Stramaturo

Stramaturo

Aggettivo portato in etichetta dall’Unione Europea per sfoltire un eccesso di denominazioni. Passito? Vendemmia tardiva? Ice-wine? Recioto? Amarone? Sfursat? In questa giungla di appellativi tradizionali densi di storia ma che possono confondere il consumatore ha fatto irruzione il decespugliatore di Bruxelles che li ha recisi tutti, nella sua ansia di semplificare i nomi da inserire nel regolamento dell’Ocm (Organizzazione comune del mercato), per unificarli in una sola denominazione ufficiale: “Vino di uve stramature”. Non trattandosi di un taglio di sovvenzioni, i rappresentanti italiani non hanno protestato più di tanto. Hanno fatto male? Forse non era il caso di aprire un conflitto, però dispiace che con tanta disinvoltura linguistica si sia gettata l’ombra del sospetto su una nobilissima categoria di vini. Quale sospetto? Dice il dizionario: stramaturo (maturo con il superlativo stra) è il frutto troppo maturo. Ma quand’è troppo matura, l’uva è spesso marcia. Ed è improbabile che la denominazione alluda al marciume nobile della Botrytis cinerea.


© Riproduzione riservata - 15/04/2010

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