In Italia In Italia Anna Rainoldi

Santa Sofia, 50 anni in un sorso

Santa Sofia, 50 anni in un sorso

La Valpolicella arriva a Milano per celebrare una ricorrenza importante: i 50 anni del “nuovo corso” di Santa Sofia. Da quando, cioè, la famiglia Begnoni ha preso le redini dell’azienda vinicola, acquistandola dalla contessa Rizzardi, e ha saputo trasformarla nel tempo in un marchio fra i più noti e celebrati dell’area Classica. La data simbolo è il 1967, anno in cui debuttano il primo Amarone della Valpolicella Santa Sofia e l’Amarone Riserva Gioè (entrambi vendemmia 1964). Da allora a oggi sono trascorsi cinquant’anni in un sorso, e tanti ricordi che Giancarlo Begnoni e il figlio Luciano hanno voluto condividere con stampa e ospiti il 23 marzo alla Fonderia Napoleonica Eugenia.

Santa Sofia: un patrimonio non solo vinicolo

Nulla è lasciato al caso: la ex fonderia, oggi bella location in zona Isola, è di proprietà della famiglia Barigozzi, originaria di Villasanta come i Begnoni. Nella storia di Santa Sofia i fasti del passato dell’azienda vinicola (fondata nel 1811) incontrano la volontà di crescere e migliorare giorno dopo giorno, secondo la “strategia dell’eccellenza” che Giancarlo Begnoni persegue da un lustro. Le parti più antiche della cantina d’affinamento, scavate nel tufo, risalgono al Trecento: furono costruite dai frati di San Bernardino insieme alla cappella dedicata a Santa Sofia. Sorge adiacente la splendida Villa Santa Sofia, edificata su disegno di Andrea Palladio nel 1560 e dichiarata patrimonio Unesco dal 1996.

 

Da sinistra, Giancarlo e Luciano Begnoni

 

Di padre…

Enologo diplomato a Conegliano Veneto nel 1956, Giancarlo Begnoni seppe intraprendere e fare propria la strada della qualità fin da subito, innovando un sistema vinicolo che puntava alla produzione estensiva. La sua esperienza nel mondo del vino parte con l’azienda del padre Luciano, ma l’acquisto di Santa Sofia rappresenta la svolta. Qui Giancarlo sceglie di attuare una filosofia produttiva lungimirante, investendo risorse e inventando alcuni vini di pregio per la Cantina. Come il Montegradella, una sorta di Amarone “in minore”, che segue lo stesso processo (appassimento delle uve, affinamento in legno) in minor tempo, passando in botte di Slavonia e in barrique.

…in figlio

Il figlio Luciano Begnoni entra in azienda trent’anni fa, quasi per caso: «Ero astemio e non sapevo nulla di vino», ci spiega lui stesso. Poi la scommessa: provare a comprendere questo settore passo dopo passo, cominciando a occuparsi delle mansioni amministrative. Il ruolo che si delinea per Luciano guarda però oltreconfine: non potendo contare su una distribuzione solida all’estero, ma solo su piccoli importatori, padre e figlio cominciano a viaggiare per l’Europa cercando contatti e sbocchi commerciali. Sono trascorsi 23 anni dal primo viaggio: oggi Luciano Begnoni si occupa della gestione commerciale dell’azienda, viaggia all’estero ogni settimana, e Santa Sofia conta 120 distributori in 60 Paesi del mondo.

 

Sopressa veneta, lardo e polenta accompagnano il Valpolicella 2015

 

Il territorio al centro

Santa Sofia gestisce 24 ettari vitati in Valpolicella Classica, più altri 45 ettari di terreno in Valpantena, acquistati due anni fa, e parzialmente convertiti a vigneto. Il territorio rappresenta il fulcro ideale della filosofia produttiva dell’azienda. Ed è proprio un matrimonio di sapori locali a celebrare i cinquant’anni di Santa Sofia a Milano, con una cena a “doppi fornelli”. I piatti sono a cura della Trattoria Caprini, tavola di sapori autentici, e della  Trattoria La Ruota, che racconta la tradizione con creatività. Accompagnano una selezione dei vini classici di Santa Sofia.

Un matrimonio tra vini e piatti della Valpolicella

Un Soave Doc Spumante Metodo Charmat introduce con freschezza la cena, dove i rossi di Valpolicella sono protagonisti. Con l’antipasto “nostrano” – sopressa macinata grossa, lardo, polenta e giardiniera – gustiamo un Valpolicella Classico Doc 2015 piacevolmente fruttato e beverino. Seguono le tradizionali lasagnette (fettuccine) al ragù “della Pierina” (manzo, vitello e maiale tagliati a coltello) e i più innovativi tortelli all’Amarone, con pasta a base di vino e farina: nel calice si sale di complessità con il Valpolicella Superiore Ripasso Doc 2015, che somma alla ciliegia note di vaniglia e cuoio (9 mesi in rovere di Slavonia).

 

I ravioli all’Amarone

 

La coscia di coniglio con borragine è accompagnata dal Montegradella, Valpolicella Classico Superiore Doc 2014, mentre la selezione di formaggi della Lessinia (con un’ottima robiola) vede entrare in scena l’Amarone Docg 2011, maestoso, complesso ed equilibrato. Dolce finale con il Recioto della Valpolicella Doc 2011 e un cremoso al Recioto e nocciole della Valpolicella.

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© Riproduzione riservata - 27/03/2017

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