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Nebbiolo Grapes 2011: Riserve, bollicine anche rosate e novità d’Oltreoceano

Nebbiolo Grapes 2011: Riserve, bollicine anche rosate e novità d’Oltreoceano

Vini pregiati già affermati e altri ‘emergenti’.  Come quelli appena ‘nati’ dalle mani dei vignaioli che si sfidano nel trovare nuovi profumi, reagendo così anche ai periodi di lentezza del mercato. Non è stato facile districarsi tra gli aromi del Nebbiolo Grapes 2011, il convegno internazionale che per tre giorni (dal 28 al 30 ottobre) ha riunito a Stresa, sul lago Maggiore, oltre 100 produttori provenienti non solo dall’Italia ma anche da Stati Uniti, Australia, Messico, Brasile e Sudafrica.

Accanto a bottiglie pluripremiate e fedeli alla tradizione come quelle valtellinesi di Ar.Pe.Pe. (presente con due Sassella Riserva, Rocce Rosse e Stella Retica, e con il vendemmia tardiva Ultimi raggi) o, sul versante piemontese, quelle di Castello di Verduno, Ascheri, Ciabot Berton che proponevano in degustazione dei Baroli Riserva di grande struttura e piacevolezza, si sono fatte strada le ‘bolle’ di Luca Abrate e – puristi non ascoltate – alcune novità arrivate da oltreoceano. La spumantizzazione del Nebbiolo in purezza riguarda una piccola nicchia di produttori, una decina al massimo. Tra questi Abrate. Il suo Brut Rosé,  spumantizzato secondo il Metodo Martinotti, con una presa di spuma di 3 mesi, viene affinato sui lieviti per almeno 6 mesi. E il Brut Metodo Classico Riserva Emma, dedicato all’ultima figlia, sempre 100% uve Nebbiolo.

Voglia di novità anche alla Cooperativa valdostana La Kiuva, dove da tre vendemmie si produce uno spumante Metodo Classico Rosé a lunga fermentazione in bottiglia da Nebbiolo in purezza. Sarà in vendita forse nel 2012. «Al momento, spiega Alberto Capietto, si è ancora in fase di studio. Aspettiamo. E nel frattempo le bottiglie le lasciamo riposare in cantine storiche insieme a diverse opere d’arte, fatte apposta per noi». Cantine e arte, un connubio insolito, di cui aspettiamo a vedere i frutti. Tenacia e pazienza anche per i ‘nuovi’ arrivati, come Luca Faccinelli, che con il suo Ortensio Lando, un Valtellina Superiore, è alla seconda annata. E parlando di novità trasferiamoci all’estero. Per evitare di far storcere il naso ai nebbiolisti, la premessa è che si tratta di ‘altro’. Seppur fatto con la stessa passione e amore per questo nobile vitigno. Tanto che c’è chi produce solo 800 bottiglie. È il caso di Bottega Family Wines, che arriva dal Sudafrica per proporre il suo Idiom, un Nebbiolo con bei profumi. O l’australiano Fletcher che produce 1.000 bottiglie all’anno con le uve di due vigneti, situati a 600 chilometri di distanza l’uno dall’altro. E realizza, con buoni risultati, come riconosciuto anche dai produttori più tradizionalisti presenti al convegno, il Nebbiolo Pyrenees e l’elegante Adelaide Hills.

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© Riproduzione riservata - 03/11/2011

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