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Masi inaugura a Lazise il suo Wine Museum multimediale

Masi inaugura a Lazise il suo Wine Museum multimediale

Un percorso per conoscere la storia del Gruppo Masi e una esperienza polisensoriale del lavoro in vigna e in cantina che rendono prezioso il vino nel bicchiere. Così si potrebbe sintetizzare il senso della wine experience che si può vivere nella Tenuta Canova a Lazise (Verona) visitando il Masi Wine Discovery Museum inaugurato ieri (aperto al pubblico dal 22 settembre). Eppure non basterebbe, perché questo nuovo museo aziendale è un concentrato di intenti di cui ci si accorge a visita finita: in poco meno di 85 metri quadri fissa alcuni capisaldi della vitivinicoltura, concepita come rigoroso accordo di investimenti in zone vocate a livello pedoclimatico, studio di terreni e selezione di uve in vigna, tecnologia accorta e innovativa in cantina, storia familiare vitivinicola alla settima generazione e valorizzazione nella gastronomia. La modalità è coinvolgente.

Masi Wine Museum: dedicato a turisti e a wine lover

«Il nostro obiettivo è arricchire in modo stimolante la visita in cantina e nel territorio del Lago di Garda sottolineando i valori attraverso i quali si sviluppa la nostra identità e la qualità», ha spiegato Sandro Boscaini, presidente di Masi. «Un “regalo” prezioso anche per gli oltre 4 milioni di turisti che scelgono il Lago di Garda e, in particolare, il nostro Comune», ha aggiunto Luca Sebastiano, sindaco di Lazise, con l’assessore all’urbanistica Barbara Zanetti. «Per emozionarli abbiamo usato modalità visive e multimediali e un linguaggio immediato che al tempo stesso trasmette informazioni specializzate importanti per comprendere come nascono i nostri vini, collegandole alla storia di Masi» ha concluso Raffaele Boscaini.

 

 

Un viaggio multimediale al centro della vitivinicoltura

In un’Italia che sta riscoprendo le sue radici autoctone e di storicità, la particolarità del Masi Wine Discovery Museum risiede nell’efficacia della sintesi. La visita si apre con un filmato satellitare che rapporta dalla Valpolicella all’Argentina le sette cantine del Gruppo Masi alle fasce climatiche mondiali, seguono un focus sulla composizione dei terreni alla base dei vini prodotti, una panoramica video dei vigneti e la sintesi delle tecniche viticole che impattano nel bicchiere, in primis la sostenibilità, con il progetto Masi Green. Dall’uva si giunge al vino con un video in modalità lapse-time ottenuto da una fotocamera collocata per tre mesi nei fruttai  e che in 40 secondi riassume l’appassimento delle uve alla base di Amarone e Recioto.

Full immersion… in un tino tecnologico

Il cuore pulsante e l’aspetto più scenografico del Masi Wine Discovery Museum è il maxi tino da 50.000 litri con una storia quindicinale di maturazione di vini. Nel fermentation vat oggi possono entrare fino a 15 persone. Il pavimento è morbido e simula la consistenza delle uve sul fondo, si avverte profumo di grappoli appassiti e di legno. In questo ambiente circolare, avvolti dalla semioscurità, una proiezione a 360 gradi (foto in apertura) simula in 3 minuti 7 giorni di fermentazione con suoni ad hoc. Appena usciti dal tino seguono l’invecchiamento nelle botti, l’imbottigliamento rappresentato da un video in slow motion e il confezionamento, con focus sui vini più rinomati di casa Masi.

 

 

Il fattore umano che fa la differenza

Il racconto assume una dimensione più intima quando si entra nel salotto della famiglia Masi rappresentata dal suo presidente, Sandro Boscaini, non a casodenominato Mister Amarone, e dai personaggi che hanno popolato la storia della Fondazione Masi con il suo Premio. Tra i premiati, personalità come Bill Gates, Donald Trump, Luciano Pavarotti e Quentin Tarantino. A conclusione della visita primo piano sulla gastronomia, degna compagna del vino a tavola, con le ricette ideate per il 50esimo del Campofiorin. Nel wine-restaurant Tenuta Canova si possono apprezzare alcuni piatti tipici del territorio, abbinati ai vini Masi.

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© Riproduzione riservata - 09/09/2017

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