In Italia In Italia Jessica Bordoni

Sciúr, un “signor vino” tutela i muretti a secco della Valtellina

Sciúr, un “signor vino” tutela i muretti a secco della Valtellina

Un vino buono da bere e buono da pensare. Così alla Nino Negri definiscono Sciùr, l’innovativo progetto realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano e il Polo di Formazione Professionale Valtellina. «Il termine Sciúr rievoca la figura di Carlo Negri, storico titolare che ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo qualitativo della viticoltura valtellinese nel suo complesso. Ma la parola è anche l’acronimo di cinque concetti/aggettivi che contrassegnano il progetto: Sostenibile, Concreto, Innovativo, Unico, Responsabile». Così spiega Casimiro Maule, da oltre 40 anni a capo della storica Casa vinicola di Chiuro (Sondrio), oggi fiore all’occhiello del Gruppo Italiano Vini.

 

 

Ricostruire i muretti a secco della Valtellina

La sostenibilità è legata in primo luogo al territorio e alla sua unicità, ma anche alla cultura del vino che essa sottende. Ecco allora che, per ripristinare i caratteristici muretti a secco dei vigneti terrazzati, sono stati coinvolti alcuni studenti della scuola edile provinciale di Sondrio che studiano per diventare muratori. «Il progetto di stage, aperto ai ragazzi di terza e quarta superiore, comprende due giorni la settimana in vigna da gennaio a settembre. E ha insegnato loro le tecniche di apprendimento e costruzione dei muretti a secco», precisa il direttore Maule.

In vigna nel segno della biodiversità

Sul fronte più strettamente agronomico, invece, si è scelto di reimpiantare i filari a gira-poggio con direzione est-ovest, per consentire una migliore condizione di lavoro. È stato introdotto il metodo di potatura soffice ideato dai Preparatori d’Uva Simonit & Sirch. L’irrigazione viene gestita con consapevolezza e razionalità, mentre la concimazione avviene solo con concimi organici e sovesci, senza diserbi. Salvaguardando la biodiversità anche grazie alla pratica della confusione sessuale. Ancora, viene praticato lo sfalcio dell’erba e il monitoraggio del microclima attraverso una stazione meteo dedicata.

 

 

Sciúr in Osteria (Slow Food) per tutelare il paesaggio

Ma la sostenibilità è oggi più che mai un concetto anche economico. «Sciúr è un Valtellina Superiore Docg 2013 prodotto in 15 mila bottiglie, organizzando il lavoro in modo da razionalizzare procedure, tempi e metodi. Il prezzo al pubblico è di 24 euro in enoteca (14 euro più Iva per i ristoratori). Si è scelto di privilegiare la vendita presso le Osterie, a cominciare da quelle del circuito Slow Food. Per ogni bottiglia venduta, 1 euro sarà devoluto a progetti di salvaguardia e conservazione dei muretti a secco».

L’obiettivo? Un vino globalmente sostenibile

L’acronimo Sciúr, così come la grafica, è stato realizzato da un gruppo di 20 studenti del Politecnico di Milano iscritti al Master in Design Strategico e provenienti da sette Paesi. Obiettivo del workshop? Pianificare un vino globalmente sostenibile, capace di fungere da apripista per altre etichette. Ponendo la Nino Negri e la Valtellina come modello virtuoso per il futuro.

Sciúr nel bicchiere

Le uve di Chiavennasca (versione locale del Nebbiolo) che compongono l’uvaggio di Sciúr provengono da un vigneto di 4 ettari situato in zona Fracia e Valgella, nel comune di Teglio. «I terreni franco-sabbiosi risultano poco profondi e di scarsa fertilità. La vendemmia, rigorosamente manuale, avviene alla fine di ottobre e poi il mosto fermenta in speciali vinificatori con controllo della temperatura e macerazione di 12 giorni. L’affinamento avviene in botticelle di legno da 750 litri nell’antica cantina del Castello Quadrio per 16 mesi. Al naso si esprime con un bouquet complesso, intenso e fine dai sentori di frutta rossa e viola, seguiti da note di cannella e chiodi di garofano. I tannini appaiono vellutati con un’acidità ben integrata», conclude Casimiro Maule.

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© Riproduzione riservata - 10/01/2018

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