Picolit

Picolit

Poiché i vini dolci si bevono soprattutto durante le feste di fine anno, è sperabile che il periodo natalizio abbia sollecitato i buongustai a deliziarsi con il Picolit, un bianco friulano di straordinaria espressività che Luigi Veronelli iscriveva tra i più suggestivi vini da meditazione. Ed effettivamente dà molto da pensare perché le sue eccezionali qualità non sono dovute a un pregio ma a un difetto del vitigno, che soffre di aborto floreale, per cui i suoi grappoli spargoli hanno pochi acini. Pochi, ma gonfi di succhi concentrati. Turba il fatto che quando si riesce a eliminare la caratteristica negativa della pianta si ottengono, è vero, grappoli completi e compatti, ma il vino che se ne trae non ha più la stessa classe. Ecco perché chi vinifica il Picolit deve rassegnarsi a produrre un terzo rispetto a qualunque altra uva. E questo spiega anche perché una quarantina d’anni fa l’intervento giornalistico di Veronelli fu decisivo per evitarne l’estinzione. Ma non gli fu facile convincere i vignaioli che non sempre l’aborto vien per nuocere.


© Riproduzione riservata - 13/02/2012

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