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Premio Masi 2017 a Franzina, Marini, Zambon, Moio e Mukagasana

Premio Masi 2017 a Franzina, Marini, Zambon, Moio e Mukagasana

Emilio Franzina, Paola Marini, Elena Zambon, Luigi Moio e Yolande Mukagasana sono i cinque vincitori del Premio Masi 2017. Il concorso, nato per valorizzare la dimensione territoriale veneta e i suoi valori umani e culturali, proiettati su scala internazionale, giunge quest’anno alla 36esima edizione. «I nomi dei premiati e il loro vissuto portano in primo piano temi talvolta urgenti e anche di drammatica attualità per l’Europa e il nostro Paese» ha commentato Isabella Bossi Fedrigotti, presidente della Fondazione Masi.

Dal Premio Masi 2017 uno stimolo per tornare a crescere

«Le figure premiate e le loro testimonianze» prosegue Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola e vicepresidente della Fondazione, «sono esempio per le giovani generazioni ma sono anche stimolo per noi tutti nel riappropriarci di quei valori, oggi confusamente offuscati, che in passato hanno permesso al nostro Paese di crescere, sia culturalmente che industrialmente, contribuendo così al benessere generale». La cerimonia di premiazione – con la tradizionale firma dei vincitori della botte di Amarone – si svolgerà sabato 30 settembre alle Cantine Masi di Gargagnago di Valpolicella (Verona) e a Verona presso il Teatro Filarmonico. Nell’attesa, scopriamo chi sono i cinque protagonisti del Premio Masi 2017.

Emilio Franzina

Lo storico Emilio Franzina (ordinario di Storia Contemporanea presso l’Università degli Studi di Verona dal 1978 al 2014) ha fondato nel 1984 “Venetica”, annuario di storia delle Venezie in età contemporanea, e ha ideato e ancora oggi dirige l’Archivio storico dell’emigrazione italiana. Merita il Premio Civiltà Veneta “per avere indagato con rigore di storico, passione di ricercatore e pietas umana la storia spesso dimenticata degli ultimi e in particolar modo dei nostri emigranti, di cui ha ricostruito le condizioni sociali e politiche, le vicende migratorie, le espressioni dell’arte popolare, gli epistolari, le canzoni. Riconosciuto internazionalmente come uno dei massimi storici del fenomeno migratorio, Franzina ha il merito di riproporre all’attenzione un tema di stringente attualità”.

Paola Marini

Paola Marini è “una storica dell’arte che onora la civiltà veneta”. Autrice di numerose pubblicazioni dedicate all’arte veneta, oggi è direttore delle Gallerie dell’Accademia di Venezia. “Radicata profondamente nel territorio, ma aperta alle più innovative esperienze e collaborazioni internazionali”, la studiosa riceve il Premio Civiltà Veneta “per la straordinaria opera di studio, tutela e valorizzazione dell’arte veneta, svolta attraverso numerose pubblicazioni e importanti mostre e con la direzione prima dei Civici Musei d’Arte e Monumenti di Verona e ora delle Gallerie dell’Accademia”.

Elena Zambon

Elena Zambon è presidente della multinazionale farmaceutica Zambon SpA, vicepresidente della chimica Zach e consigliere di Zambon Company (holding del gruppo da 110 anni nell’industria chimica e farmaceutica, con 2.800 collaboratori nel mondo). Le viene attribuito il Premio Civiltà Veneta “per aver saputo sviluppare nell’industria farmaceutica – nel solco di una tradizione imprenditoriale di famiglia – non solo le potenzialità di ricerca e di espansione all’estero della Gruppo Zambon, ma anche attraverso la Fondazione Zoé (Zambon Open Education) e il Codice Etico della società, quei valori morali e sociali che il fondatore aveva posto sin dall’inizio alla base della sua attività”.

Luigi Moio

Il Premio Internazionale Civiltà del Vino è destinato al professor Luigi Moio, ordinario di enologia all’Università di Napoli Federico II, dal 2015 presidente della commissione Enologia presso l’Oiv. “È riconosciuto internazionalmente per i suoi meriti di ricercatore, sperimentatore, docente e coinvolgente divulgatore anche attraverso il recente successo editoriale del libro Il Respiro del Vino. La sua figura si colloca tra le più autorevoli personalità italiane del mondo della scienza, di quello delle istituzioni e della nobile cultura della vite e del vino. È impegnato, con la moglie Laura, nell’azienda vitivinicola Quintodecimo da lui fondata”.

Yolande Mukagasana

“Trasformare il conflitto in risorsa è una questione di volontà e di resistenza per le vittime del conflitto stesso”. Sono parole di Yolande Mukagasana, nata in Ruanda da una famiglia Tutsi e sopravvissuta al genocidio del 1994. Yolande (candidata al Premio Nobel per la Pace nel 2010) ha raccontato per la prima volta la sua incredibile storia nel libro La morte non mi ha voluta, diventando poi scrittrice e attivista per i diritti umani. Merita il Grosso d’Oro Veneziano “per aver saputo trasmettere attraverso la sua forza d’animo, i suoi scritti e la sua voce un messaggio di verità, giustizia e riconciliazione. Il riconoscimento con Lei ripropone una triste pagina della storia quale monito per le tante tragedie che si ripetono anche oggi con pari brutalità, alimentando incontrollati flussi migratori, insicurezza e moti di intolleranza tra popoli ed etnie”.

Chi merita il Premio Masi

Il Premio Masi per la Civiltà Veneta è destinato a personalità – venete per nascita, per famiglia o per adozione – che si sono distinte nei campi della letteratura, dell’arte, del giornalismo, della scienza, dello spettacolo e dell’economia, e che con la loro opera hanno promosso e valorizzato le capacità della gente veneta nei piú vasti campi dell’attività umana, facendosi portatrici dei valori fondamentali di questa terra. Il Premio internazionale Civiltà del vino è dedicato al grande mondo della vitivinicoltura: questa sezione premia le personalità più rappresentative che hanno contribuito ad esaltare l’antica cultura della vite e del vino. Il Grosso d’Oro Veneziano, infine, è riservato a personalità che hanno contribuito a diffondere un messaggio di cultura nel mondo, generando quella comprensione tra i popoli che si sviluppa in solidarietà, in progresso civile e pace.

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© Riproduzione riservata - 05/09/2017

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