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Terre degli Svevi: i dettagli fanno la differenza

Terre degli Svevi: i dettagli fanno la differenza

«Spesso sono i dettagli a essere determinanti» spiega Christian Scrinzi, enologo di Terre degli Svevi (Gruppo Italiano Viniwww.cantineremanfredi.com) di Venosa, «e nei dettagli si celano molti segreti legati alla longevità. Mi riferisco alla professionalità che va posta in tutta la filiera produttiva, dall’uva al calice: dalla progettazione del vigneto alla cura delle vigne (abbiamo migliorato la gestione fogliare e abbattuto l’impatto ambientale della nostra attività agricola), dalla sapienza di cantina sino all’imbottigliamento e alla scelta dei luoghi di conservazione».

DALLA VENDEMMIA ALLA TAPPATURA – Per fare un grande vino occorre interpretare il terroir, tener conto dei tratti dell’annata lavorando la materia prima con i tempi dettati dalla medesima, senza abbandonarsi a mode e forzature, mantenendo intatto un proprio stile, così da fare risaltare l’annata e non gli stravolgimenti introdotti dall’uomo. «Fra i tanti aspetti, è per noi importante la vendemmia notturna, da compiersi solo a piena maturità fenolica del frutto. Non va inoltre sottovalutata la gestione delle macerazioni, mediamente lunghe, con svolgimento della malolattica in barrique. Ancora: la fase di affinamento, in cui è cruciale la scelta dei legni; ma anche il tipo di tappatura, in cui la qualità del sughero è un must. Una cosa è certa: avessimo voluto produrre vini di pronta beva, non avremmo impiegato l’Aglianico!».

RISALENDO INDIETRO NEL TEMPO… – La chiacchierata si concentra sullo storico. «I nostri Aglianico più pregiati escono dalla cantina dopo tre o quattro anni; la voglia di accantonare i vari millesimi nasce dall’esigenza di analizzare il lavoro svolto, le scelte intraprese, ma soprattutto l’evoluzione e l’interpretazione delle diverse annate nel tempo. Le verticali sono utili per capire come evolvere il proprio stile nella giusta direzione, evitando fratture col passato. Ma amiamo anche stappare alcune vecchie bottiglie in compagnia di qualche cliente o wine lover, per condividere emozioni e raccogliere critiche costruttive». Entriamo nel merito di qualche annata particolare. «Parlando di uno tra i nostri vini più rappresentativi, il Re Manfredi, Aglianico del Vulture Doc, le annate top degli ultimi quindici anni sono state la 1998, 2000, 2008 e le giovanissime 2011 e 2012. Tutti millesimi caratterizzati da un andamento climatico assai favorevole, capace di rendere questi vini memorabili nel tempo. La 1998 ha anche valore simbolico: in quell’anno Giv ha acquistato Terre degli Svevi, varando la prima edizione di Re Manfredi».

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© Riproduzione riservata - 19/09/2013

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