Dogliani, Monforte d’Alba e Novello. La cantina si può visitare su appuntamento.

Il ritorno alla terra: Anna Maria Abbona

Anche Anna Maria Abbona e il marito Franco sono tra i protagonisti del ritorno alla terra e alla produzione di Dolcetto di qualità. Entrambi provenienti da famiglie di vignaioli, Anna Maria e Franco si trasferirono nel 1989 a Farigliano abbandonando le rispettive professioni e riavvicinandosi alla vigna. Le uve per il Dogliani Superiore Maioli provengono da una vigna vecchia a oltre 500 metri d’altitudine. Le degustazioni e la visita della cantina sono possibili dal lunedì al sabato dalle 8,30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 18,00, mentre le visite nei giorni festivi vanno concordate preventivamente.

La famiglia di Anna Maria Abbona

La famiglia di Anna Maria Abbona

Orlando e Attilio Pecchenino

Dopo secoli di storia, l’ultima generazione composta da Orlando e Attilio Pecchenino ha continuato a puntare sul vitigno Dolcetto, che costituisce la maggior parte dei 25 ettari appartenenti all’azienda agricola nel comune di Dogliani (foto in apertura). I restanti vigneti si trovano invece a Monforte d’Alba. I due Dogliani Superiore Sirì d’Jermu e Bricco Botti maturano rispettivamente 12 e 24 mesi in botti di rovere da 25 ettolitri. Casa Pecchenino, inoltre, è aperta all’ospitalità: è possibile fermarsi nel B&B a poca distanza dai vigneti.

Il sorriso sotto i baffi di Flavio Roddolo

Burbero e gentile come solo alcuni piemontesi sanno essere, Flavio Roddolo cammina solitario per la sue vigne, senza seguire mode o richieste del mercato. Il suo vino è il Dolcetto. Niente sito internet, solo un numero fisso (0173.78.535), nonostante la riservatezza Roddolo non si sottrae alle visite, anche se non è facile trovarlo fuori dalle vigne o dalla buia cantina. Per raggiungerlo bisogna oltrepassare Monforte d’Alba seguendo la strada verso Roddino. Poche curve dopo, una deviazione sulla destra porta a Bricco Appiani.

Quando nessuno voleva il Nebbiolo

In un territorio come questo, dove tutti puntano sul Nebbiolo, la metà della produzione di Flavio Roddolo è, invece, riservata al Dolcetto. È questo il vero vino delle Langhe: «Fino a trent’anni fa nessuno voleva il Nebbiolo. Oggi tutti fanno Barolo, ma io continuo a produrre il Dolcetto», afferma il produttore. Il vero contadino vinifica in silenzio, lavorando come gli aveva insegnato il padre e, prima ancora, il nonno. Il Dolcetto d’Alba Superiore è talmente intenso e oscuro da indurre la contemplazione, è un concentrato di Roddolo: corposo, ma equilibrato, dà un pieno e sincero appagamento, la stessa soddisfazione di rubare un accenno di sorriso da sotto i baffi di chi, quel vino, l’ha creato.

In cantina da Marziano Abbona

In cantina da Marziano Abbona

Dove mangiare nel weekend a Dogliani

L’acciuga nel bosco, a Dogliani: “l’essenza del gusto sulla Via del Sale”, recita lo slogan di questo ristorante nato dalla passione dei gestori Ettore e Alessia per il buon cibo e per lo studio delle antiche origini della storia gastronomica di Dogliani. Da provare.

Da Gemma, a Roddino: un appuntamento imperdibile, quello da Gemma, a pochi chilometri da Monforte. Il menu è fisso, da 27 euro, la pasta è tirata a mano da Gemma stessa e la qualità è tutta piemontese.

La coccinella, a Serravalle Langhe: trattoria leggermente fuori dalla zona di coltivazione del Dolcetto, ma qui, a poca distanza dai filari delle migliori uve rosse piemontesi, la specialità è la cucina del pesce che arriva fresco dal vicino mare ligure. Ottima, però, è anche la cucina tradizionale e la carta dei vini per accompagnarla.

Dove dormire

Relais Poderi Luigi Einaudi, a Dogliani, B&B nell’antica dimora della famiglia

Villa Bracco (Ca’ Viola), a Dogliani, B&B di charme

Casa Pecchenino, a Dogliani, B&B tra i filari

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© Riproduzione riservata - 04/09/2016

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