Speciale Sardegna: Argiolas

Speciale Sardegna: Argiolas

Da I Report di Civiltà del bere: Sardegna

Argiolas: Merì, come una profumata sera d’estate

Si chiama Merì l’ultimo nato in casa Argiolas. È un Vermentino Doc da viticoltura integrata, prende il nome, in lingua sarda, dal tardo pomeriggio estivo e in etichetta ha un’allodola, l’uccello simbolo della gioia. «L’allodola è l’emblema perfetto per questo vino», dice Valentina Argiolas, direttore marketing e comunicazione, che spiega anche come il merì sia il momento «in cui si accetta dagli amici un bicchiere di vino bianco fresco e profumato, aspettando che si faccia l’ora di cena». E aggiunge: «Merì lo potremmo definire delizioso come una sera d’estate e vivace come un’allodola».

Merì, Vermentino Doc

IL PROGETTO VINEX – Frutto di una vendemmia anticipata che privilegia la delicatezza e riduce il contenuto alcolico, ma che richiede che il momento della raccolta coincida con i giorni più caldi dell’estate sarda, Merì è il primo vino che nasce dal progetto Vinex, un metodo innovativo che prevede la refrigerazione in vigna delle uve, presentato da Argiolas al ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca. Infatti, con la vendemmia precoce in climi caldi il raccolto è esposto a fenomeni di ossidazione che rischiano di comprometterne gli aromi. A monte c’è anche un metodo di coltivazione rispettoso dell’ecosistema che utilizza di preferenza fattori naturali per tenere sotto controllo parassiti e malattie delle viti. «Il progetto Vinex», continua Valentina Argiolas, «ha avuto un vero successo, come mostrano sia le analisi di laboratorio sia le prove sensoriali: le uve refrigerate, infatti, conservano i componenti aromatici e il vino ha una maggiore ricchezza e complessità nel bouquet, specialmente nelle note fruttate e floreali. Inoltre, questo metodo ha permesso di diminuire notevolmente l’uso di solfiti nella lavorazione. Grazie alla refrigerazione in vigna, Merì è un Vermentino che ha un minor grado alcolico, basso contenuto di solfiti e conserva intatti i suoi profumi ricchi e complessi».

REFRIGERAZIONE IN VIGNA – Fino a oggi non esisteva un sistema per raffreddare le uve appena colte, perché i macchinari per la refrigerazione con potenza sufficiente sono troppo grandi e pesanti. È stato così che per conservare le qualità delle uve raccolte, Argiolas ha progettato e realizzato, in collaborazione con Air Liquide ed Enomeccanica Bosio, un prototipo di carro da trasporto refrigeratore: un autocarro con capacità di trasferimento e di raffreddamento immediato delle uve vendemmiate e poste nel suo vano carico. «La refrigerazione», ci spiega Valentina, «è ottenuta con l’uso di ghiaccio secco, che viene iniettato nel mosto che si forma nel carico. Un sistema che ha molti vantaggi: è potente, molto più leggero di un impianto frigorifero classico e l’effetto antiossidante del ghiaccio secco permette di utilizzare meno solfiti nella lavorazione successiva. Il prototipo può raffreddare e trasportare circa 8 tonnellate di uve, portando a circa 10 °C la temperatura dell’uva in vigna e mantenendola fino alla cantina».

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© Riproduzione riservata - 07/06/2012

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